Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      ROSI NI GIOVANNIbri
      che aprì il concorso pel 1809. Sull'invito del prefetto e del sindaco di Pisa
      avendo il liosini scritto un poemetto sulle nozze imperiali in quattro canti in ottavelo inviò al concorso
      ove fu premiato all'unanimità con la Polissena di Niccolini
      e l'Italia avanti il dominio dei Romani del Micali.
      Nel 1813 andò a Parigi
      ove esaminando tanti capolavori dell'arte esposti nel Louvre
      immaginò di scrivere l'Istoria della pitturaconfortatovi dal Cicognara. Per molti anni tutto fu in essa occupato
      pouendovi tale amore e tanta diligenza che ogni lode a quanto fece sarebbe scarsa. Non è quindi a maravigliare se il suo lavoro venne accolto così dai nostri come dagli stranieri con attestati ben meritati di onore e lodato dall'Istituto di Francia. Questo lavoro stupendocorredato di nitide incisioni di varii valenti artisti italiani
      intitolasi : Storia della pittura italiana esposta coi monumenti (Pisa 1839 54
      voi. viicon 360 rami i;i-8° e cinque atlanti con 254 rami in-fol.)
      e dividesi in quattro epoche differentile quali rappresentano l'origine
      i progressila decadenza e il risorgimento della pittura italiana. La prima dal suo nascere a Masaccio
      la : seconda da Filippo Lippi a Raffaello
      la terza da ; Giulio Romano al Barroccio
      la quarta dai Caracci fino all'Appiani. Ne diede ei stesso una secouda edizione di minor prezzo di voi. 7 in 8°
      con soli 335 rami.
      Al suo ritorno per Torino il conte Napione lo confortò a dare una nuova edizione del Guicciardini
      che dopo varii anni esegui col titolo d'Istoria d'Italia alla miglior lezione ridotta (Pisa 1820
      in
      10 voi.). Iu questa edizione il Rosiui diè prova di molta diligenzacomecché non toccasse il seguo. Scrisse un buon Saggio su Guicciardini da lui premesso alla storia
      portando retto giudizio sullo storico in quanto uomo e in quanto scrittore. Nè meno pregevole è il suo Saggio sulla vita e sulle opere di Antonio Canova (Pisa 1823)
      in cui tolse cou evideuti ragioni a provare aver quel grande impressa ne' marmi suoi la gentilezza e boutà del suo cuore; onde la pudica bellezzal'amabile verecondia
      il decorola maestà che si ammira nei volti da lui effigiati
      e che fauuo ricordare la mano di Prassitele
      il più grazioso fra quanti artisti greci trattarono lo scalpello. Questo saggio è pregevole non solo per la rettitudine dei giudizima auche per gli insegnamenti morali che no derivano. A questi due saggi tenne dietro uel 1814 Y Elogio di Teresa Pelli Fabroni
      e quindi tutti gli altri componimenti in prosa ed in versi del Rosini sopra argomenti letterariiche con le summentovate Lettere pittoriche sul Camposanto di Pisa giungouo a dodici volumi. Nel 1828 compose e diede in luce
      11 romanzo storico la Monaca di Monza
      in 3 voi.
      cui tennero dietro nel 1833 la Luisa Strozzi
      in 4
      e nel 1853 Ugolino della Gherardesca. Dei romanzi del Rosini e più segnatamente della Luisa ( Strozzi così scriveva l'Arcangeli: « Il Rosiui non segui le orme di nessuno mettendosi per questa via. Fino dai primi anni del secolo aveva ideato YErasmoy la storia politica letteraria drammatizzata del secolo xvifelicissimo per le lettere nostre
     
      e si proponeva di far vive agli occhi dei suoi lettori le dotte conversazioni degli orti Oricellari
      lapredicazione politica del Savonarola
      i primi passi nell'arte del gran Michelangelo e lo splendore ma-raviglioso di Leonardo da Vinci. Ideava più tardi Y Ugolino della Gherardesca
      il Pescara
      la Luisa Strozzi e la Barbara degli Albizzi
      la quale trasformatasi nella Monaca di Monza
      fu la prima a venire in luce. A quelli che per avventura rammentassero le critiche che si fecero sul principio a questo satellitecome lo dissero
      dei Promessi sposirisponderemo con le venti edizioni che se ne fecero in breve tempo
      e con le traduzioni pufc blicate oltre monte ». Grau pregio dei romanzi ro-siniani è lo stile facile e pianoadorno qua e là di belle sentenze e di motti piacevoli.
      Nell'anno 1833 la città di Pisa ammise il Rosini Qoll'iutiera famiglia nella nobilià; nel 1840 gli fu conferita la croce della Legion d'onore di Francia
      nell'anno successivo la croce dei Santi Maurizio e Lazzaro
      nel 1847 l'ordine del Merito civile del granduca di Toscana
      il quale gli conferì eziandio una commenda di lire 600 annue nell'ordine di Sauto Stefano.
      Oltre il Guicciardini
      Rosini procurò l'edizione di venticinque volumi di una Collezione di ottimi scrittori italiani (in cui contengonsi le opere storiche del Gianotti
      del Giambulluri
      del Compagni
      del Porzio); delle Opere di Torquato Tasso colle controversie sulla Gerusalemme
      poste in miglior ordinericorrette sull'edizione fiorentina ed illustrata (Pisa 1821 33
      iu 33 voi.); delle Lettere sull'assedio di Firenze del Busiui al Varchi
      ecc. Per serbare alla Toscaua la gloria della grande anatomia del Mascagni
      che rAntonuiarchi voleva appropriarsiconcorse alla pubblicazione di essa coi professori Yaccàe Barzellotti e col direttore signor Du Comun
      sacrificando una vistosa somma per condurla a termine. Oltre di ciò ei dettò gli elogi di Andrea Vaccà
      d'Ippolito Pindemonte
      di Giuseppe Antinori
      di Giovanni Carmignaui
      di monsignor Fabroni; prese a raccogliere e pubblicare le opere tutte del Cesarotti
      al quale poi insieme col Barbieri fece inalzare un busto nella chiesa del Sauto in Padova; diede in luce la Storia della Toscana del Pignotti ; e fu tra' più caldi promotori perchè ad Andrea Vaccà veuisse posto un monumento nel Camposanto di Pisa. Cajrlo Botta
      che ebbe tanto a dolersinon sappiamo se della ingratitudine nostra o della fortuna
      si loda assai nelle sue Lettere del Rosini
      il quale liberamente gli fece parte del guadagno che dalla ristampa della Storia Italia dal 1789 al 1814 aveva ritratto.
      In tutte le scritture del Rosini.appare maturità di sennobontà di affetto
      chiarezza e decoro di stile. Ove poi si guardi ai molti libri che scrisseniuno è che non maravigli come la sua vita
      quantunque lungabastasse a tanto. E certo ei non avrebbe potuto condurre a fine tanti e sì varii diligenti lavori
      pei quali salì giustamente in grande onoranzase fin dalla giovinezza non avesse pigliato l'uso di dare quasi tutta intiera allo studio la giornata. Temperato nei desiderii
      alieno da ogni falsità e simulazionefu saldo mantenitore delle promesse
      pietoso agli sventuratie benché per l'indole sua risentita fosse pronto a divampare in isdegni (e ne sono prova le sue polemiche letterarie ed
      ^.ooQie


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 2)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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