Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
ftOMtJALDO - RONCAGLIAtirossi in un monastero di Catalogna
conducendo seco alcuni pii personagginel numero de; quali era Romualdot il quale però fermatosi in luogo deserto
man mano ^si adunò buon numero di discepolidei quali fu il primo superiore. Essendo poi ritornato in Italia per raffermare suo padre nel disegno di rinunziare al mondo
fu costretto dall'imperatore Ottone ad accettare la direzione dell'abbazia di Classe
quello stesso monastero dove era entrato nella sua gioventù
e dove i suoi principii austeri concitarono di nuovo contro lui quei religiosi. Andò a deporre ai piedi di Ottone le insegne della sua dignità
e dopo avere errato per qualche tempo in varie solitudini per sottrarsi alla pubblica venerazionerisolvette di andare a predicare il Vangelo in Ungheria. Infermatosi pervia
non compi quel disegnoma fondò ovvero riformò alcuni monasteri in Germania
poi recossi a Roma per invito del papa Silvestro II
che gli domandava consigli pel governo della Chiesa. Abitò per alcuni anni una solitudine nei dintorni di Roma
e nell'anno 1005 l'imperatore Enrico II gli fece dono del monastero del Monte-Amiate
pregandolo di accogliervi dei religiosi. Quattro anni dopo (1009) Romualdo inalzò vicino ad Arezzo il celebre monastero di Ca-maldoli
cbe diede il suo nome all'ordine Camaldolese. Vi dimorò più anni rinchiuso in un'angusta cella e praticando le più rigide austerità. Avendolo i bisogui dell'ordine astretto ad uscire di quel ritiromori a Val di Castro nella Marca d'Ancona l'anno 1027. La Chiesa celebra la festa di questo santo il 7 febbrajo.
Si hanno due Vite di san Romualdo in latinoinserite nella raccolta dei Bollandisti
ed inoltre san Pietro Damiano
Vita di san Romualdo
tradotto dal latino per Agostino Fortunio (Firenze 1586) — CastanizaHistoria de san Romualdo
padre y fundador de Vorden Camaldolense
ecc. (Madrid 1597) — Calogerà
Le virtù di san Romualdo. padre dei monaci (Venezia 1745).
ROMUALDO (stor. d'Ital. del M. E. e biogr.). — Dei due duchi di Benevento di tal nome diamo i cenni seguenti. '
Romualdo Iduca di Benevento
succedette nell'anno 662 a suo padre Grimoaldo
quando questi si fu impadronito del regno di Lombardia. Ebbe dapprima a sostenere gli assalti dell'imperatore ! greco Costante
che essendo sbarcato'a Taranto
! aveva creduta l'occasione favorevole pèr invadere , il ducato di Benevento
donde Grimoaldo aveva , condotto seco quasi tutte le truppe nel recarsi nel- j l'Italia settentrionale. Assediato dai Greci in Re- ! nevento l'anno 663
Romualdo oppose una viva re- ! sistenzache diede tempo a Grimoaldo di giungere ; a suo soccorso e costringere Costante alla ritirata. ¦ Nell'anno 668 Romualdo tolse ai Greci le piazze di Taranto e Brindisi. Credesi che morisse nel 677
! e gli succedette Grimoaldo li suo figlio.
Romualdo II succedette nell'anno 702 a suo padre Gisolfo
secondo figlio di Romualdo I
ed impadronissi nel 717 della città di Cuma
che apparteneva ai Greci e faceva parte del ducato di Napoli. 11 papa Gregorio II diede sussidii a Giovanni duca di Napoli
e lo mise in istato di ricuperare quella città. Romualdo 11 a quanto dicesinel 731
e gli succedette Gisolfo II suo figliuolo ancor minorenne.
ROMULEA (lat. Romuleagr. TcojiuXfa
oggi Bisaccia) (geogr. ant. e stor.). — Città antica del Sannio
ricordata da Livio come presa dal console romano P. Decio
o secondo altri da Fabio
durante la terza guerra sanniticanel 297 av. Ór. Viene descritta come luogo grande ed opulento
ma sembra essere andata poscia in decadenzanon venendo nominata da alcuno
tranne dal Bizantino Stefano
nè riscontrandosi in veruno dei geografi. Ma gYltinerarii registrano una stazione Sub Ro-mula
sulla via Appia
31 chilom. al di là di Ecolano (JEculanum
oggi Grotte
sulla strada maestra da Napoli alle Puglie)
e 35 chilom. distante dal Ponte di Aufido (Pons Aufidi
oggi Ponte Santa Venere. — Itin. Ant.
p. 120). Essendo conosciute entrambe cotesto stazionisi può collocare Romulea
che occupava evidentemente un monte sopra la stradasull'area della moderna città di Bisaccia
dove furono Scoperti diversi antichi avanzi (Romanelli
voi. irp. 348; Cluver
Ital.
p. 1204; Pratillf
Via Appia
iv
5). Trovasi Bisaccia nell'odierno regno d'Italia
provincia di Principato Ulteriore
circondario di Sant'Angelo de' Lombardi
mandamento di Lacedonia
comune dello stesso suo nomecon 6650 abitanti
alla distanza di 36 chilom. da Montefusco
86 da Napoli e 100 da Salerno
in luogo montuoso e buon'ariacon fertile territorio
Fu fino al 1513 città vescovilema d'allora in poi il suo vescovato fu unito a quello di Sant'Angelo de' Lombardi ; e cosi diventò la sua chiesa
già vescovilesemplice concattedrale della chiesa di Sant'Angelo
e suffraganea di Conza. Signori di Bisaccia furono ne' tempi passati Guglielmo
che si addi-mandò da Bisaccia
e poi Riccardo di Cotigni
la casa di Aquino e quella della Marra
Nicola di Somma ed Ascanio Pignatelli
quest'ultimo col ti: tolo di duca. Viene alimentato il commercio interno dai mercati settimanali che tengonsiper stranissima usanza
tutte le domenichee dall'annua fiera di otto giorni
dal 5 al 13 di giugno.
R0NCÀ (geogr.). — Comune nel circondario di San Bonifacio
provincia di Verona
con 3337 abitanti.
R0NCADE (geogr.). — Comune del circondario e della provincia di Treviso
con 6803 abitanti.
R0NCADELLE (geogr.). — Comune del circondario e della provincia di Brescia
con 1230 abitanti.
RONCAGLIA (geogr. e stor.). — Frazione del comune di Mortizza
provincia di Piacenza
in bassa pianura fra le acque del Nure e del Po. È celebre nella storia d'Italia per le diete che vi si tenevano nel medio evoconvocate dagl'imperatori
e per le adunanze dei grandi. Ivi un imperatore quando scendeva in Italia invitava i marchesiconti
vassallivescovi
abaticapitani
valvassori e quanti avessero feudo per far consulta sui pubblici affariintorno a vertenze
impostediritti e bisogni del tempo. Nel mezzo della pianura sorgeva il padiglione reale con un'antenna da cui pendeva uno scudo. I vassalli maggiori e i loro dipendenti
come venivano avvisati da un banditoreerano obbligati nella notte a far la guardia alla tenda
e chi fosse mancato scadeva dal feudo. I primi ad essere ascoltati erano gli ambasciatori delle città : e dopo chet^ooQie
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