Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      BOSATE - ROSCELL1NO 0 ROSCELINmembro dell'Accademia Clementina. Due anni dopo pubblicò l'incisione del san Francesco del Domeni-chino della quadreria Zambeccari e n'ebbe lode anche fuori; perchè venne invitato a Napoli per incidervi le opere della galleria di Capo di Monte ; ma egli non seppe indursi a lasciar Bologna che amava tanto. Durante il dominio francese fu del Consiglio dei seniori
      poi della Consulta di Lione
      e visitò allora Parigi
      ove trovò
      fra gli altriil Bossi ed il Lunghi
      coi quali visitò galleriemonumenti e preziose raccolte di stampe
      e strinse conoscenza con valenti incisorifra' quali i famosi Wille e Bervick. Rimpatriato
      studiò le classiche stampe che aveva acquistate a Parigi
      ed incise la santa Margherita dei Parmigianino e la Natività di Maria Vergine dell'Albano; ed ott'anni lavorò al bel rame della Danza dei puttiimpressa a Parigi nel 1809.
      Ben poteva egli gloriarsi allora e poi di un'eletta schiera di discepolifra' quali sedè come padre per ben cinquantanni ; perocché nell'Accademia di belle arti ch'ebbe nome di Clementina
      poi di Italiana e da ultimo di Pontificia
      e sempre fu chiara e lodataei rinnovasse quasi lo studio dell'incisione
      che splendè già tanto nella colta Bologna. Dalla fiorita sua scuola uscirono il Gajani
      l'Asioli
      il Jesi
      il Marchi
      e per tacere d'altriil Guadagnini
      che gli succedette nella cattedra dell'Accademia. Della quale fu ancora benemerito il Rosaspina
      perchè pubblicò le stampe dei settantadue più bei dipinti della pinacotecane cavò a matita i disegni
      ne dettò egli stesso le illustrazioni
      ventisei ne incise. Oltre a seicento sono le incisioni del Rosaspina e cenquaranta i disegni più notevoli. Vuoisi por mente ch'egli educò se stesso e senza maestroe se preferì al taglio sovente dei punti e de' piccoli tratti
      se non fu abbastanza felice per rendere le setei velluti
      il ferro e l'oroseppe tanto più esprimere egregiamente il carattere dei sommi pittori
      come vedesi nelle incisioni dei Caracci
      del Guercino
      dell'Albano
      del Correggio
      e riuscì egregio nell'acquafortecome mostrano i grandi fregi dell'Appiani e il Giudizio di Rubens.
      Scrissero Y Elogio di Rosaspina il march. A. Amorini Bolognini e il conte Alessandro Cappi
      recitato all'Accademia di Ravenna il 21 febbrajo 1843.
      ROSATE (geogr.). — Comune nel circondario di Abbiategrasso
      provincia di Milano
      con 2492 ab.
      ROSC ASAMA (cioè a dire capo d'anno) (cost. ebraici). — Così chiamano i moderni Giudei la festa che celebrano al cominciare dell'anno lorovale a dire i primi giorni del mese di settembre
      cui dàuno il nome di Tisri. Pretendono essi che il mondo abbia avuto principio in quel temposebbene alcuui sostengano esser cominciato nel mese di marzo
      da essi chiamato Nisan. Durante cotal festa è vietato ogni lavoroed interrotto ogni negozio. La solennità del principio dell'anno è fonduta sovra una opinione tutta peculiare degli Ebrei. Credono essi ( he Dio abbia scelto specialmente quel giorno per giudicare le azioni dell'anno cessato
      e dar norma agli avvenimenti dell'anno entrante. In questa credenza si preparano un mese prima a subire siffatto giudizioe procurano di espiare i i
      loro peccati con la penitenzala preghiera e l'elemosina. I più negligenti cominciano questa preparazione la settimana che precede la festa. Nella vigilia le penitenze raddoppiano
      e ciascuno si fa dare trenta colpi di sferza chiamata malchuth. La sera del primo giorno dell'annoritornando dalla sinagoga
      dicono a tutti quelli che incontrano: Possa tu essere scritto in buono annoe i salutati rispondono con lo stesso augurio. In tal giorno nei loro pasti fanno uso di miele e di pane levato
      la qual cosa per essi è una specie di presagio che l'anno sarà dolce e fertile. Alcuni vanno alla sinagoga vestiti di biancoper indicare la purità di loro coscienza. Altri
      e particolarmente i Giudei tedeschivestono in tal giorno l'abito cui hanno destinato per la sepoltura. L'ufficio è più lungo che in tutti gli altri giorni di festa. La lettura del Pentateuco si fa a cinque persone. Vi si legge il sacrifizio che facevasi altre volte in tal giorno
      ed uno squarcio dei profeti ; aggiungendo le preghiere per la prosperità del principe a cui sono soggetti. Dopo tutte queste cerimonie si fa sentire il suono del cornocome per avvertire i peccatori del giudizio di Dio. La festa termina colla cerimonia che chiamasi habdala. In tal maniera passano gli Ebrei i due primi giorni di settembre
      continuando poscia le penitenze e le buone opere sino ai dieci del meseche è il digiuno dei padroni
      e che chiamano Jone-Hachipur
      vale a dire giorno del perdono.
      R0SCELL1N0 o ROSCELIN (biogr.). — Illustre teologo francesenato a Compiégue o vicino a Compagne
      morto dopo il 1121. Giovane ancora abbandonò il suo paese natio e trasferissi in Borgogna
      ove ottenne un canonicatosia nella chiesa metropolitana di Besanzone
      sia in uua delle collegiali di quella città. Colà segnalossi per le sue opinioni sulla Trinità. Egli sostiene che nella Trinità esistono tre persone sostanzialmente separate od un solo Dio
      diversamente considerato secondo la diversità de' suoi attributi ; conseguentemente egli ricusa ammettere che persone differenti possano essere consostanziali. Questa negazione è
      com'è notoun'eresia. Roscelliuo
      che aveva fatto la sua logica in alcuni libri d'Aristotele trasmessi da Boezio al mondo latino
      è considerato a buon diritto come uno dei più abili e dei più audaci nominalisti del secolo decimosecondo. Nel 1092 o 93 fu condannato dal Concilio di Soissons e passò in Inghilterra
      ove lo troviamo inteso a rinnovellare le sue spiegazioni sul mistero più inaccessibile alla logica di tutta la dottrina cristiana e provocante sant'Anselmo
      il dotto arcivescovo di Cantorberì
      il quale gli ris ose per le rime in un trattatello polemico intitolato De fide Trinitatis contro blasphemias Roscellini. Oltre di ciò Roscellino censurò i costumi del clero inglese e condannò il favore accordato dalla Chiesa stessamediante il nipotismo sacerdotale
      ai figliuoli nati dalle unioni illegittime dei preti. In questo punto fu confutato da un certo Thibault che inseguava ad Oxford. L'indignazione contro Roscelliuo crebbe a tal segnoche fu costretto a fuggire dall'Inghilterra e a far ritorno in Francia. Verso il 1096 abitava la Touraine
      ed avendo ottenuto il diritto d'insegnare nella chiesa i collegiale di Santa Maria di Loches
      riunì intornot^ooQle


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 2)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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