Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
fcOVEREDO - ROVERELLA.
che io fine di quella torreggiava. Nò fu meno pronta la esecuzione di quanto fosse risoluto il comandamentoperchè
messisi i battaglioni a quello sbaraglioin meno tempo che uomo non concitato a presti passi farebbe
passarono la forra menando grande strage degli Allemanni. Spaventati e rotti i Wurmseriani abbandonarono nll'audacissimonemico non solo la stradama anche la forte muraglia
ritirandosi a gran fretta a Trento. Nè credendovisi sicurie lasciandolo in balìa di se medesimo e certa preda ai repubblicani
si ritirarono sulla destra del Lavisio sulla strada per a Bolzano. Tale fu l'esito della battaglia di Roveredo
combattuta il 4 set tembre 1794
nella quale risplende viepiù chiaramente il valore dei Francesi
giù tanto chiaro per le precedenti fazioni. Perdettero gli Austriaci
con 25 cannoni
3 in 4000 soldati mortiferiti o prigionieri. Dei Francesi pochi mancarono per la speditezza del fatto. — Così il Botta (Storia d'Italia dal 17R9 al 18U).
Vedi: Tartarotti
Memorie antiche di Roveredo e de' luoghi circonvicini (Venezia I754) — Apologia delle Memorie antiche di Roveredo (Lucca 175*) -RosminiRagionamento per strvire d'introduzione alla storia degli scrittori Trentini e Roveretani (Phvìr .792).
ROVEREDO (geogr.). — Alcuni altri luoghi alpini portano questo nome: Uno nella Svizzera italianacantone dei Grigioni
distretto di Moesa
con 1100 abitanti ; unoR. di Guày nel circondario di Cotogna
provincia di Verona
con I6«4 abitanti; e un terzoR in Piano
circondario di Pordenone
provincia di Udine
con 1424 abitanti.
ROVERELLA (geneal. e biogr.). •— Illustre famiglia di Ferrara
il cui più antico ascendente che si conosca
8emprechè non si vogliauo cercare individui incerti
è un Gennaro
cittadino di Rovigo. Meutre nel 1363 trovavasi egli al servigio dei Carraresi siguori di Padova
Niccolò d'Este marchese di Ferrara lo chiamò presso di sé
adoperandolo per proprie incombenze. Pare che finisse i suoi giorni in Padova in età molto avanzatae forse ridotto a cattivo Stato economico per le continue guerre che desolavano il Polesine di Rovigo. I meriti dei pronipoti resero illustre la prosapia dei Roverella
chedivisa in varii rami
oggi è ridotta ad un solocon qualche probabilità che possa estinguersi.
Bartolomeofigliuolo di Gennaro
nel 1393 ottenne dalla casa d'Este d'essere ascritto alla cittadinanza di Ferrara.
Giovannifigliuolo di Bartolomeo
nel 1444 era camerlengo di Leonello d'Este
marchese di Ferrara
nel Polesine di Rovigo. In quell'anno Federigo II lo nominò conte palatinoe gli concedè ancora che allo stemma originario di sua famiglia
che era un rovere in campo azzurropotesse aggiungere l'aquila nera in campo d'oro. A lui si attribuisce il merito di aver introdotta l'arte della lana in Rovigo. Desso è il primo de' Roverella che trasferisse stabilmente la sua casa in Ferrara
ove presso i marchesi d'Este godè particolare favore.
Bartolomeofigliuolo di Giovanni
nato nel 1406
abb racciò la carriera ecclesiasticae
raccomandato dal Mezarota
patriarca d'Aquileja
al papa Eugenio IV
diventò segretario e cameriere di quel pon-
tefice. Nel 1444 fu nominato arcivescovo di Ravenna
chiesa cbe poco possedè il suo pastore per lo pià lontanoattese le incombenze che in servigio dello Stato gli venivano continuamente addossate. Fa governatore di Perugia nel 1448
e nunzio apostolico in Inghilterra nel 1451
per papa Niccolò V. Governatore d'Ascoli nel 1452
il pontefice lo impiegò nel 1454 presso i Sanesi
onde le loro discordie non turbassero la pace segnata a Lodi in quell'anno. Pio IInel 1459
gli ordinò di ricuperare colle armi alla mano la città di Viterbo
della quale erasi impadronita a tradimento la fazione di Maganza
e Bartolomeoquantuuque prelato ed arcivescovo
ricuperò quella città non senza combatti nienti
e fatto prigioue Alessio de' Tiguosi
Maganzesi
gli fece subito tagliare la testa! Nel 1460 andò al governo di Benevento
restituito allora alla Chiesa dal re Ferdinaudo d'Aragona; ed anzi Pio 11 volle che il Roverella sì collocasse ai fianchi del resiccome uomo di non ordinaria abilità nel maneggio d'affari d'alto momento. In tale occasione fu proclamato cardinale nel 1461. Rimase al governo di Benevento anche nel pontificato di Paolo 11
fiuo a che fu nominato legato apostolico nell'Umbria ne) 1470
e nel 1472 con uguale dignità nella Marca d'Aucona. Buon teologobuon legista
di non volgare erudizionespiccò> n lui l'iugegno e l'avvedutezza nelle cose politiche; fece iu tal guisa la buona fortuna e la riputazione di sua famiglia. Fu il primo tra i Ferraresi ad essere decorato della porpora
e la serie di essi ne è chiusa da un personaggio di sua casa. Mori in Roma nel 1476. Nell'opera di Piuzi sulle monete di Ravenna si leggono due sue lettere a Girolamo Aleotti abate dei Benedettini d'Arezzo.
Lorenzofratello di Bartolomeo
lusingato dal lieto viso cbe la buona fortuna faceva in Roma al fratelloabbandonò la medicina
nella quale erasi laureato in Padova nel 1443
e se ne andò a Roma
ove incontrò subito la grazia di Eugenio IV. Istruitosi in Parigi negli studii teologiciCalisto HI lo nominò suo nunzio presso il re Ladislao
onde combinare una lega contro il Turco
che testé s'era impadronito di Costantinopoli. Pio II nel 1460 lo nominò vescovo dì Ferrara
senza obbligo di risiedere alla diocesi. Paolo II nel 1467 lo adoperò presso Bartolomeo Coleone
acciò i fuorusciti Fiorentini da esso comandati deponessero le armie questa missione ebbe per effetto un trattato nel 1468. Fu quindi nel 1469 nominato legato apostolico in Germania. Tornato in Italia
fu nel 1474 eletto governatore di Perugia
e morì in viaggio in quell'anno nel monastero di Monto!iveto.
Pietrofratello di Bartolomeo e di Lorenzo
visse alla Corte degli Estensi in Ferrara
dei quali fu consigliere e famigliaree per essi andò oratore alla Repubblica di Venezia.
Lucio Antonio
figliuolo di Pietro
fu nominato dall' imperatore Federigo III rettore di tutte le terre e castella dell'Emilia soggette all'Impero. Nel 1472 fu uno degli ambasciatori spediti dagli Estensi a Roma
per congratularsi con Sisto IV della sua elezione al pontificato. Già un tempo i Sanesi lo avevano chiamato a coprire la dignità di capitano di giustizia presso la loro Repubblica. La
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