Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
ROtJSSEAt) GIANGIACOMOzio colla moglie; e sulla strada distribuisce biglietti
ove dalla pietà de' viandanti implora la limosina d'un po' d'affezione e di giustizia.
Alfine si piegò ad accettare dalla signora di Gi-rardin un asilo nella deliziosa terra di Ermenon-ville ; e quell' amenità di campiquella cortesia degli ospiti
quella gajezza d'ingenui fanciulli pa-reano tornargli la calmala serenità. Ma dopo poche settimane un colpo d'apoplessia lo coglie: egli domanda di veder il sole e la verdura
e muore il 3 luglio 1778; trentaquattro giorni dopo di Voltaire
avendo sessantasei anni. Ch'egli si avvelenasse pare smentito. Sepolto modestamente nella isola de'Pioppi
dopo che trionfò la rivoluzionedi cui il suo libro fu il codice
venne trasportato nel Panteon. La Teresa a cinquantacmque anni s'innamorò d'un pai afe mi e reonde cacciata da Er-menonville
dissipò l'eredità letteraria del marito e gli assegui fattile dall'Assemblea Costituente
e viS8e misera e disprezzata fino al 1801.
Oseremo noi profferir un concetto generale su questo filosofoil più diversamente giudicato? Potremo vedere i lauci d'un geuio ove erano le ubbìe d'un demente? Queste diedero troppi appigli a chi volle denigrarne il carattere e le intenzioni: ma chi ricuserà ammirare il vigore con cui ha compito la propria morale redenzione dopo i quarantanni
da anima e ingegno volgare elevandosi ad essere un nobile rappresentaute del bello moraleun ido latro del dovere e della giustizia
un cultore del sentimento in età di calcoli e di beffa? Stizzoso e burbero coi grandi per tema che l'umiliasserofu manieroso e soccorrevole coi piccoli
col popolo; per non accettare i favori s'adattò alla miseria; ebbe avversi implacabili i grandi della fortuna e delle lettere ; ottenne venerazione dal popolo. Per soavità d'immaginazionecalor dell'animo
forza del pensieromagia del linguaggio uessuno lo vinse de'contemporanei; con ardore parlò della virtù
del dovere con grazia; apparve serio e persuasivo neil'Emilio
appassiouato nella Eloisa
semplice e grazioso nella lettera Sugli spettacoliveemente in quella all'arcivescovo di Parigi
tutto ingenuità e allettamento nelle Confessioni
insuperabile nel ritrarre la natura e l'amore. Tra le frivolezze e la corruttelabaldanzeggianti in una società che sfiuiva per languore; quando nelle famiglie tutto era disordine
tutto anarchia nel governo; quando la filosofia beffardaabbattendo ogui credenza
non avea lasciato nò convinzioni nò energiaRousseau si fece apostolo del sentimento
parlò di coscienzadi dovere
di uno scopo serio proposto alla vita. Le virtù oscurela libertà selvaggia furono da lui raffacciate alle servilità pompose d'un ordine sociale fiacco ; combattuta l'intolleranza e asserito Dio
e cercatolo nelle coscienze; e propostosi ravviare l'uomotraviato da una falsa civiltà. Vero è bene che
per ciò
professava come naturale all'uomo
10 «tato eslegee che nasca buono e la società lo renda cattivo
donde giunse a far disprezzate le artila proprietà
fin la socetà; nè mai collo speculativo seppe accoppiare il senso pratico ; sempre paradossalespesso declamatore; considerando sempre
11 cristiauesimo nell'aspetto estrinseco soltanto.
A torto suole abitualmene accoppiarsi Voltaire eRousseau
quasi fossero i due rappresentanti della grande scossa filosofica. Voltaire possiede buon senso e buon gustointelligenza e discernimento: ma si fa organo degli odii
delle ideedelle speranze correnti
ma tutto contamina coll'odio del Vangelo e della Chiesa; della società della quale ride e profittaegli prepara la ruina; scalza la fede senza nuli'altro surrogarvi che un deismo superficiale senza pietà
nè coscienzanè serietà. In quella guerra alla fede prende tutte le maschere
cioè va in continue contraddizioniservendosi di qualsiasi cosa purché neghi la verità
purché arrivi al suo grande scopola ruina e la negazione; e imporre al secolo
disingannato delle verità eternel'obbligo di credere alle dicerie filosofiche.
Rousseau vuol mettere argine alla corrente del secolocredendo opporvi opinioni proprie
ma che iu fiue sono l'esageraziore delle divulgate; si fa popolare combattendo la popolarità; non confida in Dio sebben gli credamentre non crede nella virtù eppur l'ama; vuol insegnare a ragionare e sragiona continuo; vuol rendere felice il genere umano e lo disprezza; parla sempre di società e sempre è individuale
nel Contratto socialecome nell'Emilio
e in taute teorichenon coufacenti se non a chi pensi e senta come Rousseau. Insomma non è mai nel senso comune
a differenza di Voltaire
che si fa espressione di questo ; chiarovariato
non affettato mainè declamatore
come nep-pur mai grandepatetico
sublime.
Rousseau esagera l'arte per palliare l'assurdità de' suoi principii ; fila il raziocinioma dedotto da principii falsi : tratta magnificamente i grandi sentimenti
mentre Voltaire saltella in epigrammi e non ha che un riso sardonico. Questi celiarivela abusi
delittima non se ne indigna
non protesta contro il presentenon fantastica un avvenire ; al contrario di Rousseau
che freme contro la società
che vuol demolirla. Voltaire divinizza la ragioue che dissocia: Rousseau il sentimento che ravvicina: quegli armeggia terribilmeute con un buon senso inesorabile; questi coll'esaltamento del cuorecol-l'entusiasmo della verità
della giustizia. Carico di difetti e di colpeincoerente ne'raziocinii e negli atti
Rousseau non si smentisce mai quanto alio scopo generale della vita e degli sforzi suoi : neppure ne' traviamenti suoi si ha a temere di quelle contraddizioni che hanno sorgente dall'animae che nel lettore amico degli uomini offendono un sentimento ben superiore al gusto. La sua politica condurrebbe la società all'abisso; la sua religione chiuderebbe a troppi l'accostarsi al Cristo: pure e'non si prefisse di distruggere: dalla lettura sua può ritrarsi l'amore per le bellezze del creato
il sentimento serio dei doveri naturalila convinzione che l'uomo non può compiere degnamente la sua destinazione senza gettar una speranza di là dal sepolcro; mentre Voltaire profana le cose più intime e più sante
i sentimenti più elevatie sparge su tutto il secolo la luce verdastra della sua immensa reputazione
alle miserie di Rousseau
alla sua guerra recisa contro l'empietà sistematica e la frivolezza careggiataci sentiamo presi da un'ammirazione che tocca sino all'affetto
benché ci desti spesso compassionequalche volta fin disgusto.
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