Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
ROVERSANÒ — ROVESCIÒ
sua linea si estinse nei due cuginisignori di Mon-tenuoYO
Monleone e San Martino in Converseto Lelio ed Alessandro.
Filasiofratello di Lucio Antonio
fu nominato da Sisto IV arcivescovo di Ravenna nel 1476
e costantemente si dedicò all'adempimento de' suoi sacri doveri. Mori nel 1512. Si narra cbe i suoi figli nascessero da matrimonio contratto con Caterina luterioni in sua gioventù
di cui rimase presto vedovo.
Filaslofigliuolo dell'antecedente Filasio
si diede alla carriera ecclesiasticae fu creato vescovo di Ascoli nel 1518 da Leone X
del quale godeva la grazia particolare. Apertosi nel 1545 il Concilio ecumenico in Trento
v'intervenne e vi assistè fino all'ultima sessione nel 1547. Nel 1549 fu nominato governatore di Roma
ove morì nel 1552.
Giovannifratello di Filasio
visse sempre alla • torte degli Estensi
ove per le sue qualità era tra i cortigiani più favoriti.
Ippolitofiglio di Giovanni
nato nel 1525
fu chiamato nel 1556 dal marchese di Montebello
nipote del papa Paolo IV
alla difesa del Tronto contro gli Spagnuoli. Posto al presidio di Ancarano
feudo della chiesa d'Ascoli
vi si mantenne con valore. Fatta la pacepassò in Ispagna
e nel 1561 fu spedito dal papa in Portogallo. Tornato in Italia
nel 1566 ebbe l'iucarico di difendere la spiaggia d'Ascoli
minacciata dai Turchi. Nel 1579 fondò nel suo feudo di Sorivolo la chiesa di San Girolamo coirannesso convento.
Romolofigliuolo d'Ippolito
nato nel 1560
moriconte di Sorivolo
in Cesena nel 1590.
Valeriofiglio di Romolo
nato nel 1587
ebbe il comando d'una compagnia di corazze al servigio pontificio nel 1646.
Aureliofratello di Valerio
servì i Veneziani qual venturieroe nel 1618 si trovò alla guerra di Gradisca. Fu governatore di Peschiera
poi governatore delle armi a Crema
castellano degli Orzinovi
e finalmente governatore delle armi a Bergamo. Nel 1630 venne nominato dal Governo della Repubblica veneta colonnello d'un reggimentoe fu spedito alla custodia di Valleggio; là ebbe il comando della cavalleria dei Gonzaga; poi fu nuovamente governatore di Peschiera e governatore delle armi in Crema e in Bergamo. Destatisi nel 1643 i sospetti della guerra contro il Turco
fu spedito in Dalmazia col carico di governatore di Zara. Scoppiata la guerra di Candia nel 1645
mori nella galera di Moceuigo nel 1648
nel porto di Suda in quell'isola.
Romolofigliuolo d'Aurelio
capitano di corazzepoi colonnello al servizio della Repubblica veneta
mori di pestilenzaultimo dèlia sua linea
in Peschiera nel 1619.
Pietrofigliuolo di Valerio
militò nella guerra Barberina. Innocenzo X lo spedì in Germania a presentare la berretta cardinalizia a Federigo di Assia-Darmstadt.
Giovannifigliuolo di Pietro
nato nel 1672
ebbe per figliuolo Carlo
nato in Cesena nel 1707
e morto in Ferrara nel 1798.
Valeriofratello di Giovanni
nato nel 1674
servi l'imperatore Leopoldo nella guerra d'Ungheria contro i Turchi
e fu ferito nel 1697 alla vittoria di Zentlia. Fatto colonnello di un reggimento di fanti Nuova En«:icl. Ital. V<
! italianiseguì in Italia il principe Eugenio di Sa-voja quando scoppiò la guerra di successione
e fu ucciso nel 1702 alla battaglia di Luzzara nel Mantovano contro i Francesi. Era nubile.
Ippolitofigliuolo di Carlo
nato nel 1743
mori in Ceseua nel 1830
lasciando due figliuoliGian-nantonio e Pietro
ambedue gentili e colti cavalieriambedue ammogliati
ma senza prole. In essi si estingue la famiglia illustre. È da dire in questo i luogo che Ippolito ebbe anche una figliuolache si maritò in un marchese Aventi di Ferrara
i cui i figliuoli sono nipotiper via di madre
dei due ul-l timi rampolli della nobile prosapiaGiannantouio 1 e Pietro. Termineremo questi brevissimi cenni rammemorando i due fratelli di Ippolito
ambedue ad esso premorti.
Aureliofratello d'Ippolito
nato in Cesena nel 174Kandò a Roma nel 1775
abbracciò la carriera ecclesiasticae nel 1794 fu creato cardinale da Pio VI. Inalzato Napoleone Buonaparte all'impero di Francia
il cardinale Roverella fu tra quelli che andarono a Compiègne nel 1810 ad assistere ai nuovi vincoli d'imeneo del conquistatore. Rimasto poscia in Parigi
si mostrò molto parziale all'imperatore nelle pretese di lui col papae fu desso che vinse in Savona l'animo del debole Pio VII
piegandolo a segnare un brevecon cui si sottopose a vedersi spogliato del diritto d'istituzione canonica nel caso in cui entro sei mesi non lo avesse esercitato. I cattolici lo disapprovarono
ed egli n'ebbe l'animo conturbato cosiche mori a Bourbon les-Bains per colpo d'apoplessia nel 1812. ! Era uomo di molta dottrina; forse si prestò per timore alle voglie illecite di Napoleone
forse per ambizione d'onoriforse sedotto dalle lodi e dalle ' cortesie dei ministri di Francia
molto abili per avviluppare l'animo altrui con quello stratagemma. Queste sole possono essere state le cagioni della sua cecità.
Giovannifratello d'Ippolito e di Aurelio
nato nel 1755
venne eletto maggiore del presidio di Ferrara nel 1790. Durante l'occupazione dello Stato pontificio fatta dai Francesi non servi; ritornate le Legazioni al papa nel 1815
fu nominato comandante della città e provincia di Ferrara
e nel 1816 fu creato colonnello del primo reggimento provinciale. Mori nubile in Ferrara nel 1826.
R0VERSAN0 {geogr.). — Comune nella provincia di Forlì
circondario di Cesena
con 1907 abitauti.
ROVESCALA {geogr.). — Comune nel circondario di Voghera
provincia di Pavia
con 2013 abitanti.
ROVESCIO (meteor.). — Suolsi chiamare col parti-colar nome di rovescio quegli acquazzoni che siano considerevolmente durevoli. Un rovescio sarebbead esempio
quello avvenuto in Francia nel settembre del 1846
il quale durò per dodici ore continueproducendo subite inondazioni. Quella dirottissima ed ostiuata pioggia radunò negli ombrometri degli Osservatori! oltre a 25 ceut. d'acqua; vale a dire più del quarto dell'acqua di pioggia che annualmente cade in un anno su egual superficie a Milano ed a Torino. A Siena
nella notte dal 7 all'8 settembre del 1847
in meno di quattro orecaddero cent. 10
7 d'acquaed in Genova nell'ottobre del 1822 con Doche ore di rovescio se ne L XIX. 51
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