Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
&OBSÒLANI - ÉOSt VALfeNtiNOCÉtSf lANO FÈDERÌCÒ
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I rivolgimenti cagionati dalle guerre di Eraclio e 'Cosroe
gli Àrabi o Saraceni* posti ai confini della ¦ Siria
dell'Egitto e della Persia
avevano nelle loro * mani la massima parte del ricco commercio colla Etiopia
coll'Africa S. e colFtndia. Dalla metà del ix secolo in poila popolazione araba dell'Egiaz intrattenne relazioni commerciali coi paesi N. del-l'Europa e col Madagascar
coll'Africa E.
e col-l'India e colla Cina
diffondendovi la propria linguale proprie monete ed il sistema indiano dei nnméri. Ma dacché il califfo Almanzor (Al-Mansur)
dominante dal 945 al 953
fece chiudere il canale che congiungeva il Mar Rosso col Nilo
la linea importante di comunicazione per il commercio dell'Egitto coll'lndia e colla costa E. dell'Africa meridionale non fu mai più ristabilita. Ciò non ostante continuò il Mar Rosso ad essere nel medio evo la via di comunicazione colle Indie per le navi dell'occidente europeo ; e Venezia
Genova. PisaMarsiglia ed altre città del Mediterraneo fecero quell'immenso traffico
col quale si resero si floride e potenti. La scoperta del Capo di Buona Speranza fece mutar affatto questo ordine di cosee la comunicazione dell'Europa colle Indie pel golfo Arabico divenne quasi nulla.
Oggi però
dopo l'apertura del canale di Suez
ha ripreso e raddoppiato la antica importanza. L'Italia oltre agli interessi cortmercifili e marittimi che vi ha comuni con le altre grandi nazióni trafficantiha in questi ultimi tempi assunto sulle rive del mar Rosso una posizione eccezionalmente notevole
mercè la occupazione di Assab e di Mas-sauah. Nella gara sollevatasi tra le Potenze europee per richiamare in onore la politica colonialel'Italia ha voluto prendere anch'essa il suo brano di Africa. Sul vero e durevole valore di questa tendenza dell'epoca nostra non è forse venuto ancora il giorno opportuno per pronunciare fondato ed imparziale giudizio. Tutto ciò che per ora può consigliare l'amor di patria
è di augurare che il Valore e i sacrificii dei nostri bravi soldati su quelle rive poco ospitali non abbiano da essere invano prodigati (V. Assab e Suez).
Per tutto ciò che concerne le notizie degli antichi scrittori sulla geografia del Mar Rosso
gioverà consultare l'Atlante annesso al Mailer ai suoi Geographi r Grati Minores (Parigi 1855)
in cui l'autore raffrontò accuratamente le posizioni indicate da Agatarchide
ArtemidoroPlinio
Tolomeo e dallo Pseudo-Arriano colle recenti ispezioni di Moresby
Carlsss ed altri.
ROSSOLANI (lat. Ro volanigr. T>w*oXavol) (etnogr.). —» Popolo di stipite sarmatieo
che comparisce nella storia soltanto un secolo circa av. C.
sulle steppe tra il Dnieper e il Don
più tardi presero stanza aleuni di essi nella Dacia e dietro i Carpazi (Strab.
ilp. 214; vir
p. 294
306
3"7
309; Plin.
iv
12; Ptol.
ih
5
§ 19
24
25). Narra Strabone (vii
:p. 306) la sconfitta toccata ai medesimi ed al loro duce Tasio
per opera di Diofanto
generale di Mitridate
e profitta di cotesta congiuntura per descrivere parecchi: dei loro usi e costumi; che somi-giiavano a quelli dei Sarmati
alla cui stirpe ajf-pàrtenevano. Tacito ricorda {Hist.
i
79) Un'altra disfatta di cotesta gente nell'incursione entro la iMèsia
durante il breve dominiodal 68 ài 69 d. €.
di Galba
Otonee Vitellio; è dàlttscrizione (Orelli
lnscr.
750) che nota le onorificenze largite a Plau-zio Silvano
sembra che siano stati sbaragliati pur da costili. Adriano (117-138 d. C.)
che mantenevi la pace alle" frontiere con sussidi pecuniarii alle tribù poverescese a patti col loro rè
forse il Rasparasano dell'iscrizionequando le medesime si lagnavano de'pagamenti (Spartian.
Hadr.
6; Orelli
lnscr.
833). Scoppiata l'indurrezione generale fra le tribù sarmatichegermaniche e scitiche
dal Reno al Tanai
sotto M. Aurelio (161-180 d. C.)
vi si noverarono anche i Rossolani (Jul. Capit.
M. Anton.
22). Colle irruzioni dei Goti
il nome dei Rossolani scomparisce quasi affatto ; e gli À probabile che in parte siano stati sterminati
ed uniti in parte colle tribù affini degli Alani; e che ne abbiano divise le sorti quando gli Unni eruppero dall'interno dell'Asia
varcarono il Don e soggiogarono gli Alani
e più tardicoll'ajuto di costoro
anch'essi gli Ostrogoti. Si ritiene che il nome Racalani (Rhacalani
'PaxotXavoc. Ptol.
ni
5
§ 24) non sia punto differente da quello di Rossolani
ch'ebbero cotesta denominazione dal sarmatieo Rassa (Raxa)
forse l'odierno Volga o qualche altro fiume nelle terre dagli stessi abitate.
Vedi Schafarik
Salv. Alt. (voi. ip. 342).
R0SS0TT0 Andrea (biogr.). — Biografo e letteratonato a Mondovl nel 1610
morto nel 1667
entrò in età di diciasette anni nell'ordine di San Bernardo
compi i suoi studii a Roma e vi passò la migllbr parte della sua vita. Egli insegnò teologia
e si diede alla predicazioneperò senza trascurare le belle lettere
come testimoniano le sue numerose opere in versi ed in prosa. Ei governò alcuni conventi del suo ordine come priorenon che la provincia di Roma in qualità di visitatore generale
e il cardinale Adriano Ceva l'aveva scelto £ér teòlogo. Le sue òpere principali sonò: Le peripezie della Corte rappresentate nelle vite dei fdvóriti (1652-1655-58)
in tre volumi contenenti le Vitq di Tommaso Wolsey
di Cromwell e di Bardas; Axiomata vera et sacra philòsophia (Genova 1660)'; La virtù trionfante e il viziò depressodialoghi morali (ivi 1661); SyUabus scriptorum Pédemontii (Mondovi 1667)
soggetto già trattato due volte da F. A. Della Chiesa nel 1614 e 1660 in italiano; Rossotto vi aggiunse un gran numero di nomi.
e le fonti da lui consultate sono assai più varie ; Peregrinazioni dei Magi (Roma 1649) ; Epinicio alle sacre reliquie dei santi martiri Sebastiano ed altri che riposano nel Cimitero di Calisto (ivi 1651)
ecc.
Vedi C. De ViSch
Bibl. script. Ord. Cisterdensis.
R0ST Valentino Cristiano Federico (biogr.). — Filologo e grammatico tedesco di molta vaglianato il di 16 ottobre 1790 in quel di Gotha
niorto in essa città il 6 luglio del 1862. Dal 18Q2 in poi frequentò il ginnasio di Gotha
dà cui recòstfi nel 18ito all'Università di Jena
dove dedicòssi con ardore alle teologiche e più aàcora alle filologiche discipline. Compiuti nel 1814 i suoi stùdifu invitato a Gotha ad un posto di collaboratore in quel ginnasio
da cui non si mosse più che tré anni prima I di morirenel 1859
resosi impotente ad insegnareLaOOQle
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