Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      ROTAZIONI AGRARIE o AVVICENDAMENTI
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      tunque in minor gradoanche allorquando siano coltivate quale foraggio
      come eziandio per la natura dei sali mineralide' quali pochi si trovano nel terreno in istato di solubilità e sempre in dose esigua
      come sono la silice solubile ed i fosfati ; le leguminose invece assorbono maggior copia di azoto dall'ariapochissimo dal terreno
      e la natura delle sostanze minerali è così fatta che di esse per l'ordinario il terreno ne è ricco. È d'uopo ancora riflettere ad un'altra circostanza specialeper quel che si riferisce alla pratica degli avvicendamenti delle piante leguminose colle graminacee. Queste abbandonano al terreno ben poco di materia organica nella forma di radici; quelle invece ne lasciano ricca dose
      eper conseguenza
      molte sostanze che ritornano nel terreno in istato tale da potersi assimilare immediatamente dalle piante. Di più
      le leguminosespingendosi colle loro radici a fittone negli strati inferiori più profondi
      vanno ivi a raccogliere parte dei materiali che servono alla vita vegetativaed i quali
      coltivando le sole graminaceeche non si approfondiscono gran fatto
      sarebbero rimasti inutili ed inerti. Considerate sotto questo aspettole leguminose sono duuque miglioranti
      e le graminacee depauperatrici. È solo se si prendano questi nomi nel seuso il più assoluto che il Dumas ha piena ragione.
      Ma tornando al nostro primitivo proposito e parlando degli avvicendamentidobbiamo concludere
      che la più razionale delle cagioni che si possa addurre nell'indicare la causa della loro necessità è da ricercarsi nell'accertazione dei fatti seguenti: 1° Le piante che crescono sopra on terreno non assorbono indifferentemente tutti i principii inorganici che loro si presentanoma preferiscono un composto ad un altro
      a seconda della loro natura e costituzione. Cosi il frumento preferisce la silice pel fusto ed i fosfati pel grano.
      Questa legge generale non parrebbe a prima vista molto consentanea alle ultime indaginiche il Malaguti e il Durocher istituirono sopra piante del medesimo genere cresciute sopra terreni differenti
      e nei qualimentre nell'uno predominava l'elemento calcare
      nell'altro teneva il dominio l*argillo8o. Questi chimici osservaronoche mentre le prime presentavano un'abbondante dose di calce
      le seconde no mostravano poco più di due terzie taluna anche poco più della metà
      come può vedersi dal seguente quadro.
      Famiglia delle piante Cresciute sopra terrenocalcare argilloso
      Crocifero....... 35
      29 20
      12
      Leguminose...... 40
      26 28
      12
      Dipsacee....... 38
      65 20
      63
      Salicinee del genere populus 68
      87 51
      16
      Media generale delle proporzioni centesimali di calce . 45
      87 30
      01
      I risultati dei quali abbiamo fatto cennosono recati da chimici ai quali è da prestarsi pienissima fiducia
      e quindi non mancherebbero di gettare qualche ombra di dubbio sulla veridicità della legge generale da noi enunciata: ma taluue riflessioni basterannoa nostro parere
      ad eliminare qual-
      siasi parere dubitativo sulla nostra asserzione. E pria di tutto comincieremo coli'osservareessere vera bensì la circostanza che le piante possono benissimo in alcuni casi sostituire una materia inorganica ad un'altra pure inorganica
      talché il Berthier trovava una grandissima differenza nella quantità dei prodotti calcari che entravano nelle ceneri di un pino cresciuto nelle montagne della Svezia
      con un altro che aveva vegetato sui terreni giurassici della Francia
      ma la differenza era dovuta piuttosto alla satura della base che alla quantità di materiache trovasi sempre costante. Solamente
      nel caso dal Berthier citatoalla calce contenuta dal pino norvegio erasi nel pino giurassico sostituita la magnesia
      conservandosi però ognora il rapporto nella quantità di ossigeno fra le basi in modoche
      se in una cenere eranvi 28 parti di calcenell'altra rinvenivasi una proporzione di magnesia che corrispondeva a 20 parti.
      Questa osservazione spingeva il Liebig
      sempre troppo ardito nelle sue conclusionia generalizzare l'idea
      che le piante assorbissero indifferentemente i corpi che le circondavanoserbaudo però intatte le proporzioni di basi che dovevauo nell'interno dell'organismo vegetale saturare gli acidi; locchò venne contraddetto in seguito dagli esperimenti di Wiegmann e Polstorff e da quelli del duca Salm-Hostmar.
      Ma se le conseguenze dell'illustre chimico alle-manno furono troppo arditenon togliesi però che in parte non siano ragionevoli
      e possa benissimo accadereche
      fino ad un certo limiteuna pianta assorbisca uno più che un altro dei principii esistenti nel terreno
      limite però che anch'esso non deve essere oltrepassatosotto la pena di veder crescere le piante tisiche e malaticcie e non ottenerne frutto.
      D'altronde queste sostituzioni possono avvenire con elementi che posseggano fra loro molta analogia di reazionicome corre fra la calce e la magnesia
      che nel diportarsi in presenza dei reagenti chimicie per l'isomorfismo
      hanno tanti punti di contatto e di rassomiglianza; e poi i chimici dei quali abbiamo accennati i risultati analiticinella loro splendida memoria dimenticarono affatto una osservazione
      che pure ò grandemente da ponderarsie questa ò la seguente: essi ci assicurano di aver esaminate e confrontate le ceneri di piante appartenenti alla medsima famiglia
      cresciute sopra terreni aventi composizione diversal'uno cioè ricco di calcare
      l'altro di argilla; ma non ci dicono se le piante prese ad esame e messe in confronto fossero tutte e due cresciute egualmente di vegetazione vigorosala qual cosa non è di tenue importanza. Infatti
      se noi prenderemo ad analizzare le ceneri di un frumento cresciuto con estremo vigore sopra un terreno verginee quelle di un altro venuto sopra un ristoppio
      è probabilissimo che nell'uno e nell'altroprendendo la medesima porzione di vegetale
      troviamo eguale quantità di cenere silicea; ma se da un lato prendiamo una pianta intera del primo e dall'altro un'altra del secondose mettiamo assieme il prodotto delle analisi e lo confrontiamo col raccolto che ne abbiamo ottenuto in ambedue i casi.
      ben presto vedremot^ooQle


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 2)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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