Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      RORARIO GIROLAMO - ROSAe nel Bollettino della Società
      la quale nominolloin compenso
      suo segretario generale negli anni 1851-1853; vice-presidente nel 1847
      1857 e 1*58
      e presidente onorario nel 1863. Diede alla luce parecchie biografie o necrologiee principalmente quelle di Franklin
      HumboldtJomard
      DaussyFreycinet
      ecc. Pose manonegli ultimi anni
      all'edizione dell'epistolario scientifico di Humboldt
      e stani ponce nel 1866 il primo volumeseuza poter compierne il secondo
      che rimase nel 1868 sotto i torchi per la sopravvenutagli morte.
      RORARIO Girolamo (biogr.). — Letteratonato nel 1485 a Pordenone nel Friuli
      ivi morto nel 1556. Ci narra egli medesimo che gli fu maestro Francesco Amalteo
      il quale teneva scuola di grammatica a Sacile
      e che poscia andò ad Udine ad udire le lezioni di Marcantonio Cocceio Sabellico. Avendo avuto la disgrazia di perdere il padrerestò sotto la tutela del maggior suo fratello
      uomo duro e violentoche lo mandò a studiar legge a Padova Aveva quindici anni allorché si vide costretto ad uscire della casa paterna. Appassionato per le lettere
      non Bentiva che avversione per la giurisprudenza; nondimeno non tardò a farsi distinguere fra gli allievi dell'Università. Siccome parla dei figli suoi iu un'Epistola al cardinale Madrucci
      è da conchiuderne che sia stato ammogliato. Dive-* nuto vedovosi fece ecclesiastico
      ed essendosi presto fatto conoscere alla Corte di Roma pe' suoi talentivenne onorato di parecchi uffizi d'importanza. Legato del papa Clemente VII presso a Ferdinando re d'Ungheria
      ed in seguito di Paolo III in Polonia
      meritò la benevolenza de'suddetti due ponteficiche il ricompensarono maguificamente de'suoi servigi. Nel 1535 accompagnò il cardinale Clesi
      che recavasi a Napoli per complimentare l'imperatore Carlo V. Reduce a Roma
      vi passò parecchi anni nella società dei dotti e dei più illustri prelatiche lo colmarono a gara di contrassegni di amicizia. Pure dimise i suoi impieghi
      e tornato a Pordenone vi mori. — Apostolo Zeno l'ha commemorato fra i dotti che disdegnavano di far uso della lingua italiana. Rorario nou è conosciuto che per un opuscolo intitolato Quod ammalia bruta scepe ratione utantur melius homine. Vi dimostra con grande numero di esempi che l'uomo abusa quasi sempre della sua ragionementre i bruti non deviano mai dal sentiero che loro venne segnato dal Creatore. Pare che Boileau attingesse iu tale opera l'idea principale della Satira dell%uomoy ed alcuni dei tratti che in essa ha impiegati. L'opuscolo di Rorario
      che vuoisi considerare siccome uno scherzosomministrò a Bayle l'occasione di raccogliere nell'articolo cui dedicò al nostro autore i diversi sentimenti degli scrittori antichi e moderni sull'Anima delle bestie. Il Conservatore del mese di gennajo 1760 contiene un sunto ristretto dell'opuscolo di Rorario: « Vi regna
      dice il giornalistaun'amenità ed un'aria di leggerezza che trovansi in pochi fra gli scritti del medesimo Becolo. I più dei ragionamenti vi sono presentati bene
      quantunque siano poco profondi. In generale è un libro gradevole per lo stile e stimabile per le cose cui contiene ». Bayledietro a Draud (Bibliotheca clas-sica
      p. 1093)
      cita un altro opuscolo del medesimoautore: Oratioprn muribus adversus Ni noi Bortii edictum; August. Hhet. (Coirà 1548). Tale «Illesa dei sorci fu inserita nel primo volume degli Scritti minori di J. C. Estor (1732
      in-8°).
      R0R1FERI VASI (anat.). — Si ammettevano una voBalenottera. ROSA yBosa) \bot.. orticult. e mal. med.). — Genere di piaute appartenente all'icosaudria poliginia del sistema di Liuueo e che forma il tipo della famiglia vastissima ed interessantissima delle rosacee. Emblema della giovinezzadella venustà
      delle graziela rosa inspirò in ogni tempo i poeti di tutte le nazioni
      che chiamaroula figlia del cielo
      , ornamento della terragloria della primavera
      regina dei fiori; i mitologi greci la fiusero nata dal saugue di Adone
      anzi pur da quello di Veuere. La Bibbia celebra le rose di Gerico; il gran sacerdote d'Israele ornavasi il capo d'uua corona di rose in occasione di sacrifizi. Le rose di Pesto godettero di grande celebrità presso i Romani
      ai ! quali immensi stanzoni sommimstravauo iu ogoi tempo fiori di rosa indispensabili alle cerimouie religiose del paganesimo e nei solenni conviti; , ghirlande di rose ornavano le statue degli eroi; corone di rose pouevausi sul capo delle donzelle e dei giovaniche danzando celebravano le feste d'Imeneo. Ai nostri tempi ancora la rosa compa-, risce in tutte le feste
      ed un santo vescovo di Francia (san Medardo) con lodevolissimo divisamento fece nel suo borgo natio di cotesto fiore invidiato premio delle savie e modeste donzelleinstituendo la festa . cosi detta della rosière
      la quale venne successivamente introdotta in molti altri borghi di Francia e ben anche in qualche luogo del Piemonte. 1 romani ! pontefici usarono presentare d'una Rosa d'oro (V.) j benedetta principesse distinte per la loro pietà. , La rosa tiene tuttora nei giardini il primatoche invano tentarono di toglierle l'ortensia
      la daliala camelia; imperocché alla vaghezza della forma e del colore la rosa aggiunge il pregio del più soave olezzo
      e l'essenza di cotesto fiore è tuttora una delle precipue delizie di che s'inebriano gli effeminati satrapi dell'Oriente. Ma se la rosa venne , generalmente considerata qual simbolo di pacedi , amistà
      d'amoredi stima
      essa servi pure talvolta i d'emblema di gelosiad'odio
      di lutto; compariva , la rosa nelle funebri pompe dei Romani
      qual se-: goo della breve durata e della fragilità dell'umana vita. La rosa divenne nella Gran Bretagna un sanguinoso vessillo
      e lunghe guerre civili che desolarono quel regno nel secolo xv si combatterono all'ombra della rosa rossa e della rosa biancaimprese di due illustri e potenti famiglie rivali. Una corona di bianche rose accompagna le lagrime che i genitori spargono sulla tomba d'una vergine da immatura morte rapita!
      I caratteri della tribù delle rosee (V. Rosacee) sono pur quelli del genere rosadi cui si annoverano circa cencinquanta specie
      divise in parecchie sezioni onde agevolarne la distinzionela quale tuttavia riesce non poco difficile
      a cagione del grandissimo uumero di varietà e di ibridiche sa-
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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 2)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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