Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
ROSSI (DE1) BASTIANO - ROSSI (DÉ> (SANBERNARDO
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J?artna (ivi 1764
jn-4°). 11 p. Qqirico Rossi si esprimeva nellesue prediche con chiarezzaeleganza e concisione; e quest'ultima qualità gli pareva essenziale per nn predicatore. « L'uditorio
dicevase pur lagnasi della brevità di una predica
lo fa per cortesia n Egli era studioso della disposjzione delle frasinelle quali ogni vocabolo era collocato con esattezza scrupolosa
e gli acoadeva talvolta di ricominciare-un intiero periodo per rimettere a sito una parolache nel calore della recita aveva pronunziata dove non conveniva. Questa delicatezza
facile a degenerare in un vizio coutrario e peggiorecioè quella dell'affettazione
proveniva in lui dall'abitudine del far versi ; l'orecchio del poeta era quello che voleva regolare il discorso dell'oratore. . BOSSI (de') Bastiano (biogr.). — Detto V In ferrignoletterato
viveva a Firenze nella seconda metà del secolo decimosestoe fu uno dei fondatori dell'Accademia della Crusca col Canigiani
col Grazzini ed altrie ne fu nominato segretario. Di carattere aspro ed inflessibile
come significa il nome assunto ìo'Nferrigno
fu nemico accerrimo del Tasso
e compilò 1% condanna in stile bernesco dell'Accademia della Crusca contro la Gerusalemme liberata. Oltre di ciò egli si adoperò per impedire che alcun passo di quel poemi\ fosse citato nelle due prime edizioni del Dizionario dell'Accademia. Il Rossi diede edizioni manchevoli di Dante
del volgarizzamento del Trattato d'agricoltura di Crescenzi
testo di linguae di altri autori. Egli dettò inoltre una Lettera
nella quale si ragiona di T. Tasso (Firenze 1585) e pubblicò una Descrizione delle magnifiche feste date a Firenze in occasione del maritaggio di Cesare d'Este e di quello di F. dei Medici (Firenze 1585 e 1589).
Vedi: Negri
Scrittori fiorentini — TiraboschiStoria della letteratura italiana. -- ROSSI (de*) Bernardo Maria (iq latipo De Rubeis) [biogr.). — Erudito
nato il 18 gennajo 16Ó7aCi-vidal del Friuli
morto l'8febbrajo 1775 a Venezia
entrò a diciottenni nell'ordine di san Domenico
ed ultimata la sua educazione a Firenze
andò ad addottorarsi a Venezia
ove insegnò per tre anni filosofia nel convento delle Zattere. Ne} 1718 fece un viaggio a Vienna e strinse amicizia col dotto Apostolo Zeno. Al ritorno accettò la cattedra di teologia e non la rassegnò; che nel 1730 per consociarsi intieramente allp studio ed alle pratiche di religioso asceticismo. Negl'anno 1722 aveva accompagnato in qualità di teologo i senatori Fosca-rini e Tiepolo incaricati d'una missione particolare presso la Corte di Francia. > La biblioteca del suo convento di cui gii fu affidata l'amministrazionedivenne per. le sue cure una delle più ricche di Venezia
soprattutto dopo il. dono di tutte le opere e manoscritti che aveva raccolti. Gli scritti principali del Rossi sono: De fabula monachatus bene-dictini D. Thomas Aquinatis
(Venezia 1724); Sy-nodus Mantua a. 1327
nel.voi ix della Raccolta dei Concilii del 1729; Monumenta ecclesia aquile-jensis commentario illustrata\ (Venezia 1740); De nummis patriarcharnm aquilejensium (ivi 1747-49); De gestis et scriptis ac docùcina S. Thoma Aqui-i taf is (ivi 1750): Di ss. Il de Turanio seu Tyrannio Rufino; de vetuatis lituryiis (ivi 1754); De Theo*
phylacti Bulgaria archiep.
nel volume primo delle opere di Teofilatte (ivi 1754) ; De peccato originali (ivi 1757); De charitate (ivi 1758); Dissertationes varia eruditionis (ivi 1762). Questo dotto religioso pubblicò anche Thoma Aquinatis Opera theologica (Venezia 1745-1760
in 28 voi.); Georgii Cyprii patriarcha vita (ivi 1753) e Vita Benvenuta Bo-jana (ivi 1757). Il numero delle sue opere manoscritte oltrepassa però quello delle stampate.
Vedi : Nuova raccolta Calogeriana (xxvm) — Giornale dei letterati (voi. ix
1776).
ROSSI (de) Gianbernardo (biogr.). — Celebre orientalistasortì i natali da ragguardevole famiglia il 25 di ottobre 1742 in Castelnuovo
provincia d'Ivrea
morì in Parma nel marzo del 1831. Fece i primi suoi studii in Ivrea
e fu laureato in teologia a Torino. L'obbligo imposto dal re Vittorio ai giovani che aspiravano ad addottorarsi in questa Facoltà di studiare l'ebraicofu la cagione determinante che trasse il De Rossi a darsi tutto a lavori sulle lingue orientali. Insegnando il Marchini
dotto orientalistanel 1764
egli si pose allo studio della lingua ebraicanella quale in breve si profondò in mòdo da tradurre e comporre poemi. Così pur fece delle lingue orientali affini; ma le studiò da se stesso
e nel 1767 presentò alla Corte nove poemi orientali. Opere di maggior mole egli prese allora a comporrecome sono quella Dello studio biblico e l'altra dei Motivi contro la necessità della lingua ebraica confutati. La prima giacque inedita
la
.seconda vide la luce in Torino nel 1769. La dottrina orientale del De Rossi indusse la Corte di Torino ad impiegarlo nel regio museo ; ma quella di Parma
pochi mesi dopogli offerse la cattedra di lingue orientali nella Università quivi grandiosamente ristabilita. Egli accettò una carica che tanto bene si conveniva ai prediletti suoi studii
e nell'ottobre 1769 si trasmutò in Parma
ove fermò poscia la costante sua dimora. Quivi trovò un buon principeche aveva per ministro il gran mecenate delle scienze e delle arti
Du Tillot; un'Università fondata sopra provvide leggi ; una schiera d'ottimi ingegniquali il Bernieri
il Mazza
il Millot
il Venini
l'Amoretti
il Soave
il Pagnini ; una ricca bibliotecauna magnifica stamperia
diretta dal gran Bodoni
suo paesanocome pur era il Paciaudi
creatore della nuova Università.
Lungo troppo sarebbe tener dietro al De Rossi nell'immensa serie de' suoi studii e lavori biblici e orientalie far cenno delle moltissime opere
che per tutta la dotta Europa rendono grande e venerato il suo nome. Può di queste vedere un elenco il lettore nell' opera del Corniani
1 secoli della letteratura italiana (voi. ilp. 484). Basta qui il citare la seguente: Varia lectiones Veteris Testamenti ex immensa mss. editorumque codicum congerie hausta
ad vetustissimas versionesad accuratiores sacra critica fontes ac leges examU nata
perpetuisque notis historico criticis illustrata (Parma 1784-1788
4 voi. in-4°); nella quale egli solocolla sua energia
condusse felicemente a termine in po' più di quattro anni un'impresa che in Inghilterra aveva costato sterminate sommee il lqughissimo lavoro di molti eruditi. Per radunare l'j^qieuso ammasso di codici
di che abbisognavat^ooQle
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