Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
mROUSSEAU GÌANGIACOM0
prende; partendonon può reggersi in piedi; gli si parano innanzi la gloria di Montesquieu che testò avea pubblicato Lo spirito delle leggi
e i trionfi acquistati da tanti coll'ingeguocol paradosso; e vedendo qual culto si presta alle arti del bello
si propone di contraddire a tutto il mondo; dimostra i danni che la civiltà recò
e riporta il premio. Qui comincia la vita pubblica di Rousseau
e la sua via è tracciata.
Gran rumore infatti si levò contro costui che abbatteva l'idolo dell'ingegnosurrogato agli altari della fede; e se non osavasi negargli ragione ove flagellava gli scritti immorali
osceniempii
gli si apponeva di bestemmiare le lettere e il secoloquasi le colpe di questo venissero dall'esser colto. La dissertazione non era realmente che una arringa retorica
cbe rivelava l'inesperienza dello scrittore passionatoimmaginoso
ma declamatore ; costretto però a difendersi contro la critica e gli attacchiimpara a scrivere e ragionare. Se a Gautier accademico di Nancy rispose con un'arguzia che fu ammirata
quando Stanislao re di Polonia il confutò
seppe combinare la diguità del cittadino col rispetto al principe.
A Parigi vuoisi un primo successoed egli l'avea ottenuto; cioè ottenuto di vivere senza soccorsi altrui. Allora considerò meglio le sue forze ; sentì d'aver idee nella testa e coraggio nell'animo
e si propose di vitam impendere vero. Uffizio pericoloso in una società che vuol essere illusa! ond'egli risolvette francamente emanciparsi e dalla fortuna e dall'opinione. Quelle conversazioni compassate e spiritosequel vuoto dorato
quella maschera continua lo annojavanolo indispettivano ; tutto pareva gli rinfacciasse la sua povertà
l'oscurità suae veniva a detestare gli uomini
ad esagerarne la malvagità e la tirannide; sicché risolveva sottrarsi alle convenienze socialie rinchiudersi nella povertà. Abbandona dunque un lucroso impiego
restriuge le sue spesedelibera di rifiutare qualunque dono
e per vivere si fa copista di musica. Uua società tutta appariscenze e godimenti lo giudicò impazzito; poi ne prese divertimento come d'un singolare; infine lo ammirò come genionè la garrula Parigi d'altro parlava che di questo filosofo
il qualeper vivere indipendente
aveva lasciato lo scrigno d'un appaltatore generalee abitava una soffitta copiando musica a sei soldi la pagina.
Quando mise iu scena al teatro di Corte VIndovino del villaggio (1752)
fu levata a cielo quella ingenua e graziosa melodiache staccava dalla straziante armonia dell'Opera; fu levata al cielo viepiù perchè egli vi comparve in abito sciamannato
barba lungaparrucca arruffata: e non volle essere presentato al re
cbe certo gli avrebbe assegnata una pensione. Invece quando fe' rappresentare il Narciso che mal riuscì
egliche s'era tenuto incognito
dichiaro88Ì autore dell'Opera fischiata; e n'ebbe gloria come d'un atto di coraggioe nel mettere a stampa quella composizione vi pose una prefazione
dove già trapelano le sue opinioni filosofiche.
Allora la stessa Accademia di Digione apriva un nuovo concorso (1753) t Sull'origine e i fondamenti dell'ineguagliaaza tra gli uomini ». A questa capitale domanda si esalta Rousseau
scrivema i tanti
contraddittori che aveva eccitati il primodissuadono dal premiare questo secondo paradosso. Infatti colà osteggia tutte le istituzioni sociali
e al secoloinebriato della propria perfezione
intima: « Un selvaggioun caraibo cbe comprime la testa de' suoi figliuoli per renderli imbecilli
è più savio e più felice di voi ». Nè soltanto dalla società
ma vuol prescindere fin dalla intelligenzache porrebbe divario fra l'uomo e il bruto. Era un delirio di sensibilità irritata
che scambiava per incivilimento la depravazione della Francia; arrabbiavasi contro ricchezze che non aveva ; e vittima di un'ingiustiziadi passo in passo ne indagava l'origine fino a cavarne un sistema
appoggiato di logica e d'eloquenza. Voltaire gliene scriveva ironiche congratulazionie « Nel leggervi viene voglia di camminare a quattro zampe ».
Allora la fama co' suoi tedii cominciò a perseguitare Rousseau
per quanto e' li respingesse con risentimento; e sentendo di perdere io indipendenza e tranquillità quanto acquistava in gloriafugge da Parigi
e torna a Ginevra
dove lo richiamavano le memorie dell'infanzia.
Colà è festeggiatocareggiato come una gloria cittadina; su quel suolo libero
lungo quel lago delizioso s'inebria di patriotismo e di libertà; pensa farsene il suo nidochiudervi i giorni in seno alla pace e all'amicizia; ma la felicità non era per lui. Beu presto riedendo a Parigi
ove la signora d'Epi-nay
moglie di un appaltatore generalelo condusse a un suo castello di Montmorency
e a un luogo che dall'isolamento era detto il Romitaggio. Rimase incantato Gian Giacomo a quella deliziama viepiù quando
pochi giorni dopoda essa ricondottovi
trovò colà una casetta (1756)
fatta erigere da leiche gli disse: «Ecco il vostro asilo; voi l'avete trascelto ; l'amicizia ve l'offre ». L'affetto nuovo gli fe' dimenticare la patria e il beatus ille; affrontando le dicerie del mondo si fe' solitario al Romitaggio. 1 primi tempi scorse in invidiabile calma; fra i boschi
solo colla semplice naturafantasticava a piacere
in quella vita interna e contemplativache forma l'incanto delle immaginazioni esaltate. Colà sicuramente gli vennero create le belle immagini di Clara e di Giulia; colà il delicato amore della D'Epi nay e la riconoscenza sua producevano un vivo ricambio di affetti ; ahi presto turbati.
Egli teneva per governante e tutto una sartoraTeresa Levasseur
bella e null'altroe che acquistò su lui quella preponderanza
che le persone circoscritte esercitano quasi sempre nella vita domestica sulle intelligeuze privilegiate. Gli amici di Rousseau doleansi di quell'ignobile legame ; e tentarono sviarlo dalla pericolosa solitudine col denigrarla. Se n'avvide la scaltrae colla potenza propria di chi parla la notte
seminò il sospetto nel suo padroneche acquistò l'atrabile e la diffidenza
da cui fu amareggiata tutta la sua vita.
Per verità non gliene mancarono pretesti. Il Grimm
suo grand'amicodivenue l'amante della D'Epinay ; Rousseau l'amante della siguora D'Hou-detot
cognata di questasebbene vecchio e acciaccoso
e sebbene la sapesse innamorata di Saint-Lambert : le insinuazioni di Teresa gli fecero crederet^ooQle
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