Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
ROTAZIONI AGRARtÉ o AVVICENDAMENE!
che la quantità di silice è assai diversa. La mancanza di questo indizio nella memoria da noi cibata ci assicura almeno della debolezza del dubbio che si potrebbe gettare sopra questa legge.
2? « Tutte le piante coltivate assorbono una buona porzione dei loro elementi organogeni dalla atmosferaed in ispecial modo il carbonio ; ma quanto all'azoto
mentre talune non ne se appropriano altro che delle minime frazionialtre invece prendono la maggior parte di quello che entra a formare il loro organismo ».
Questa seconda legge non è altro che il frutto delle osservazioni iniziate dai chimici e dai fisiologi modernied è solamente in questo stretto significato che le piante si possono distinguere in piante miglioranti ed in depauperanti. Tutte le tradizioni agronomiche ci accertano che talune piante aumentano in ricchezza il terreno
mentre altre lo deteriorano.
Il Boussingault
coltivando per alcuni anni di seguito il topinambò (elianthus tuherosus) o pero di terrasopra un medesimo appezzamento di terreno
trovò che l'azoto della raccolta superava in peso quello che fu somministrato dal concime per 43 chilogrammiil che corrisponderebbe a due raccolte ed un quarto di frumento ; che dopo cinque annate nelle quali si erano nella coltivazione avvicendate le seguenti piante
1° patate
2° frumento
3° trifoglio
4° frumento (con rape in raccolta furtiva)
5° avena
il guadagno in azoto per parte delle raccolte superava di 47 chilogr. quello che era stato speso col concime ; che in altro avvicendamento nel quale alle patate erasi sostituita la barbabietolail guadagnato in azoto giungeva a 51 chilogr.; e finalmente il Crud osservò
che un prato di erba medica coltivato per un quinquenniomostrava aver acquistato tanto azoto quanto ne corrisponde a 142 chil. per ettaro.
Tutti questi fatti ci inducono ad amettere che in generale le piante assorbono una porzione dell'azoto dall'atmosfera: sotto qual formasarebbe jn questo luogo ozioso il discutere ; ma quali sono specialmente quelle cbe sono più favorite dalla natura per impossessarsi di un elemento tanto refrattario alle combinazioni eppnr cosi utile alla vegetazione
?
Su questo argomento noi possediamo ben poche esperienze direttee quindi non possiamo dare una risposta abbastanza positiva e netta da qual-piasi dubbio; tuttavia non giova dimenticare il fatto
che le leguminose in genere sono dotate di organi fogliacei robustissimiche abbandonano non poca parte di sostanza organica al terreno dopo che furono raccolte
e finalmente che tutti gli agricoltori convengono nel riconoscerle come eminentemente migliorantise desse siano coltivate allo scopo di ri trarne foraggio. Tali sono il trifoglio
l'erba medica ed il sanofieno o lupinella.
Lo SchUbart
che fu il panegirista fervente ed il propagatore della coltivazione del trifoglio in Germania
si votò a queste cure per l'intima con-
vinzione che tenevaessere il trifoglio una pianta .sommamente miglioratrice
e lo Stoeckhardt ci indegnache una raccolta di questa leguminosa
tagliata all'epoca nella quale mette il fiorepuò sovvenire ad un ettaro tanto materiale fertilizzante da equivalere a 200 quintali metrici di concime
ossia ad 80 chilogr. di azotodai quali detraen-done la metà per il foraggio esportato
rimangono sempre 40 chilogr. per i residui abbandonati dalla pianta e che rappresentano 100 quintali di concime. E che lo Stoeckhardt sia nel vero noi lo possiamo dedurre da una esperienza instituita dal Boussingault. Questo celebre chimico-agronomo osservò
che in un'ara coltivata a trifoglio rimanevano 20 chilogr. di radici della pianta accennatache disseccate alla stufa e ad un calore di 110° ridunevansi a chilogr. 15
47
talché in un ettaro si sarebbero raccolti 2000 chil. di radici in istato normalee 1547 se fossero disseccate; e contenendo queste ultime il 18 per 1000 di azoto
darebbero 28 chilogrammi dello stesso elemento per sè solecorrispondente a quello che possono portargli chilogrammi 7000 o quintali metrici 70: se a queste poi si aggiungano tutte le foglioline ed altri residui che cadono dal trifoglio troppo essiccato
dovremo convenire che le previsioni del chimico allemanno non sono lontane dalla verità
quantunque desunte da osservazioni puramente pratiche e non rigorosamente scientifiche. E sebbene sembri alla prima percezioneche la pratica dovesse star molto guardinga ad ammettere le cifre concesse dalla teoria
non potendo quest'ultima tener in conto tutte le circostanze speciali e variabilissime che nella pratica si dànnosi vede che in questo caso le cose corrono inveraamente
giacché
al dire dello Stoeckhardt
l'aumento sarebbe di 100 quint metr.
mentre invecesecondo l'opinione del Boussingault
dovrebbero essere di soli 70. Ma a quale scopo questo lungo ragionamento? Ad ammaestrarci che se noi non possediamo ancora esperienze dirette in grazia delle quali possiamo asserire senza alcuna dubitazioneche molte piante tolgono una parte dei loro alimenti azotati dall'atmosfera
ne siamo certi indirettamente e per le ragioni accennate. Ora passiamo alla terza legge.
3° « Allorquando le piante hanno germogliato sopra un dato spazio di terrenoper fruttificare dovranno incontrarsi nel terreno medesimo con molta copia di alimenti che valgano a mantei.erle in vita
e tali alimenti devono trovarsi in istato che i vegetali possano senza difficoltà assimilarseli ».
Fu lungamente discusso sotto qual forma gli alimenti erano assorbiti ed elaborati dall'organismo vegetativoe finora la quistione è rimasta
Be non insolutaalmeno non schiarita abbastanza. 11 Boussingault e qualche altro con lui sono di parere
che le piante non prendano dal terreno altro che gli alimenti che ivi trovano solubilie perciò
suscettibili di passare negli organi sotterraneisciolti che siano nell'acqua
non potendovi passare materia che abbia forma solidaper quanto sia fatta in polvere tenuis-8ima. Anzi Boussingault stesso
ammettendo che gli organi pei quali passano gli alimenti estratti dal terreno siano essenzialmente per le parti sotterranee nelle spongiole delle radiciassicura che le
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