Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      ROSSI
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      rere colle milizie milanesi e piacentine in soccorso del San vi tale. Accadde allora il famoso assedio di Parma
      presso cui l'imperatore edificò uua città di legnochiamandola Vittoria da quella che soguava di conseguire contro i Guelfi; ma nel 1248 fu sconfitto
      e Vittoria andò in fiamme. Bernardoche scorreva il territorio contro il nemico
      assalito a Collecchio
      cadutogli sotto il cavallofu preso ed ucciso. Altri narrano iuvece ch'egli rimanesse prigione a Collecchio
      e che con 60 Guelfi fosse appeso alle forche nel campo imperiale.
      Giacomofigliuolo di Bernardo
      difese valorosamente la ròcca delle Aspicelle contro l'imperatore. Fu podestà di Milano nel 1250
      di Firenze nel 1258
      d'Orvieto nel 1262 e nel 1271
      di Todi e poi di Mantova nel 1264
      di Perugia nel 1269
      di Rimini nel 12;0
      di Pistoja nel 1284 e nel 1297. Nel 1274 venne chiamato a capitano del popolo in Modena. In questi tempi la sua famiglia continuava a seguire la parte guelfaed ebbe gran parte alla cacciata dei Ghibellini
      seguita nei 1264.
      Ugolinosuo figliuolo
      fu capitano del popolo di Reggio uel 1278
      il primo chiamato colà a tale incarico dal vescovocui n'era -stata affidata l'elezione. Audò podestà a Lucca nel 1282
      nel 1295 e nel 1302; a Perugia nel 1283
      nel 1302 e nel 1304; a Mi ano nel 1285 ; a Modena nel 1287; a Firenze nel 1289; ad Orvieto nel 1298. Essendo podestà di Firenze
      si distinse alla battaglia di Campaldino
      ed ebbe 1'. nore di entrare in città con pallio di drappo d'oro sul capo. Nel 1295
      mentre era per la seconda volta podestà di Lucca
      fu chiamato a Roma da papa Bonifacio Vili
      che gli conferì la diguità di seuatore; carica da lui esercitata con onore e con isfarzo. Nel 1304 fu eletto reggente della gran Corte della Vicaria di Napoli dal re Carlo 11 d'Augiò. La sua discendenza si estinse nel secolo xiv in un altro Ugolino cherimasto vedovo
      divenne protonotario apostolico.
      Guglielmosuo fratello
      fu podestà di Modena nel 1281
      di Milano nel 1284
      di Lucca nel 1290 e nel 1293
      e capitano del popolo di Bologna nel 1291. D'allora in poi è sempre nominato onorevolmente nelle storie della sua patria come uno dei più ze-lauti protettori della libertà. Nel 1303 Giberto da Correggio fu acclamato signore di Parma; Guglielmo
      seguito da' suoi parzialisi ritirò alle sue castella
      fiuchè nel 1308 gli riuscì di penetrare nella città e di porre in fuga il nuovo signoreil quale
      sebbene simulasse di entrare in accordi col Rossi
      pureafferrata la buona occasione
      investi ! i Guelfi
      e rottili a Ghiarola ed a Torchiara
      scacciò j da Parma i Rossi colla parte guèlfa. Rientrò per poco ad intercessione di Arrigo VII imperatorema di nuovo espulsa
      non posarono le armi fino al 1314
      quandofatta la pace
      Maddalena figliuola j del Rossi fu data sposa al da Correggio. Due anni dopoRolando
      figliuolo di Guglielmo
      vendicò i torti che Giberto aveva fatti a suo padre. Nel 1336
      già vecchiodovè per la quarta volta abbandonare la patria per prepotenza di Mastino della Scala
      che n'era divenuto signoree che proscrisse la famiglia Rossi. Si ritirò a Venezia
      e poscia a Padova
      ove mori nel 1339.
      Maniliofigliuolo di Guglielmo
      allorché nel 1329
      il legato pontificio arrestò in Bologna suo fratello Rolaudo
      convocato in Parma il consiglio di Credenza
      decise i suoi concittadini a confederarsi con Lodovico il Bavaro e ad abbandonare gl'interessi del pontefice. Venuto poi Lodovico in Parma
      Marsilio vi fu dichiarato vicario imperiale unitamente ai fratelli Pietro e Rolando. Accompagnò l'imperatore fino ai confini d'Italia
      e tornò in patria con titolo di vicario imperiale di Lombardia. Riprese le armi contro il legatosconfìsse le sue milizie al Borgo di Panigale sotto Bologna
      facendo illustri prigionierie si inpadrouì di Borgo San Dounino. Nel 1332 trovossi alla vittoria di Sau Felice
      riportata da Carlo figlio di Giovanni re di Boemia contro i collegati di Castelbaldo
      e in premio del suo valore vi fu creato cavaliere. Nel 1333 Parma fu assalita dagli Scaligeri
      e Marsilio se ne trovò alla difesa ; ma dappoiché le cure dei Rossi per astenersi nel dominio della città furono infruttuoseegli fu spedito a Veroua
      ove fu stipulata la cessione di Parma agli Scaligeri. Era garantito ai Rossi il possesso di Borgo San Donnino
      ma nel 1336 Azzo Visconti venne ad assediarlo e se ne impadronì
      malgrado la valorosa difesa che Marsilio ne fece. Andò allora ai servigi dei Veneziani
      e valorosamente si condusse nella guerra contro gli Scaligeri nel 1336
      a capo di una delle tre schiere compo* nenti l'esercito. Guerriero valente per accortezzaacquistò grande riputazione
      ed alla morte del fratello Pietro avrebberlo nominato supremo duce se non fosse morto otto giorni dopo. Lasciò una sola figliamaritata al marchese Uberto Pallavicino.
      Ugolinofratello di Marsilio
      eletto vescovo di Parma nel 1323
      si ritirò alla Corte d'Avignone nel 1334 quando gli Scaligeri s'accinsero alla conquista di Parma. Ritornò in patria nel 1341 allorché Azzo da Correggio se ne impadronì; ma divenendone poscia padroni i Visconti
      lo chiamarono a Milano
      ove morì nel 1377
      con fama di essere stato avvelenato. Fu grande amico ed estimatore del Petrarca.
      Pietrocooperò col fratello Marsilio affiuchè i Bolognesi
      disertando le insegne pontificieseguissero le parti di Lodovico il Bavaro
      e perciò fu spedito ad invitarlo a Parma. Nel 1332 assistette i Lucchesi contro i Fiorentini occupatori di Barga
      e li obbligò a capitolare. Si distinse nel 1332 alla battaglia di San Felice
      ove Carlo
      figliuolo di Giovanni re di Boemia
      lo creò cavaliere. Nel 1333 il re Giovanni gli conferì
      non meno che ai fratelli Rolando e Marsilio
      la città di Lucca in vicariatoche dovette cedere alle armi degli Scaligeri l'anno seguente. Nel 1336 volò alla difesa di Pontremoli
      unico luogo che rimaneva ancora alla sua casa; assediato dagli Scaligeri
      quando chiamato dai Veneziani nella lega coi Fiorentini contro i medesimifu pei suoi grandi meriti posto a capo dell'esercito confederato
      ed operò maraviglie di senno e di valore. Occupata Padova
      passò subito ad assediare Monselice
      difeso da Pietro dal Verme
      che dopo pochi giorni uscì improvvisamente per sorprendere gli a8Bedianti. Il Rossi
      chiamati i soldati all'armipose il nemico in fuga
      ma mettendosi ov'era maggiore il pericolotrapassato da una lancia
      mori dopo due giorninel 1337. Fu peritissimo nell'arte della guerra
      alieno d'ogni crudeltà e ladroneggio
     
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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 2)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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