Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      ROTAZIONI AGRARIE o AVVICENDAMENTI
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      senza che per ciò siasi accorto della diminuzione della fecondità e della rendita. In questo caso la eccezione mette interamente in dnbbio la spiegazione che ynolsi dare del fattogiacché
      se esistessero tra le piante cotali antipatiedovrebbero essere essenziali all'organismo delle medesime
      le ¦quali non cambiano natura col cangiare di terreno e di clima.
      Un'altra ipotesi fu ammessa e per molto tempo sostenuta a dar ragione del fatto. Alcuni botanicie fra essi il meritamente celebrato De Candolle
      vorrebbero chedurante il ciclo della vita vegetativa
      le piante producessero una certa porzione di escrementiche poi emetterebbero per mezzo delle radici
      e tali escrementi basterebbero ad opporsi al crescere vigoroso della pianta nell'anno susseguentesopra il medesimo spazio di terreno
      come accade pegli animaliche traggono una vita tisica e malaticcia se si lasciano lungamente soggiornare eulle materie escrementizie da essi o da altri prodotte. Tale ipotesi si credette essere confermata 4al fatto
      che irrorando con una soluzione di un sale di piombo una pianticellasi vedea questa dopo alcun tempo stillare delle goccioline di liquido luugo gli organi respiratorii ed alimentari
      e questo raccolto mostrò contenere disciolto molto sale di piombo.
      Se la ipotesi dell'emissione di materie escrementizie ha solo per base questo unico fattonon può essere accettata
      giacché é noto bensì che le piante esalano in buon dato delle materie gasosema non puossi dedurre che da loro emanano eziandio dei liquidi ; e di più è da riflettere che
      essendo i sali di piombo letali alla vegetazionedovea la pianta che mise in mostra quel fenomeno considerarsi in una specie di condizione patologica.
      D'altronde la logica stessa sembra venire in appoggio a coloro che dubitano del fatto degli escrementie delle proprietà mortifere dei medesimi sulle coltivazioni successive. Infatti
      o gli escrementi che si suppongono eliminati dalla vegetazione sono di costituzione organicaoppure di natura minerale. In questo caso essi debbono partecipare della stessa composizione del terreno
      ed allora non possono riuscire nocivigiacché le piante crescenti sopra un determinato spazio di terreno
      se possono togliere all'atmosfera molti dei materiali organici che le compongononon ne ottengono mai altro che in quantità esigua e quasi insignificante di quelli che appartengono alla natura salina. Qualora poi fossero di costituzione organica
      la qual cosa parrebbe meglio supponibileallora essi non potrebbero lungamente resistere
      quand'anche nello stato in cui sono prodotti fossero nociviagli agenti distruttori dell'atmosfera
      e dopo qualche tempo dovriano trasformarsi in ingrasso proficuo alla vegetazione. Ma questo non accadegiacché noi scorgiamo che a lungo andare il terreno a cui non si restituisca sotto altre forme quello che gli fu tolto
      va decadendo di più in più fino a divenire pienamente sterile. D'altronde il fatto che in alcuni paeBi coltivasi lungamente e senza alternativa una stessa pianta sull'identico spazio di terraad es. la canapa uel Bolognese
      nei cosi detti canapai perpetuisenza che bì osservi menomamente decrescere la produ-
      zioneviene in qualche maniera a far tacere quelli che sostengono l'esistenza delle materie escrementizie. Imperocché
      se la canapa emettesse degli escrementi che fossero veleno alle piante successive dell'anno seguentele quantità di ingrassi dei quali sono prodighi gli agricoltori bolognesi alla pianta sunnominata
      e che è la loro prediletta coltivazionenon basterebbero
      a lungo andaread eliminare od a rendere innocua l'azione venefica dei supposti escrementi.
      Noi però
      che non abbiamo su queste ipotesi veruna idea preconcettanon possiamo tacere alcune obbiezioni che le farebbero credere probabili; e pria di tutto ci giova confessare
      che l'analisi dei terreni non è così perfezionata finora da farci credereessere giunti a quello stadio della scienza nel quale si é certi
      che sui dati analitici non può sorgere dubitazione valevolee perciò
      se vi fossero escrementi le operazioni analitiche non sariano forse oggidì in condizione da svelarcene l'esistenzaod almeno la loro natura maligna. Infatti
      se si può parlare per analogiachi si fidasse della sola analisi elementare sulla fàva di sant'Ignazio
      troverebbe esistere nella medesima gli stessi elementi chimici che le indagini analitiche rivelano nel seme di frumentoe la sola esperienza sugli animali è quella che ci attesta trovarsi nella stessa droga la stricnina
      che ognun sa quanto sia velenosa. Cosi potrebbe essere delle materie escrementizie della vegetazioneche gli scienziati non hanno trovato nei terreni: ma ammessa anche questa osservazione
      che pure ha il suo pesorimane sempre il fatto delle coltivazioni a lungo periodo sullo stesso terreno
      e che non saprebbesi spiegare. Ma le ipotesi scientifiche possono passare solamente allo stadio di teoria allorché avvenga che non si scoprano fatti che le contraddicano apertamente. A noi sembra che quello dei canapai perpetuie qualche altro ancora che fu citato dal Bous-singault
      bastino a far rigettare senz'altroche la teoria avvicendamenti abbia qual base l'opinione di dover alternare le coltivazioni per le materie escrementizie delle piante
      senza discutere più o meno sulla loro problematica esistenza.
      Vorrebbero altri schiarire la vertenza appog giando la loro sentenza sopra un fatto incontrovertibilevale a dire sulla forma organizzata e distinta che apparisce nelle diverse famiglie dei vegetali. Osservarono che negli avvicendamenti si alternano per l'ordinario le piante appartenenti alla famiglia delle graminacee con quelle che formano parte della numerosa serie delle leguminose
      e che le prime hanno radici esilissime ed a forma di ciocche di capelliper cui sono dette capelluto
      debolissimej che poco possono approfondarsi nello strato coltivabile
      ond'è che radono la superficie e strisciano , prossime ad essaper la qual cosa sono chiamate anche striscianti; mentre le seconde posseggono gli organi sotterranei robustissimi a foggia di cono o di fittone
      che guernito di succhiatori solamente nelle estremità si protendono verticalmentesuperando ostacoli anche forti
      e spingonsi negli strati più profondi del terrenofino anche a toccare molte . volte il sottosuolo
      e prepararlo così a trasformarsi in coltivabileesportandone parte dei materiali utili che serbava nel suo seno. Sebbene questa opi-
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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 2)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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