Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
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il Moro addimostrò a chi aveva tanto contribuito a rendere la sua casa signora di Lombardia.
Giacomofigliuolo di Pietro Maria
condottiero negli eserciti di Francesco Sforza
fu spedito nel 1455 in soccorso di Bologna
minacciata da Jacopo Piccinino. Nel 1468 fu agli stipendii di Giovanni Bentivoglio signore di Bologna. Nel 1482
quando suo fratello Guido fu forzato ad una pace onerosa col Moro
questi cercò d'averlo a'suoi stipendi!
ma egli si rifiutò
anzi ebbe la condotta di 300 cavalli dai Veneziani
dai quali fu stimolato a riprendere le armi contro il Moro
che poi spogliò la sua casa di tutto lo Stato. Ritornato presso i Veneziani militò nella guerra di Roveredo. Mori lasciando nove figli naturali.
Guidofratello di Giacomo
governatore di Pon-tremoli e della Lunigiana nel 1478
e condottiero d'uomini d'armi nel 1479
accorse alla difesa del padreassalito da Lodovico il Moro
e fu dichiarato ribelle. Morto il padreseguitò a difendersi contro gli Sforza ma dopo accaniti combattimenti
e dopo che il Moro l'ebbe rotto in più scontriperdute tutte le sue castella
incluso San Secondo
sbandeggiato da Parma
si ricoverò nel 1484 presso i Veneziani
dai quali gli fu assegnata una pensione ed una condotta di 200 uomini d'armi e 300 arcieri a cavalloe servi la Repubblica nella guerra del 1487 contro Sigismondo arciduca d'Austria. Mori a Venezia nel 1490.
Giovannifratello di Giacomo e di Guido
allo apparire di Carlo Vili in Italia ne prese le parti; sconfitto quel renel 1495
alla battaglia di For-novo
si ritirò dagli Stati di casa Sforza. Visse sempre nelle avversità e ramingoe finalmente
essendo già vecchiomori in San Secondo
che i Francesi avevano restituito a suo figlio.
Bernardofigliuolo di Guido
quando nel 1483 fu spogliata la sua casa di tutte le signorieebbe dai Veneziani una condotta con 200 cavalli; ma datosi allo stato ecclesiastico
ebbe l'arcidiaconato di Padova e l'abbazia di San Sigismondo di Zara. Nel 1488 Innocenzo Vili lo nominò vescovo di Belluno
ove eresse a sue spese la cattedrale. Nel 1499 fu eletto vescovo di Treviso
ove assai poco si lasciò vederesoggiornando per lo più iu Roma. Nel 1517 andò vice-legato in Romagna. Ritornò poi in Roma
donde fuggi nel 1527 in occasione del sacco dato dal contestabile di Borbone
e mori quell'anno medesimo in Parma.
Filippo Maria
fratello di Bernardo
allorché la sua famiglia venne spogliata d'oggi signoriaandò agli stipendii della Repubblica di Venezia
fu col padre alla guerra di Roveredo
e poscia venne eletto governatore di Rovigo. Nel 1495 si trovò coiresercito veneto alla battaglia del Taro
e l'anno dopo militò pei Veneziani nel regno di Napoli. Più tardi si pose allo stipendio dell'imperatore Massimiliano
cbe nel 1510 lo nominò governatore di Modena. In quest'occasione facendo alcune scorrerie nel Parmigiano
ricuperò Bar-done e Corniglio
da lui fortificati con grande dispendio. Andò quindi luogotenente di Romagna per suo fratello Beruardo
e ritiratosi a Corniglio vecchiovi mori nel 1529. Portava il titolo di conte di Berceto e Corniglio.
Camillofigliuolo di Filippo Maria
gran signore e uomo d'ingegnomori nel 1573
lasciando uu figlio di nome Filippo Maria
il quale moriultimo della sua linea
nel 1647
nella rocchetta di Parma
carcerato per delitti.
Trollofigliuolo di Giovanni
fu il primo marchese di San Secondo
e a lui si debbe la ristau-razione della famiglia. Nel 1497 si recò in Asti e prese servizio presso i Francesi. Seguì Luigi XII nella conquista che fece del ducato di Milano nel 1500
e in quest'occasione gli furono restituite molte delle sue castellaed altre ne ricuperò per compra. Nel 1505 Luigi XII lo nominò senatore di Milano
e gli diede la investitura di San Secondo col titolo di marchesato. Morì in San Secondo nel 1521.
Glanglrolamofigliuolo di Troilo
nato in San Secondo nel 1505
e destinato dai genitori alla carriera ecelesiasticafu nominato da Leone X pronotario apostolico nel 1517
benché avesse soltanto dodici annie più tardi ebbe il vescovado di Pavia. Menò vita disordinata
e accusato d'omicidiofu sostenuto due anni in Castel Sant'Angelo
ove ebbe a compagno il buon umore di Benvenuto Cellini. Nel 1549 Giulio III gli restituì il vescovadolo elesse governatore di Roma nel 1551
e gli avrebbe conferita la porpora se la Casa Farnese non si fosse a tutto potere opposta. Mori in Prato nel 1564. Fu poeta lirico molto distintoma le sue rime non comparvero al pubblico che nel 1711. Sono inediti nella Vaticana i suoi Discorsi e Ragionamenti
ove si tratta di politica e dell'arte della guerra. Inedita nella Riccardiana in Firenze è la sua Vita di Giovanni Medici. Di tante altre sue fatiche letterarie s'ignora la sorte. Non è molto però che presso i Tempi in Firenze si trovarono frammenti d'una storia generalea cui aveva dato mano. È inedita altresì nei codici Trivulziani una descrizione del sacco di Roma
della quale credesi autore.
Pietro Maria
fratello dell'antecedentesecondo marchese di San Secondo
fu in prima sua gioventù alla Corte di Francia in qualità di paggio. Nel 1525 prese stipendio nell'esercito francesefacendo parte delle famose Bande Nere guidate da Giovanni Medici suo cugino
nelle quali bì distinse per valore. Quando il contestabile di Borbone piombò sopra Roma
il Rossi giunse coll'esercito della Lega nei contorni di quella metropoli dopo il saccoe venuto a contesa con Francesco Guicciardini
luogotenente pontificioentrò in Roma e prese servizio nell'esercito imperiale. Nel 1527 fu spedito alla difesa della Puglia quando Lautrec invase coi Francesi il regno di Napoli. All'assedio di Firenze fu uno dei condottieri chiamati a seguire il principe di Orange
che comandò l'impresa; e si trovò alla battaglia di Gavinana. Nel 1535 segui Carlo V nell'impresa di Tunisi
nel 1536 in quella di Provenza
e nel 1537 fu spedito in soccorso de'Veneziani contro i Turchi
e fu il primo all'assalto di Castelnuovo. Ritornato in patriapoco vi stette; chè malcontento del pontefice e di varii principi italiani
andò in Francia
ed ebbe la carica di generale dell'infanteria italiana da Fraucesco I ; operò prodigi di valore in molte occasioni. Ma infermo e affievolito dalle ferite riportate in tante battaglie
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