Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
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RUBINI PIETRO - RUBINI GIO. BATTISTAconica cosi alla chiave come alla cassa
poiché in tal guisa l'uso invece di guastare il rubinetto lo perfezionarendendo più esatto il combaciamento delle due parti. Il canale d»lla chiave deve essere largo abbistaiiZH perchè il fluido vi trovi uu passaggio qiiHSi altrettanto facile che se il tubo non fosse interrotto da veruu ostacolo. L'altezza verticale del foro però non deve farsi oltrepassare il vano del tubo
poiché vi si potrebbe trovare qualche ineguHgliaiiza per cui il rubinetto lasciasse perdere il liquido. Per porre mano ad uua botte di viuo adoprasi un rubinetto mobile che entra a afre gamento iu un foro aperto abbasso del fondo cou un trapano. Questo foro è chiuso con un turacciolo di sovero. Spingesi il turacciolo colla cima del rubinetto per cacciarlo nel liquido: il tubo prende esattamente la forma del turacciolo. I rubinetti delle tinozze ove si fa fermentare il vino sono di legno e fissati per lo sfregamento e con corde inchiodate sulle doghe. Quando un rubinetto serve a chiudere ed aprire i grossi tubi di condotta d'acqua per le cascatepubbliche fontane
ecc.
gli si dà la forma che abbiamo indicato. Questi ingegni sal-dausi a stagno sull'apparato medesimo. La chiave girasi cou una leva che ha un foro quadrato cou cui preude la testa pure quadrata della chiave del rubinetto.
RUBINI Pietro (biogr.). - Illustre mediconato a Parma il 24 agosto 1760
ove mori il 15 maggio 1819. Dottorato nella patria Università
si addestrò a medicare gli ammalati nel grande ospedale di essa città
ed accettò il posto di medico coudotto di una piccola villa detta Compiano; vi rinuuziò qualche tempo dopoaccogliendo premurosamente l'occasione che gli si offri di fare uu viaggio a S,»e8e del suo Governo
per visitare le principali Università d Europa
e recare poscia io patria il frutto delle sue osservazioni e dei suoi studii. A Pavia udì le lezioui del Frauk; a Mompellieri
LioneParigi
Edimburgo esaminò lo stato ed i progressi delle scieuze mediche. Tornato in patriafu fatto professore di chimica medica nell'Università
ed in tale cattedrafondata per essolui
sviluppò il suo sistemail quale è una modifìcazioue di quelli di Browu e di Rasori. Rubini si accostava ad essi: 1° considerando l'alterazione degli umori siccome effetto dell'alterazione dei solidi; 2° ammettendo la dottrina dell'eccitamento o della vita; 3° ammettendo altresì le due diatesi (steuicaed astenica)
che sono le basi della moderna dottriua italiaua; 4° ricouosceudo Io stato morbido d'irritazioue ammesso dai modernicui uon vuoisi confondere con le due diatesi delle quali si è parlato. Scostavasi dai fautori del coutrostimolo in questo: 1° che in tale stato morbido
detto d'irritazioue. riconosceva i caratteri di uua terza diatesimentre i più dei browuiaui riducevano l'irritazioue ad uua semplice località
perchè togliendo la causa locale irritantetutti i fenomeni morbidi del turbamento irritativi spariscouo
o almeno diminuisconosenza che siavi da temere nessun aumento dopo la sottrazione della causa
il che uou accade nelle malattie di diatesi ; 2° parecchi rimedii riconosciuti dai moderui siccome proprii a domare lo stimolo morbidoa moderare o a togliere la diatesi stenica o flogistica
erano consideratida Rubini come semplici irritante i quali per una coutroirritazioue indebolivano gli effetti dell'irritazione morbida. Nel 1*04 contribuì molto all'istituzione a Parma della Società di medicina e di chirurgia modellata su quella che aveva trovata iu Edimburgo. Nel 1816 l'arciduchessa Maria Luigia lo fece suo medico consulente ed archiatro. Non ancor sessantenne
mori d'una pulmonite. Le sue opere souo: Sull'attività della datisca canna-bilia di Liutieo contro le febbri intermittenti (nel toni. Vii delle Mi morie dilla Società italiana
1794); Su!iasione specifica della china-china sulle vie urinarie (ivitoni
vii
1799 » ; Dissertazione soprala maniera meglio atta ad impedire la recidiva delle febbri periodiche già troncate col mezzo della china-chna (Modena I8"5. ili 4°); 11*flessioni sulle febbri chiamale giallee sui contagi in genere (Parma 1K(>.\ iii-80) ; Diecinove relazioni e dissertazioni mediche
spxrse nel Giornale della Società medico-chirurgica di Parma (ivi IN06-I816
15 voi. in-*®»; Pensieri sulla varia origine e natura dei corpi calcolosi che vengono talvolta espulsi dal tubo gastrico (Vt-rona 1N0Kin 4°
e nel tomo x vparte li delle Memorie della Società italiana. ix<»9i; Storia di un diabete guarito coli oppio
e riflessioni sulla forma e sull'indole di questa malattia «ivit. xv
parte u); Riflessioni sulla malattia comunemente denominata crup (Parma I8i3. iu-8°); Decorso sui-progressi della vaccina nel dipartimento del Taro nel Itili
inserito nella Notizia sui protpressi della vaccinaecc. (Parma 1813. in K° ; Storia d'una singolare metastasi (Milano 1816
in-8°>; Considerazioni sulla febbre petecchiale che dominava in Parma nel IH 17
ed istruzione sul metodo curativo di questa febbre (nel tomo x> del Giornale di medicina di Brera > : Stona di una pulsazione ai pre-cor dii prodotta da causa insolita (Milano
in N°>; Storia di uno strano sonno morboso ¦ nella B blio-tea italianaMilano lb2l). Rimangono parecchi suoi lavori manoscritti.
L'elogio storico del Rubini composto dal Pezzaua
bibliotecario di Parma
trovasi nel tomo x x delle Memorie della Società italiana delle scienze. ed anche separatameute stampato a Modena nel 1821 ed un anno dipoi a Parma.
RUBINI Gio. Battista [biogrX — Celebre cantantenato il 7 aprile 1795 a Romano presso Bergamo
morto a Bergamo il 3 marzo lr<54
imparò dal padre professore di musica i primi elemeuti dell'artee studiò il canto sotto l'orgauista Sauto
che lo giudicò incapace di riuscita. Nonostante però questo cattivo presagioRubini esordi a Bergamo iu una parte di donna; ei non aveva che dodici anni
e alcuni anni dopo aveudo l'impresario di Milano ricusato ammetterlo fra i coristi per l'esiguità della sua voceei sen parti con una compagnia ambulante pel Piemonte
e cominciò a cantar le parti di tenore; ma la compagnia non riuscie Rubini diede iu Alessandria
a Novia Valenza coucerti che uon ebbero miglior esito. La sua miseria era compiuta
quaudo gli venne fatto scritturarsi a Brescia nel 1815 per mille lire per tre mesi. L'anno seguente cantò sulle scene del San M<>sè a Veuezia
ove fu sentito da Barbaja
che lo scritturò pel maggior teatro di Napoli. Guidato dagli ottimi couaigli di
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