Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
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Cenno storico-morale sulle strenne; Dell antico e j moderno incivilimento del Sannio (nell'arpa San- , nitica 1852)
e varii elogi funebrine* quali però
per voglia di lodareriesce panegirista ampolloso. ! Il diligentissimo avvocato Albino reca i titoli di Memorie 21 lasciate manoscritte dall'A.
il quale giunto agli ottant'anni rimpatriò
seco recando la biblioteca; e visse altri quattro anni quasi ciecosempre occupato in sentir leggere e nel dettare
brancicando suoi librida'quali non sapea separarsi. Fece il bene senza ambizione
volendo in tutti gli atti suoi essere onestonon parere: questo per noi l'elogio più bello alla sua memoria.
Vedi Albino avv. PasqualeBiografie e ritratti di uomini illustri della provincia di Molise (Campobasso 1866
voi 3°).
RUBI (geogr. ant.). — Antica città della Japigia
che sorgeva nel luogo ove ora è il convento di Sant'Angelo presso Ruvo in terra di Bari.
RUfilACEE {boi.). — Ordine naturale di piante esogenea cui
secondo alcuniappartengono anche le cinconacee
e secondo altrisolo le stellate e le galiacee.
RUBIANILE (chini.). — Nome dato da Jaquemin ad una varietà di rosso di anilina.
RUBIANA (geogr.). — Comune nella provincia di Torino
circondario di Susa
con 3041 abitanti.
RUBI ANO (chim.). V. Robbia.
RUBICONE (lat. Rubicongr. 'Poupixo>v
oggi Urgone o Rugone) (idrogr.
geogr. e stor.) — Piccolo fiume sulla costa E. dell'Italia
sboccante nell'Adriatico pochi chilom. al N. di Rimini. Era desso una meschina correnteuno dei meno considerevoli fra i tanti fiumi cbe in cotesta parte d'Italia scaturiscono dall'Appennino e si versano nell'Adriatico; ma si acquistò qualche importanza per aver formato il confine tra l'Umbria od il tratto del territorio gallico iuchiuso in cotesta provincia e la Gallia Cisalpina propriamente detta. Per conseguenza
quando si riteneva che i limiti dell'Italia si estendessero soltanto alle frontiere della Gallia Cisalpina
il Rubicone diventò da questo lato la frontiera settentrionale d'Italia (Strab.
vp. 217; Plin.
ni
15
8. 20; Lucan.
i
215). Allo scoppio della guerra civile tra Cesare e Pompeo nel 50 av. C.
stavano le cose nei termini seguenti: la Gallia Cisalpina era inchiusa nel governo del primoed il Rubicone era perciò il limite di questa provincia; ed è appunto questa la ragione per cui il passaggio di siffatta misera corrente si reputò grave e serio avvenimento
perchè era in realtà una dichiarazione di guerra. Egli stesso Cesare non fa pur cenno di simile passaggioeseguito da lui nel 49 av. C.
e gli è ben difficile il supporre che siasi partito e messo in marcia da Ravenna
senza essere preparato appieno a proseguire per Rimini; ma la ben nota istoria della sua sosta su quelle spondedella sua titubanza ed ultima risoluzione viene narrata minutamente da Svetonio e Plutarco ed ancbe da Lucano
e diede proverbiale celebrità al nome di Rubicone; per cui il passarlo significa oggidì co- ! munementein qualunque faccenda
il rompere indugiappigliarsi all'estremo partito
gettare coraggiosamente anzi audacemente la sfida agli avversarli (Svet.
Cces.
31; Piut
Cces.
32; Appian.
B. C.
li
35; Lucan.
i
185
213-227). Alcuni anni dopocotesto memorabile fiume viene ancora indicato da Cicerone qual frontiera della Gallia ; ed a M. Antonio era stato imposto per decreto del Senato di ritirare l'esercito attraverso del Rubicone
in prova ch'egli aveva abbandonati i suoi divisamenti sulla gallica provincia (Cic.
Phil.
vi
3). Strabone anch'esso nota il Rubicone qual limite tra la Gallia Cisalpina e l'Umbria
al principio dell'era cristianama nella divisione dell'Italia fatta in quel torno di tempo dall'imperatore Augusto
sembra che tale confine sia stato fin d'allora alterato; e sebbene Plinio accenni più tardi al Rubicone come frontiera un dì dell'Italia (quondam finis Italice. Plin.
I. c.)t egli inchiude nondimeno Rimini ed il suo territorio fiuo al fiume Crustumio (Crustumius
oggi Conca
che sbocca in mare presso La Cattolica) nell'ottava regione o Gallia Cisalpina (Plin.
I. c.\ Ptol.
in
1
§ 23). Il suo nome non fu ciò non ostante dimenticatoed incontrasi successivamente nella Tavola Peutingeriana
a 18 chilom. da Rimini
e viene ricordato puranco da Sidonio Apollinare (Ep.t i
5). Ma sembra che nel medio evo se ne sieno perdute tutte le traccienon facendone cenno neppure il Geografo di Ravenna
ad onta della viciuanza di quello alla sua città natale.
Ai tempi nostril'identificazione di cotesta celebre corrente fu soggetto di molte controversie
nè si può dire peranco precisatasebbene ci sia ormai ben poco di disputabile. Si sa di certo essere stato il Rubicone intermedio tra Ri mini e Ravenna
e tra i fiumi Sapi (Sapis
oggi Savio)
che correva pochi chilometri al S. della secondaed Arimino (Ariminus oggi Marecchxa)
che stava al N. presso le prima città. Tra cotesti due fiumi due sole correnti si gettano ora nell'Adriatico
a brevissima distanza l'una dall'altra. La più meridionale chiamasi Luso o Lusa
considerevole corrente che attraversa la strada maestra da Rimini a Ravenna
a 15 chilom. circa dalla prima. Poco più in là al N.
la stessa strada passa per una corrente che appellasi oggi Fiumicino
formata dalle acque riunite di tre piccoli ruscelli o torrentiil più ragguardevole dei quali si è il Pisatello o Posciatello (più alto di tutti)
mentre gli altri due sono il Rigosa o Rigone
detto anche Urgone
Rugone o Rogane
ed il Plusa
che addimandasi eziandio Fiumicino. Ricevono la loro conferma cotesti nomi nelle migliori mappe antiche e modernee specialmente nell'Atlante del Magini
pubblicato nel 1620
e concordano colle osservazioni dei più vecchi scrittori di topografìa italianaFlavio Biondo e Leandro Alberti. Il Cluverio chiama nondimeno Rugone la corrente più settentrionale* e Pisatello l'altra che le segue dappresso. Ma simile punto si è di poca entità
se gli è certo che le due correnti riunivano sempre le loro acquecome fanno oggidì
prima di giungere al mare. La questione sta veramente tra il Luso ed il Fiumicino
sendo il secondo l'emissario e del Rugone e del Pisatello. Una bolla pontificia emanata nel 1756
sotto il pontefice Benedetto XIV (1740-1758)
proferi la sentenza in favore del Lusa
il quale fu per conseguenza denominato poscia il Rubicone
e così addimandasi tuttodì dai terrazzani delle sue snonde. Ma similet^ooQle
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