Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      ROTAZIONI AGRARIE o AVVICENDAMENTI 7t>3
      Delle alti me dae colonne che veggonsi nel quadro sopra riportatola prima dà la quantità di concime che si conseguirebbe dalla pianta se fosse seppellita in verde
      e non usata quale foraggiola seconda la quantità reale che se ne ottiene
      supponendo che in media il quarto dell' azoto vada perduto.
      Fra le piante annoverate vi è pur da aggiungereche il trifoglio abbandona alla terra per ogni ettaro 2000 chil. di radici
      le quali contengono in media 27
      9 di azotocorrispondente presso a poco a chil. 7000 di concime
      e l'erba medicache dopo una coltivazione quinquennale aggiunse al terreno dove fu coltivata un corredo d'azoto eguale a chil. 854
      che porterebbe la concimazione a 213
      000 chil.
      pari a chil. 41
      000 per anno.
      Ammesso tutto questoed è innegabile perchè basato sulle esperienze le più coscienziose
      dovremo pertanto concluderne direttamente: che la migliore delle rotazioni per l'agronomo è quella di coltivare alternativamente le piante che dàuno prodotti commerciali con altre che diano abbondanza di foraggi » Per mantenere in tale maniera sempre in istato di fertilità le proprie terrese non si trova in condizione da poter acquistare sostanze fertilizzanti che suppliscano alla deficienza di concime.
      Esposti i principii generalisui quali debbonsi fondare gli avvicendamenti
      non sarà fuor d'opera di prendere in esame taluno di quelli che sono praticati nell'Italia settentrionalee vedere quanto essi siano consoni ai dettami scientifici che abbiamo esaminati
      e dei quali ci lusinghiamo aver dimostrata la ragionevolezza.
      Nell'intraprendere questa parte del nostro lavoro dobbiamo però confessare un'amarissima verità
      ed è che nelle nostre gite per le campagne circostanti nei paesi dove ci trovavamouna delle più gravi difficoltà nelle quali ci siamo incontrati fu quella di ottenere cognizioni veritiere ed esatte sugli avvicendamenti praticati nei varii poderi da noi visitati. Da ben pochi potemmo ottenere dei lumi certi e sicuri. Tuttavia avendone conseguito di taluno nozione esatta da poterli discutere con qualche ragionevolezza
      non esitiamo di farne parte ai nostri lettori.
      Cominciamo dall'agro reggiano. Quivi ogni podere ha una estensione di terreno a prato stabilee per questa ordinariamente si compera il concime dai di fuori
      riserbando quello che si produce nella stalla ai campinei quali coltivansi alternativamente il frumento ed il grano turco. Quantunque in una provincia delle meglio coltivate in Italia
      non esitiamo a dichiarare questo avvicendamento assolutamente sbagliato.
      Per avere un frutto dal terreno sottomesso a questo avvicendamento bisognerebbeche ad ogni ettaro coltivato successivamente per due anni in alternativa di frumento e grano turco
      stasse dav-vicino una estensione di prato assai superiore a quella che realmente si trova nel contado circostantee che tutto il fieno che ivi si raccoglie venisse convertito in letame sul podere
      il che non avvienecostumandosi dai più di vendere il fieno maggengo.
      ficco i dati positivi che ne d&npo la dimostrazione :
      Un ettaro coltivato a frumento esigedi concime........chil. 12500
      (supponendole fatta integralmente la restituzione degli elementi che esistono nella paglia) Un ettaro coltivato a grano turco ne vuole........ > 45000
      Totale . . chil. 57500
      Questa quantità di letame non si conseguirebbe altro che da tre ettari di prato che in due annate dessero 14
      000 chil. di fieno.
      11 prato pertanto dorrebbe essere eguale alla metà del podereanche ammettendo che la natura venga in ajuto dell'agricoltore coi prodotti azotati delle pioggie
      chesecondo le esperienze del Barrai
      equivalgono a 31 chil. di azotopari a 7500 chil. di concime.
      Ma si osserverà: se veramente tale fosse il dispendio in concime ed altri mezzi non vi supplisseroil contado reggiano altro non dovrebbe essere oramai che una sterile landa.
      Comincieremo col fare la considerazioneche noi abbiamo supposto il massimo raccolto di frumento
      ossiauo 2500 chil. di semente corrispondenti a 32 ettolitrieguali a 16 sementi; invece il prodotto medio che raccogliesi colà è ordinariamente di sei sementi
      ossiano 12 ettolitri o chil. 936. Questi non esportano che poco più 5000 chil. di letamequantità che può essere somministrata da '/* di ettaro: locchè corrisponde anche alla pratica
      giacché ben pochi fondi hanno prati che oltrepassino io estensione un terzo del totale del terreno che costituisce la possessione. Cosi pel grano turco il raccolto reale è di poco più della metà di quello che fu da noi supposto.
      Taluni però sogliono intercalare la fava mar-I zuola ai due cerealima in maniera da concedere , a quest'ultima solamente il quinto del terreno. Allora l'avvicendamento si fa quinquennale ed è disposto nella seguente maniera:
      1° Grano turco \ ¦ / 1° Fava
      2° Frumento I \ 2° Frumento
      3° Fava l oppure < 3° Grano turco
      4° Grano turco \ [ 4° Frumento
      5° Frumento / V 5° Grano turcoQuantunque tale avvicendamento sia meno difettoso
      pure il cousumo del concime è ancora enormee la rendita si mantiene così bassa che beato colui che può contare sopra sette sementi di frumento
      ossia 1092 chil. di grano. Oltre a ciò
      dobbiamo ancora riflettereche il contadino considera la coltivazione della fava quale una specie di riposo accordato al terreno
      un tal quale maggese mascheratoed è così che la rendita si mantiene in equilibrio
      ma sempre minore del desiderio.
      Nel contado di Piacenza invece la rotazione più usata è la seguente: 1° Grano turco. 2° Frumento. 3° Fava. 4° Frumento.
      Questo avvicendamento ha dei gravissimi difettiquello in ispècie di mantenere stazionario il red-
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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 2)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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