Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      ROSSO t)ÉL ROSSO - fiosso MARti
      73.1
      Vedi: Gingueué. Histoire littér. d'Italie (ix) — QuadrioDella storia d'ogni poesia (li
      432 e ?i. 29).
      ROSSO DEL ROSSO (biogr.). - Pittorenato a Pi-renze nel 1496. Egli stese il dominio suo su tutte le arti
      poesia
      musicaarchitettura. Non ebbe maestro
      od almeno imitare non volle la maniera di nessun pittore; il suo ingegno e Io studio particolare cui fece delle opere di Michelangelo e del Parmigiano gli bastarono. La prima opera che lo fece conoscere fu un Assunta
      ch'egli dipinse a Firenze nel chiostro dell'Annunziata. Egli volle che tale dipinto non solo fosse il più belloma il più vasto di tutti quelli che si veggono in quel-l'edifizio
      che era Btato abbellito dai più valenti artefici del suo tempo. Tutte le produzioni di Del Ross » sono notabili per la novità dello stilee la sua originalità è da esso spinta talvolta sino alla bizzarria. Cosi nel quadro della Trasfigurazione
      cui dipinse a Città di Castello
      invece di mettere gli apostoli nel primo pianovi pose una mano di zingari. Scevro da tali rimproveri è lo stupendo qnadro da lui fatto jier la chiesa della Trinità
      e che vedesi attualmente nel palazzo Pitti
      rappresentante la Vergine accompagnata da parecchi santi. Vedesi pure nell'oratorio di San Carlo una sua Deposizione di croceche non ò intieramente terminata. Egli dipinse lo stesso soggetto nella chiesa di santa Chiara a Borgo Sau Sepolcro. Fatto prigioniero dai Tedeschi nel sacco di Roma del 1527
      e spogliato di quanto possedevacercò rifugio successivamente a Borgo San Sepolcro
      Arezzo e Venezia
      dove fece numerosi lavori. Francesco I lo chiamò in Francia
      e gli diedesotto il titolo di soprantendente
      la direzione di tutti i lavori d'arte che si facevano a Fontainebleau. Secondo i disegni di questo artista fu costruita la gran galleria del castelloda esso lui ornata di pitture
      fregi e ricche opere di stucco. Questi lavoridistrutti oggidì quasi del tutto
      gli meritarono da parte del rea titolo di ricompensa
      uno dei canonicati della Santa Cappella. L'autorità di cui godeva il Rosso eccitò l'invidia dei suoi colleghi; nè vide egli stesso senza gelosia i successi del Primaticcio
      chiamato esso pure d'Italia in Francia. L'astio di questi due competitori sempre più s'accendevaquando un funesto accidente venne a liberare quest'ultimo da un emulo importuno. Disperato per avere ingiustamente accusato di furto il suo amico Pellegrino
      la cui innocenza fu riconosciuta dopo cbe ebbe sofferta la torturail Rosso per togliersi al disonore mise fine a'suoi giorni con veleno l'anno 1541. Una grande intelligenza del chiaro-scuro molta
      arditezza e varietà nella disposizione dei gruppima poca varietà nell'imitazione della natura sono
      insieme col grandiosocon la vivacità dell'immaginazione ed uno splendido colorito
      i principali caratteri dello stile di questo valente artefice. 11 museo del Louvre a Parigi possiede di lui un quadro che rappresenta la Vergine in atto di ricevere gli omaggi di santa Elisabetta ; un Cristo nella tomba; e Marte e Venere serviti dall'Amore e dalle Graziedisegno a penna. Furono riprodotte per intaglio la maggior parte delle composizioni di questo artista
      che viene giustamente biasimato di esseretalvolta caduto nel genere bizzarro per voler tendere all'originalità.
      ROSSO (cav Giuseppe del) (biogr.). — Architettonato in Roma il 15 aprile 1760 di padre parimente architetto
      fu da questo condotto assai giovine in Firenze
      e sotto la sua disciplina cominciò ad applicarsi con frutto allo studio dell'arte. Nell'età di ventiquattr'anni cominciò a dar saggio di sua perizia eseguendo varie commissioni affidategli da Leopoldo 1
      e del suo sapere col rispondere ad un programma dell'Accademia di Parigi sulla questione: Qual fosse l'architettura presso gli Egiziani
      e cosa impararono i Greci da quella nazione? Affine di studiare gli antichi monumenti dell'artein età di trentanni tornò a Roma
      dove conobbe i più cospicui architettifra altri il D'Agincourt
      che per la sua grand'opera non ricusò valersi delle sue cognizioni. Ritornato in Firenze nel 1791
      molti furono i lavori e pubblici e privati da lui eseguiti man mano. Addetto alla Corte
      disegnò e costruì per essa un quartiere d'inverno nel palazzo Pitti
      e fu incaricato dei grandi apparecchi per le esequie dell'imperatore Leopoldo
      poi di quelle della imperatrice vedova. Furono opera sua le numerose ristaurazioni fatte nella città di Siena
      danneggiata pel terremoto del 1798
      le ristaurazioni dei Palazzo Vecchio in Firenze
      e molti abbellimenti procurati nei pubblici e privati editizinon che nelle vie e piazze della detta città
      in qualità di architetto del Comune. Non intralasciava intantò di attendere ad altri lavori che gli venivano commessi per le altre città e parti della Toscana
      nò di scrivere opere risguardanti materie architettonicheed antiquaria ed altre belle arti. Fu onorato di varii uffizi e decorato della croce dell'ordine di San Giuseppe. Appartenne a varie società acca* demiche
      fra altre all'economica-agraria dei Geor-gofili di Firenze
      e moridopo lunga e penosa malattia
      il 22 dicembre 1831
      lasciando fama di' uomo dotto e probo. La sua copiosa libreria di preziose opere d'arte fu con suo testamento destinata in premio a quello che nei cinque anni dopo la sua morte scrivesse la miglioré storia dell'architettura toscanadesiderando che
      ove in detto tempo nessun'operà si presentasse a tal concorsopotesse venire dal Governo concesso un indugio di altri cinque anni ; e che dopo i dieci anni la libreria tornasse ad essere proprietà dei suoi eredi
      eccettuati i centrenta tomi di preziose miscellaneeda lui legati alla libreria Riccardiana.
      Molti sono gli scritti stampati da Del Rósso (alcuni senza il suo nome)
      dei quali si può vedere l'elenco nefl'Antologia di Firenze dell'aprile 1832
      p. 203-205
      e fra cui citeremo soltanto i seguenti : Della pittura delle cupole e vòlte (Roma
      nell'^ln-tologia romana
      1795); Pratica ed economia dell'arte di fabbricare (Fireuze 1789 e 1827); Del-Veconomica costruzione delle case di terra (ivi 1794); Della necessità di riformare Targano comune per uso delle fabbriche (1722).
      ROSSO MARE o GOLFO ARABICO (lat. Rubrum Mare
      Erytrhceum Mare
      Arabtcus Sinus
      gr. ^ épOpi 3q&ocOceano Indiano
     
      che si estende fra l'Arabia e l'Africa
      dallo stretto di
     


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 2)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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