Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
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con Elisabetta d'York nel 1486 riunì le due fa miglie nemiche. Però l'agitazione continuò fino al regno di Enrico Vili
in cui nacquero altre cagioni dì torbidi. Questa guerra privò l'Inghilterra di tutti i suoi possessi in Francia
eccettuato Calais.
« La guerra delle due Kose
dice Cantù nella sua Storia universaleper quanto micidiale
rigenerò l'Inghilterra e la tolse all'umiliazione in cui l'avevano gettata i cattivi successi sul continentee poterono dirsi allora finiti i disordini del medio evo. Il potere veniva disputato ira nobili al colmo della potenza
Comuni ancora recentire vigilati: per questi in apparenza si combatteva
ma in effetto essi restavano all'arbitrio di due contendenti. In quelle guerre i vinti non erano Tork o Laucastro
ma l'aristocrazia che andava a macello o vedeasi confiscati i beni. 11 popolo invece si sollevò
e gli arcieri plebei determinavano le vittoriele quali venivano sancite con concessioni ». Soggiungeremo che Shakspeare nelle sue Cronache o drammi storici e nello stupeudo Riccardo 111 tolse a soggetto la guerra delle due Uose.
Vedi Lingard
tiumeMacaulay
Ristory of En-gland.
BOSEINA (chim.). — Varietà di rosso di Anilina (V.).
ROo&LLA eool.). — Specie di pappagallo di Australia
della famiglia dei Parrocchetti (V.)
note* voie per la varietà e lo splendore de' suoi colori.
R0S£LLE (geogr.). — Sopra Grosseto
nella valle superiore dell'Ombrone senesefu già con questo nouue una delle primarie città etrusuhe. Ora non son che rovine
fra le parrocchie di Batignano e d'istia.
ROSELLI Antonio {biogr-.). — Giureconsultoche i suoi couteiuporauei nominarono il monarca della sapienza
nato verno l'auuo 1380 in Arezzo
morto a Padova uei 1466
era stato incaricato di varie negoziazioni per la Sauta Sede sotto i papi Martino V ed Eugenio IV
e fu colmato di onori dall'imperatore Sigismondo e dal re di Francia
presso i quali era stato mandato come ambasciatore. Dna ripulsa ch'egli ebbe da Eugenio IV
al quale aveva chiesto il cappello da cardinalelo irritò a tal seguo
che abbandonò la Corte di Roma per andare ad occupare una cattedra di gius canonico nell'Uni versità di Padova; e quivi nella sua indegnazione scrisse il trattato De monarchiache fu coudanuato dai Concilio di Trento. Oltre questo scritto
divenuto assai rarosi conoscono di lui più altri trattati
stampati nella collezione dei Tractatus magni. L'orazione fuuebre del Rosei liper Barozzi
fu stampata a Padova nel 1719.
Si possono pure consultare per più cenni : Elogi degli uomini illustri toscani (t. nip. 7) — Fiori
Magaeeino toscano (t. inp. 4ò8) — Panciroli
De cluvis legum interpretibus (cap. xxxvilib. in).
ROSELLINI Ippolito [biogr.). — Illustre egittologonacque a Pisa nel 1801)
ove mori il 4 giugno 1843. Mostrò fiu dai primi anni inclinazione per l'archeologia. 11 padre Battini lo invogliò di tale studioe fu suo primo maestro. L'adolescente antiquario si applicava nel tempo istesso alla teologia
ed ebbe laurea in divinità nel i821. Ma .codesta applicazione non confacendosi al suo geuiol'abbaudona per la coltura delle lingue orientali
e con questamira si reca a Bologna
ove si fa discepolo del famoso Mezzofanti. La sua Fionda di David
pubblicata nel 1823 colla traduzione dei Proverbii di Salomone
furono i primi saggi del suo profitto nell'ebraico. Conosciutane la capacità
venne eletto professore di lingue orientali a Pisa. Ma un avvenimento scientifico che levò rumore fra i dotti doveva infiammare la sua mente e volgerla ad altri studii. Nel 1825 Champollion (V.) fece note le sue scoperte sui geroglificiper le quali erano interpretati i segui altabetici rappresentati da figure che coi segui figurativi e simbolici compongono l'arcana scrittura dell'antico Egitto. Da quei momento il Rosellini non ebbe altro in animo che lo studio dei geroglifici a fine di conoscere la storia di un popolo che solo da pochi anni comincia a palesarsi alle moderne generazioni. Conobbe di persona lo Champollion
e si accompagnò con lui per visitare i musei d'Italia. Nel soggiorno ch'egli fece a Parigi si giovò molto della conversàzioue di quel dotto e tradusse in italiano la sua grammatica copta. Champollion e Rosellini concepirono insieme il progetto di fare un viaggio in Egitto. 11 primo diresse la spedizione frauceseil secondo la toscana
ambedue composte di dottissime persoue: l'uua sotto gli auspicii del re di Francia e l'altra sotto quelli del grauduca. Intrapresero quel viaggio nel luglio del 1828. Dimorarono lungo il Nilo per lo Bpazio di quindici mesi cercando monumentidiciferaudo iscrizioni
raccogliendo coli' opera dei disegnatori quanto poteva eccitare la curiosità scientifica riguardo la storia dell'Egitto e della Nubia. Rosellinitornato in Pisa
surrogò rinsegnameuto archeologico a quello delle lingue orieutalie non aveva altro sulle labbra che geroglifici. Nel 1831
tu una sua lettera diretta all'abate Peyrou di Torino
imitando Champollion che aveva scritto a Dacier
espose le sue profonde osservazioui sui monumenti da lui esaminati. Pubblicò quiudi un prospetto dei Monumenti dell'Egitto e della Nubia ; a cui seguitò un altro annunciando la cooperazione di Champollion alla sua opera. Questi avrebbe dichiarato i monumenti storicie il Rosellini quelli relativi alla vita civile degli Egiziani. Ma la morte rapì Champollion alle speranze della scienza
e il dotto italianosebbene d'inferma salute
si addossò il carico di compire l'opera intiera. Diede alla luce otto volumi di testo e numerose tavoleche comprendono i monumenti storici e civili. Mentre dava mano agli ultimi due lo colse la morte
e il suo lavoro iu terminato da Bardelli
Migliari ed altri. Lasciò morendo all'Università un retaggio di scienziatoil suo dizionario geroglifico
auch'esso incompiuto. Il granduca fece raccogliere e custodire i suoi preziosi disegni. Negli ultimi anni di sua vitaRoboI-I lini volle addolcire i faticosi travagli dell'archeo-I logia colle dolcezze del matrimonio
disposandosi alia figlia del celebre Cherubini
maestro di mu-, sica. Egli ha lasciato un chiaro nome fra gli ar-I cheologi. La dottrina dello scienziato francese senza dubbio gli fu di molto ajutoma seuza lo sforzo del proprio ingegno non sarebbe riuscito a tauto. Non sempre si conformò al suo illustre collega nell'interpretazione dei geroglifici
ma ne adottò il si-• sterna di leggerlie lo fece noto agl'Italiani
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