Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
ROSMINI
ANTONIO 40
gli uomini del nostro secolo devono essere condotti piuttosto colla ragione che con mezzi esterni. E gli disse: i Noi stessi su questo punto esitammo assaima dopo fervorose preghiere ci siamo confermati in questa risoluzione ». E insistette perchè continuasse a scrivere
e cercasse persuadere la verità per mezzo del ragionamento. Ciò risponda a coloro che della scienza impaurano come pericolosa alia fedee credono che la sua immobilità dottrinale debba tenersi fuori dalle trasformazioni del mondo. La società non s'è modificata
passando dal mondo romano al barbaroal feudale
al comunaleal regio
al liberale? In conseguenza diverse devono essere le relazioni della Chiesa collo Stato
e la sua condotta. Tali trasformazioni si fecero in seno della religionee sotto la guida della Provvidenza; laonde
rimanendo immobile nella divina sua costituzione e autorità
la Chiesa cambiò le sue relazioni colla società; e merita rispetto e sommeB-sione egualima più intelligenti
liberiprofondi
come il figliuolo che crescendo non perde il sentimento filialema lo fa più personale e riflessivo.
Anche il cardinale Cappellari lo aveva esortato a darsi il men possibile alla vita attiva per attendere agli studii ; ma Rosmini senti che moltissimo restava a fare per restaurare la società
e pensò costituire un'associazione di preti ihe lo coadju-vasse. La marchesa di Canossa
che fu sì mirabile per opere di pietà e istituzioni di carità
ve lo indussee fors'anche l'esempio di sua sorella Gio-seffa Margherita
che colla ricca dote avea fondate a Trento le Figlie della Carità. Il Nostrodopo maturo consiglio
stabilì YIstituto della Carità (18^8)
che è un ordine religioso più conforme al bisogno dei tempi che corrono; un'unione di pretii quali nella vita comune formansi alla pratica delle virtù cristiane e sacerdotali
senza altro di stiutivo che di obbedienza più intera e sagrifizio più generoso e la santificazione personale. Non cercando impieghinon rifiutandone
presto i Preti della Carità trovaronsi investiti di molti uffizi ; istruire i Protestanti
educare i chericisopravve-gliare le carceri
far dottrinaesercizi
missioniassistere malati
e formare la gioventù colla direzione delle scuole di studii classicied anche più di scuole popolari.
Gregorio XVI approvò l'ordine: e da Domodossola primapoi anche da Stresa si estese a Trento
Veronaalla badìa di San Michele in Piemonte
a Roma e in Inghilterra
ottenendo benedizioni da Dio e dagli uòmini. In Inghilterra secondò il ritorno verso il cattolicismo proferitosi nell'Università di Oxford
dove riconoscevasi la purezza della Chiesa romanapur biasimandone le pratiche (V.Pu-seismo). Insieme dirigeva alcune vergini nell'istituto della Provvidenza per educare fanciulle; e la scuola elementare di Stresa che ridusse a collegio degli Istitutori elementari.
Questa vita attiva non distoglieva il Rosmini dalla letterariae via via pubblicò
oltre il Nuovo saggio sull'origine delle ideela Filosofia della politica
il Diritto individuale e socialela Provvidenza
}' Unità dell'educazioneil Saggio sull'idillio e sulla nuova letteratura
il Galateo dei letterati; poi le Massime della perfezione; i Principii dellascienza morale; YAntropologia naturale
cui complemento è la Pedagogia ; la Storia comparata dei sistemi di morale ; i Frammenti d'una storia dell'empietà; il Trattato della coscienza; la Teodicea e finalmente YAntropologia soprannaturaleopera postuma
che vide la luce solamente in quest'anno 1884. Stando parroco a Roveredo
fece i discorsi che poi pubblicò
e il Catechismo secondo l'ordine delle ideeuna Catechetica
le Regole della dottrina cristianae la Storia dell'amore. Lasciata la parrocchia'
pubblicò il Rinnovamento della filosofia in Italia
esaminando quello del conte Terenzio Ma-miani
e lavorò ultimamente la Teosofia
opera postuma anche questa. Fu alcun tempo a Milano
dove conobbe quelli che allora facevano di quella città TAteue d'Italia.
Era 8 al ito in gran famabenché vivo e italiano
e mentre una bassa stampa avventavagli i titoli più avvilenti come a corifeo de' retrivia spegnitor delle dottrine portate dalla rivoluzione
era amato e venerato dai meglio pensauti e dai più graudi uomini d'Italia
fra cui Tommaseo
ManzoniBer-tini
Cantù
GaluppiConti
Balboed altri che ue scrissero di proposito; molti licei
e i seminari di Ancona
di Torino
e di Crema
e di Milano adottarono la sua filosofìa come testo ; molti suoi amici la esponevano efficacementecome Sciolla
Corte e Tarditi a Torino
Pestalozza a Monza e a Milano
Paganini a Lucca e a Pisa
e il cardinale Cappellari divenuto Gregorio XVI lo esaltava con lettere apostoliche. Oltre dunque le basse invidie che ogui gloria provoca in paesee la repuguanza che hanno sempre gli Italiani ad accettare un nuovo grande che la Provvidenza susciti fra loro e che i forestieri salutino tale
sorsero gravi turbamenti alla sua gloria non solo ma alla sua pace. E prima gii si volle opporre un nuovo filosofoil Gioberti ,V.). Anch'esso avversario del seusismo e del soggettivismo; anch'esso stabiliva la distinzione tra la vita spontanea e la riflessa; auch'esso ammetteva la necessità di un primo psicologico e d'una prima cognizione essenziale e innata; ma qual era questo primo intelligibile che costituisce la vita spoutanea dell'anima ragionevole?
Qui cominciava la divergenza; Rosmini riconoscendolo nell'essere idealeastratto
iudeterminato; Gioberti facendolo identico all'ente assoluto; il primo conosciuto è il primo sussistentereale
concretoinfinito; insomma è Dio.
Secondo Rosmini
il primo conoscere è innato; cioè la prima sintesi che lo spirito deve analizzare e ricostruire colla riflessioneconsta di due termini
uno soggettivouuo oggettivo; la facoltà pensante e l'ente pensato.
Secondo Gioberti
la sintesi primitiva è tutta objettivae si compone di due termini: Dio soggetto; la creatura attributo; la creazione copula. L'intelletto col primo atto percepisce direttamente e immediatamente l'atto creatore; onde la forinola l'ente crea l'esistente.
Secondo Rosmini
la percezione dell'esistenza reale delle cose create è un giudiziopel quale ai ia sintesi fra l'idea dell'ente possibile e la percezione sensitiva
dell'inteso col sentitoonde s'ba la percezione intellettiva.
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