Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
fcOSSl GIAN-VITTORIO - ROSSI LUIGI FELICE
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d'Italia si tenne fermo alla parie degli Spagnooli
e mori nubile in Farfengo nel Cremonese nel 1650.
Scipionefratello di Troilo e di Pietro Maria
ottavo marchese di San Secondo
nel 1657 servì la Corte di Spagna nelle guerre di Lombardia contro i Francesi. Fondò un ospedale in San Secondo
ed inalzò la chiesa della B. V. detta del Serraglio. Morì nel 1715 a Farfengo di ottantasette anni.
Federigofigliuolo di Scipione
nono marchese di San Secondo
servi presso il principe Eugenio di Savoja nella guerra di successione. Morì in San Secondo nel 1754.
Pietro Maria
figlio di Federigo
nato nel 1689
decimo marchese di San Secondo
morì in Cremona nel 1754
pochi giorni dopo del padre.
Troilo. fratello di Pietro Maria
morì nel 1759.
Scipionefigliuolo di Pietro Maria
undecimo marchese di San Secondo
uno de* più stimati gentiluomini di Lombardia
all'arrivo dei Francesi in Italia nel 1796 si ritirò a Venezia
dove morì senza prole nel 1802.
Giangirolamofigliuolo di Troilo
dodicesimo ed ultimo marchese di San Secondo
per sentenza del magistrato camerale di Parma successe a Scipione suo cuginoe morì in Padova nel 1817 senza prole.
Guidofratello di Giangirolamo
ciambellano e colonnello della duchessa di Parma
morì
ultimo di sua famiglianel 1825.
Hanno scritto intorno ad essa: Carrari
Eistoria della famiglia dei Rossi Parmigiani ( Ravenna 1583)
— Affò
Vita di Monsignor Giangirolamo Rossi de% marchesi di San Secondo
vescovo di Pavia (Parma 1785) — CaviceoMaximo humana im-becillitatis simulachro fortuna bifronti vita Petri-maria de Rubeis viri illustris — Descrizione delle pitture rappresentanti i fasti della famiglia Rossi nel castello di San Secondo (Milano
per Paganello)
— Rossi Gaspero
Sommario della Historia de' Rossi parmegiani (Vicenza 1629) — Rossi Federico
Elogia virorum Rosciorum bellica virtute et literis illu-striuminedito nella biblioteca di Parma.
ROSSI Gian-Vittorio (in latino Janus Nicius Ery-thraus) (biogr.). — Biografo e filologonato a Roma l'anno 1577
morto nel 1647
apparò le lettere presso i Gesuiti
udì le lezioni di leggi di Lepido Picco-lomini
e dopo avere invano aspiratoper la sua mala fortuna
a varii impieghi onorevolifu ridotto a vivere alcun tempo sotto il patrocinio del cardinale Peretti. Essendo morto questo prelato nel 1629
il Rossi
risoluto di consacrare il resto della sua vita unicamente allo studiosi ritirò in una solitudine sul monte Onofrio
donde lo trasse il cardinale Chigi
che fu poi Alessandro VII e che gli fu largo di tutte le cure dell'amicizia. Le opere del Rossi lo fanno annoverare fra i buoni latinisti moderniancorché presentemente sieno poco ricercate. Se ne possono vedere i titoli nel tomo 33° delle Memorie di Niceron
ed in seguito alla sua Vita che C. Fischer mise in testa ad un'edizione delle Epistola ad di-versos di questo stimabile letterato. Ci basterà di citare le seguenti: Orationes
ecc.(Roma 1603
in-8°; Colonia [Amsterdam]presso G. Blaen
1649
per cura di Bartoldo Niho) ; Eudemia libri Vili (satira) (Leida
oppure Amsterdam
per gli Elzeviri
1637); Diàloghi (Parigi 1649
in-8°; Colonia [Am-
sterdam] 1645-49
2 voi. in-8°); Pinacoteca imagi num illustrium virorum qui auctore superstitediem sttum obierunt (ivi 1643-1648
tre parti in-8°; Lipsia 1712; Wolfenbuttel 1729).
ROSSI Giuseppe Nicola (biogr.). — Nacque in Bagnoli del contado di Molise
ora detto Bagnoli del Trigno
il 30 novembre 1767 ; morì in Napoli nel 1834. Dopo gli studii elementari in patriae poi in Napoli ove apparò diritto da Mario Pagano
laureato e licenziato in leggediessi al fòro
in cui apparve non solo uom di raro ingegnoma anche disinteressato verso i clienti. Nel 1799 prese parte caldissima nella Repubblica partenopea
di che rilevò atroce persecuzione e poi il confine. E quandonel 1800
re Ferdinando perdonò i delitti di felloniail Rossi fu de'pochi esclusi dal beneficio dell'amnistia; per la qual cosa se ne andò prima a Marsiglia
poi a Parigi
dove trascinò cinque anni la vita stenta fra ogni maniera di privazionimanovale per un anno
commesso negoziante pel resto. Tornato a Napoli nel 1806
ripigliò l'esercizio del fóroche dovette intermettere per un pajo d'anni che fu segretario generale nell'Intendenza di Trani. Nuovamente ricoverato nel fóro
e poi nominato giudice di Gran Corte criminale e procurator regio nel Tribunale d'Aquila
passò successivamente a giudice di Gran Corte civiletramutato in Chieti
quindi a Salerno
ove stette sino al 1820. Chiaritosi rivoluzionario con tanto maggiore espansione quanto più violenta era stata la compressione fatta per celare i sensi dell'animo suodivenuto gran-maestro dei Carbonari
diffuse assai la settae sedette deputato al Parlamento napolitano. Ma soppressa la Costituzione
colossi dapprima oculatamente per eludere il primo empito reazionario; dipoimercè i buoni uffici del suocero
general Pinedo
fu quattro anni esiliato a Roma
e tornato in Napoli
discese la quarta volta nel fóroe vi stette fino alla morte. Scrisse YIntroduzione alla procedura civile del regno delle Due Sicilie
premessa a quella stampata dal Carré in Napoli nel 1829
e volgarizzò il Corso di proc. civ. del Berriat Saint-Prix
con giunte e note per ubo del fóro napolitanopiù volte edito
l'ultima nel 1844
dieci anni dopo la sua morte.
Vedi Albino avv. PasqualeBiografie e ritratti degli uomini illustri della provincia di Molise (Campobasso 1864
voi. ì).
ROSSI Luigi Felice (biogr.). — Compositore e didattico musicale distintonacque in Brandizzo presso ChivasBO di Piemonte il 27 luglio 1805; morì in Torino il 20 giugno 1863. Ebbe a lottare fino dall'infanzia colla propria indole che lo spingeva alla musica
co* suoi che volevanlo prete da primaposcia avvocato. Vince l'indole
e condottosi in Napoli
quivi seguì per qualche tempo gli insegnamenti del celebre contrappuntista Raimondi
la di cui dottrina versando pressoché esclusivamente eulle astruserie del contrappuntoben presto stancò la pazienza del giovane scolare
il quale mal comportando di sciupare il suo talento in lavori gretti e materialicercò ed ebbe mezzo di essere ammesso nel novero degli allievi dello Zingarelli
uno fra i preclari compositori della scuola napoletanae sotto di lui terminò con Boddisfazione del maestro che
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