Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
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chet ed il Giusti; il Giusti
cheuniversale in certi tipi
tuttavia non allarga le ali oltre il confine delle Alpi
e talvolta non oltre l'Appennino; nelle cui poesie d'innanzi al 1846 il lettore oudeggia incerto tra repubblica e principatotra unità e federazione. Ma i principii del Rossetti rispondono evidentissimi in ciascuno de' suoi canti
e sono : Unità dell'Italia; monarchia rappresentativa reggetesi su popolari istituzioni ; cessazione del potere secolare di Roma; fraternità dei popoli oppressi ».
Vedi : Pietrocòla-Rossetti
Gabriele Rossetti
nei Contemporanei italiani (Torino 1861
Unione ti-pogr.-editrice).
ROSSETTI ( de) Domenico (biogr.). — Archeologo di bella rinomanzanato in Trieste negli ultimi anni del secolo precorso; ivi morto il 29 novembre 1841. Fu avvocato riputassimo
promotore della Gassa di risparmiofondatore d'un Museo patrio e del Gabinetto di Minerva
fautore del monumento a Winckelmann
editore del]' Archeografo Triestino. Trieste era sempre in cima de'suoi studiidei pensieri e degli affetti
da commendare principalmente per ciò chementre molti de' suoi concittadini attendevano affannosamente all'acquisto di materiali ricchezze
egli era tutto inteso a procacciare loro tesero più durevole nelle ricerche storiche. Nel quale pensiero tanto innanzi procedetteche fondò
nel morirecinque premii biennali in perpetuo
di fiorini 600 l'unoda concedersi il primo all'autore del miglior opuscolo di storia e di statistica patria; il secondo d'istruzione popolare ; il terzo al contadino del territorio che si fosse distinto nella piantagione e coltivazione di un bosco nel territorio medesimo ; il quarto al domestico dell'uno o dell'altro sesso distinto per buone qualità ; il quinto per la migliore opera di architettura
pitturascoltura
poesia o musicaecc.
prodotta da un artista di nascita e di famiglia triestina. E di sì bell'opera non volle che apparisse il proprio nome. Al patrio Museo lasciò la ricca collezione di sue medaglie; alla pubblica Biblioteca i suoi libritra'quali splendono due serie
l'una concernente il Petrarca che grandemente ammiraval'altra il papa Pio li
perchè era stato vescovo di Trieste. Oltre le sovraccennate operescrisse parecchie cose in verso e in prosa
originali e tradotteche procacciargli onorata fama
e impieghi governativie onorificenze sì indigene che esotiche: solo noteremo
a chiarire la bontà dell'animo suo candido e religiosole parole estreme con che chiuse il suo testamento: « Addio
concittadiniamici
congiunti! Sopravvivetemi felici e ricordatevi talvolta ch'io fui sulla terra e fui vostro; e che quando leggerete questo fogliostarò
come spero e prego Iddio
attendendovi a vita migliore ».
Vedi Archivio Storico italiano (Firenze 1841-44
Appendicetom. i).
ROSSETTO (tecn. e cost.). — Sostanza colorante rossaa base di cartamina
usata come belletto.
ROSSI (geneal. e biogr.). — Illustre ed antica famiglia di Parma
discendente da nn Orlando detto Del Rosso
da cui il cognome de' Rossi. Orlando era d'origine italianagiacché gl'individui appartenenti alla sua casa professavano legge romana
ond'è in inganno chi lo fa discendere da un Ber- ì
nardo conte del contado parmenseprofessante legge salica
e perciò d'origine francese. S'ignora la sua condizionema viveva nel principio del secolo xn. Da'suoi discendenti ingranditi nelle fazioni vennero i conti ed i marchesi di San Secondo. Tutte le numerose famiglie Rossi sparse per l'Italia pretendono di derivare dalla parmeuse ; ma pare uni-lameno che non possano ammettersi nella discendenza d Orlando che il ramo di Mantova
estinto nel 1629
quello di Napoli
estinto nel 1779
ed il ramo di Ravenna
estinto nel 1797. 11 ramo principale di Parma si estiuse nel 1825.
11 sunnominato Orlando ebbe un figliuoloesso pure Orlando
il quale viveva nel 1147
e fu padre di Bernardo
segnato ad una sentenza 24 giuguo 1162 del vescovo Ermanno
vicario imperiale in Italia
con cui veune confermata la giurisdizione del luogo di San Secondo al capitolo dei canonici della cattedrale di Parma contro le pretese dei consoli della repubblica. Questa terracon ampli privilegi di mero e misto impero
fu poi venduta dai canonicinel 1365
ai discendenti dell'istesso Bernardo.
Orlandosuo figliuolo
podestà di Parma nel 1180 (per particolare privilegio de' suoi concittadinigiacché era uso nelle città d'Italia di chiamare sempre forestieri a quella diguità)
nel 1186 fu spedito dai Parmigiani a Milano per assistere alla coronazione in re d'Italia d'Arrigo
tiglio dell'imperatore Federigo. Nel 1192 fu del magistrato dei consoli che reggeva Parma
e nel 1198 fu posto al governo della patria col titolo di rettore. L'anno dopo ricuperò Borgo San Donnino
riportando una vittoria sui Piacentini che se n'erano impadroniti. Nel 1200 fu chiamato podestà a Bologna
a cui ricuperò i luoghi d'Argenta e Sassatelio
e compi Castel San Pietro
edificato allo scopo d'impedire agrimolesi le escursioni nel contado bologuese. Nel 1201 fu nuovamente podestà di Parma; di Modena nel 1207 e 1212; di Cremona nel 1213.
Bernardofigliuolo di Orlando
fu podestà di Modena nel 1213
di Siena nel 1224
di Modena nuovamente nel 1226
di Reggio nel 1227
d'Asti nel 1229
di Cremona nel 1231
di Firenze nel 1236
di Bergamo nel 1238 e di Mantova nell'anno medesimoe nuovamente podestà di Firenze nel 1243. Benché fosse stato sempre affezionato alla causa imperiale
l'elevazione al pontificato d'Innocenzo IV
fratello della moglie sua Maddalena Fieschi e le successive vicende di Federigo
che era citato al Concilio di Lione e contro di cui si predicava una crociatafecero nascere dei sospetti nell'animo dell'imperatore sulla costanza di Bernardo nel mantenersi nella fazione che aveva fino allora seguita. Federico
per la lunga esperienza che aveva della fedeltà del Rossi
usava con lui molta famigliarità
ma nel 1245
avendolo secolui all'esercitosi lasciò sfuggire parole mordaci ed ironiche a suo riguardo. Acceso Bernardo di terribile sdegno
fuggì dagli accampamenti imperialigiurò vendetta
e si accordò col legato pontificio in Piacenza
ove fa raggiunto dai Sanvitali
dai Correggio e dai Lupi. Nel 1247 Ugo Sanvitale
alla testa dei Guelfi fuorusciti guadagnata la battaglia al Borghettodel Taro
riconquistò la patria. Il Rossi fu pronto ad accor-
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