Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
694 ROSMINI ANTONIOtutte dunque le nostre idee si genorano coll'appli-care l'essere ideale ai dati dell'esperienza
o alle immagini rappresentate dalla parola. 11 sentimento è dunque il veicolo che ci porta a conoscere i singoli euti reali.
L'essere ideale diventa quindi il criterio della certezza nella logicae parimente la legge universale d'ogni volontà
perchè l'essere idealeche ui dimostra come le cose sono
non può non essereed è di ragione divina
come la verità; e l'atto morale non è che un giudizio di stima pratica dell'essere o del beneconosciuti in questa luce universale.
L'essere ideale è il principio d'ogni dirigogiacché costituisce l'inviolabilità della persona umana ; ed è anche il principio d'ogni società
giacché la società è l'unione di molti individuiche di concerto e con coscienza tendono a un bene iuteso e reale
ma conosciuto per mezzo dell'ente ideale.
Come v'è in noi una prima cognizione essenzialeinnata
vi è un primo sentimento essenzialeinuato. Questo sentimento fondamentale è il primo elemento
che ci induce a vedere una determinazione nell'essere oggettivo della nostra mente al tutto per se stesso indeterminatoe le modificazioni di esso sentimento coll'idea dell'ente ci pongono in relazione col mondo esteriore.
La conoscenza e l'amore innati dell'ente costituiscono la vita intellettuale spontaneaprincipio e legge della vita riflessa. La prima è piuttosto naturale; l'altra piuttosto persona/e; entrambe hanno l'oggetto stesso: la prima è opera di Dio
dell'uomo l'altra. La vita intellettuale e morale cresce non per addizionema per sviluppo vivo
il quale consiste nel trasformarsi della vita spontanea in vita riflessa. La cognizione riflessa deve riprodurre fedelmente la spontaneaed è completa quando la eguaglia.
L'essere ideale è come collocato fra le realtà finite che sono nel mondo e la infinita che è Dio. Noi percepiamo il mondo nell'ente ideale e per mezzo delle modificazioni prodotte nel sentimento fondamentale dalle realità finite che ne circondano. Percepiamo Dio per un sentimento che esso produce realmente e immediatamente in noi : il qual sentimento è la grazia. 11 passaggio dall'essere idealech'è la verità astratta
all'essere reale e infinito che è Dio
è il passaggio dall'ordine naturale al soprannaturale. I rapporti della filosofiadella teologia
della religionedella scienza sono i rapporti dell'essere ideale e dell'essere reale infinito
del divino e di Dio.
Chi ha pratica con san Tommaso e cogli scolasticiscorgerà nell'intelletto agente
nei lume divino di essi il germe della teorica di Rosmini
il quale non solo confessa derivarnema vuol continuamente appoggiarsi a quella dottrina de' Padri e degli scolastici
che l'ignorante orgoglio non sapeva che disprezzaree che il Rosmini ha tanto contribuito a riabilitare.
Suo padre non avendo potuto smuoverlo dalla carriera ecclesiasticavoleva almeno inviarlo a Roma in prelatura
ma egli preferiva l'umile uffizio del prete; continuò nell'Università a Padova
colla teologia coltivando la letteraturala giurisprudenza
la medicinae vi acquistò amici che più <
non dimenticò. Quanto tripudio allorché ottenne da suo padre cinquauta luigi per comprare la biblioteca Venier! Poco dopomortogli il padre nel 1820 e poco prima lo zio
si trovò erede di lauta fortuna.
L'aprile 1821 fu ordinato prete; in un viaggio a Roma potè venerare Pio VII
del quale poi recitò l'elogio funebre in San Marco di Rovereto
esaltandone il coraggio a resistere alle prepotenzee la saggezza nel restaurar la Chiesa
e scagionandolo dell'aver coronato Napoleone. In fatto al Rosmini pareva che l'uomo non deva ostinarsi & rimpiangere il passatoma accettando i fatti prov-videuziali
adoprar tutti i mezzi che conducono al bene. A tale iLtento voleva foudar una Società universaleche egli chiamava degli Amici
per riunire i ben pensanti a difendere la verità
col solo vincolo della carità
e ribattere i nuovi barbari che minacciano la cristianità non più colla spada ma colla dottrinasicché bisogna opporvi la dottrina; e la controversia diviene e bisogno e dovere.
E il Rosmini si mostrò sempre persuaso che non basti ritirarsi in sé e gemere e rimpiangerema a chi Dio ne diede la forza corra obbligo d'impu gnar l'errore e di proclamare la verità. Pertanto egli attaccò il sensismo di Locke
tirato alle più basse e materiali applicazioni da Melchiorre Gioja combattè le dottrine di Ugo Foscolo
cheirato ai patrii numi
tutta la felicità riponeva nell'attività presentefaceudo che anche la speme
ultima Dea fugga « sepolcri : confutò il Romaguosi che
sen sista e utilitariofacea scomparire l'uomo per eutre l'organamento sociale : combattè il Mamiaui
i1 quale riduceva tutta la scienza a metodoe put lontano dal disprezzare la scienza del medio evo negli autori d'allora e del seicento rintracciava solo le orme di alcuni moderni delirii
nè mai si elevava a concetti soprasensibili. Rosmini attaccò le dottrinenon le persone; mostrò come fossero l'eco di insegnamenti oltremontani
e tuffassero le generazioni nuove nell'egoismo. Doveva applaudire agli errori o rispettarli perchè la popolarità cir condava quegli autori? Si rasseguò agli strapazzicon cui violentemente si pretese confutarlo: nè mancò chi lo tacciasse di soverchia sottigliezza nello snidar gli errori
e di asprezza nel rimproverarlima chi gli fece questo rimprovero
non cousideravs l'ardentissimo amore della verità e degli uomini che in lui eranè il gran bisogno che ei vedevs di sgannare gli illusi
e di infrenare la soverchia credulità dei leggieri.
Per quanto fremessero coloro che non soffrivano che l'elemento formale della cognizione rivestisse i caratteri della necessità ed universalità
egli non cessò mai di osteggiare sotto le varie forme il sensismo de' nostri Italiani
e le applicazioni disastrose di esso nella moralenell'economia sociale
nelle scienze politiche. Ma v'era chivedendo gli errori della filosofia
la voleva sbandita come una ribellione empia alla religioneed erigere un nuovo insegnamento cristiano sulle ruine della scienza
asserendo non potesse esercitarsi la ragionenon trovarsi certezza che nella rivelazione ; il lume naturale esser mera illusione ; mancar d'ogni valore il pensiero individuale
tutto essendo l'autorità e il i senso comune; l'intelligenza aver orecchinon oc
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