Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
ROSPO
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aveva sposatoil 13 febbrajo del 1803
Margherita Gioeui Colonna principessa Rospigliosi e di Castiglione nel regno delle Due Sicilie; da questi illustri conjugi nacqueil i5 giugno 1823
Clemente Francesco principe Rospigliosi
duca di Zagarolo
già ciambellano del grauduca di Tosnaua
il quale sposò
il 4 ottobre 1846
Francesca Maria Carlotta di Nompére Champagny
figliuola del duca di Cadore
nata il 13 settembre 1N25. Il fratello di Clemeute Francesco
figliuolo secondogenito di Giulio Cesare
Francesco Cesare Rospigliosi Pallavicini principe di Pallavicini e di Gallicano
capo della seconda lineanacque il 2 marzo 1828 e sposò il 4 ottobre 1834 Maria Carolina
figliuola di Autonio
principe di Piombino-Buoucompagni-Ludovisi. Lo stemma dei Rospigliosi si compone di quattro mostacciolidue d'oro e due di azzurro.
Fin dal 1704 il principe Giovanni Battista Rospigliosi
pronipote di Clemente IX
acquistò in Roma
come dicemmoil palazzo sul Quiriuale
accresciuto poi in maniera che porzione spetta ai principi Rospigliosi duchi di Zagarolo
e porzione ai principi Pallavicini-Rospigliosi principi di Gallicano e marchesi della Colonna
ciascuno col proprio giardino. Sorge questo vasto e maestoso palazzo con gli adjacenti fabbricati sulla vetta dell'amenosaluberrimo Quirinale sopra le rovine delle terme di Costantino (le ultime edificate in Roma). L'area di queste terme è ora occupata dal palazzo Rospigliosi e sue dipendenze
dal palazzo della Consulta e in parte dal giardino del palazzo Colonna e dal quartiere e scuderie del Quirinale. — Il palazzo ora dei Rospigliosi fu fatto edificare dal cardiuale Scipione Borghese
nipote di Paolo V
dall'architetto Flaminio Ponzio cui succedette Giovanni Venanzio. L'acquistò dipoi dagli eredi del Borghese il duca Altemps
che lo vendè per 70
000 scudi al cardiual Guido Bentivoglio
che ve ne spese per ampliarlo altri 20
000. Appresso appartenne per poco tempo ai Lante
che lo venderono al cardinale Mazarini
da cui redaronlo i suoi nipoti Mancini. Carlo Maderno lo terminò d'ordine del Mazarini
e veuuto in possesso dei principi Rospigliosi
fu ampliato da essi e grandemente abbellito. Fra i tesori più notevoli dell'arte in esso couteuuti citeremooltre la celeberrima Aurora di Guido Reni i V.)
fresco grandioso e maraviglioso nella vòlta della gran salai dipinti di Adamo e di Eva del Domenichino
la Beata Vergine col Bambino di Raffaello
Sansone che atterra il tempio dei Filistei di Annibale Caracci
i Dodici Apostoli di Rubens
una Cascata e la Fuga in JZgitto di Claudio di Lorena
la Vergine dell'Albano
una Fruttajuola e san Girolamo del Guercino
la Maddalena del Caravaggio
la Gioconda nel bagno del Vinci
il Presepio del Perugino
parecchi ritratti di Rubens. Tizianoecc. Nè vuoisi tacere che fra gli oggetti preziosi che possiede questa nobile famiglia dei Rospigliosi havvi uua tazza del diametro di 2 decimetri d'oro massiccio
pregevole pel magnifico lavorioche credesi di Benveuuto Celimi. Tutte le suddette pitture e le sculture e altre rarità sono descritte nelle Guide di Roma
e segnatamente da Venuti
VasiMelchiorri e Nibby
i quali descrissero pure il grande palazzo Rospigliosi Nuova Encicl. Ital. Voied il complesso de' suoi fabbricati. — Fra i membri della famiglia Rospigliosi
che segnalaronsi negli ordini ecclesiasticiciteremo:
Rospigliosi Jacopo
cardinalenipote
come dicemmo più sopradi Clemente IX
il qualementre era ancora nunzio a Madrid
gli affidò parecchi negozi in corso e la vice-gerenza della uuuziatura. Jacopo corrispose all'aspettazione dello zio con saviezzaabilità e valore
ai che fu spedito a Parigi per trattare con Luigi XIV affari rilevantinella quale occasione vennegli fatto gittare i primi semi di quella pace
che dopo alcuni mesi fu felicemente conchiusa tra la Spagna e la Francia
di che lo zio Clemente IX lo accolse con giubilo al ritorno e lo creò meritamente cardiuale dell'ordine dei pretipreietto della Segnatura e protettore dei Minimi. Sollevato Jacopo a tanta altezza
non alterò punto la sua affabilità naturalealla quale seppe accoppiare tanta grandezza d'animo e integrità di costumi
che fu amato universalmenteed alla morte di Gregorio IX per poco non fu eletto papa. Mori nel 1684
nella ancor robusta età di cinquautasei annilasciando viva e perenne memoria.
Rospigliosi Felice
cardinalefratello del precedente e nipote di Clemeute IX
il quale noi volle però inalzare alla porpora per timore d'incorrere nella taccia di nipotismosebbene Felice già fosse vice legato di Ferrara e Aviguone
ed iuternunzio a Brussella. Fu fatto però cadiuale da Clemeute X
il quale lo dichiarò iuoltre protettore dei Cappuccini. Coucorse col suo voto all'elezioue d'Innocenzo XI
il quale lo fece arciprete della basilica Liberiana. Uua sollecita morte gli troncò la carriera degli onori in Roma il 9 maggio 1688
nella florida età di quarantauove anni.
ROSPO (eool.). — Genere dell'ordine dei Batra-chl (V.) e della famiglia delle rane (V. Rana). I rospi hannogeneralmente parlando
corpo rigoufiopelle verrucosa o tubercolare
e un tumore dietro a ciascun occhioprodotto da una grande ghiandola parotide. 1 maschi hanno la più parte un sacco vocale alla gola. In alcune specie le dita Rono fornite di dischi succhiatori. La mandibola supe* riore è affatto priva di denti. Nelle forme più tipiche i piedi deretani in lunghezza non eccedono gran fatto gli anteriori
e la loro locomozione è una specie di strisciamento o uua successione di brevi salti. La più parte dei rospi sono di abitudini notturne ed escono a predare all'uscir delle tenebre.
Il rospo comune (bufo vulgaris)
del quale rechiamo la stampa
è troppo noto perchè ne facciamo minuta descrizione. Sebbene d'aspetto al certo non attraentetuttavia cotesto animale non merita l'obbrobrio a cui è soggetto. Egli è utilissimo al giardiniere in quanto divora bruchi
lumachescarafaggi e altri auimalucci siffatti
assai nocivi ai Vegetali. È celebre per due coseciò sono la lucentezza de' suoi occhi e il suo veleno. I suoi occhi sono veramente lucenti
enon ostante l'asserzione del poeta
il solo giojello che sia nella sua testa. Quanto poi all'essere esso un animale velenosoos-veremo che i tubercoli glandulari della sua pelle secernono un umore acre
evidentemente a difesa dell'animalegiacché abbiamo spesso veduto un cane afferrare uno di questi animali e lasciarlo an-XIX. 45
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