Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
RUFFO FABRIZIO - RUFINO TIRANNIO
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ìeria; sulle Fontane; sui Canali; e sui Costumi delle varie specie di colombi.
Vedi Lachiuelli, Memorie storiche sulla vita del cardinale F. Ruffo, con osserva/ioni sulle opere di Cuoco, di Botta e di Colletta (Napoli 1836).
RUFFO Fabrizio (biogr.). — Priucipe di Castelci-cala, diplomatico napolitano (V. Castelcicala).
RUFFO (principe) Alvaro {biogr.). - Diplomatico napolitano, morto a Vienna il 1° agosto 1825, era ambasciatore del re di Napoli a Parigi nel 1797 e 1798, e lasciò la Francia travestito quando scoppiò la guerra contro Ferdinando IV. Egli accompagnò il suo sovrano in Sicilia, ove divenue iutimo della regiua Carolina. Dopo compita uua missione in Portogallo, audò ambasciatore a Vienna e prese parte al Congresso del 1*15. Chiamato nel 1820 a Lubiana dal re Ferdinando, prese parte in qualità di segretario agli atti che restituirono a quel re il potere assoluto coll'ajuto delle bajonette austriache. Dopo un viaggio politico a Napoli tornò a Vienna, ove mori ambasciatore.
RUFFO Luigi (biogr.). — Cardinale e arcivescovo di Napoli, nato il 25 agosto 1750 a Sant'Onofrio in Calabria, morto il 17 novembre 1832 a Roma, apparteneva alla famiglia dei principi di Scilla, conti di Sinopoli. Nominato cardinal prete il 25 feb-brajo 1801, fu fatto arcivescovo di Napoli in surrogazione del cardinal Zurlo il 9 agosto 1802. Egli non volle prestar giuramento a Giuseppe Buoua-parte, il quale lo maudò in esilio, e il cardinale trasferissi presso il papa. Nel 1815 tornò alla sua sede, e nel 1820 si dichiarò da principio favorevole alla Costituzione, ma poco appresso indirizzò al Parlamento due rimostranze, uua perchè accordava agli individui non cattolici l'esercizio privato della loro religione, l'altra perchè sopprimeva la censura ecclesiastica, solo rimedio, egli diceva, che si possa opporre ai mali di cui la libertà della stampa è fonte inesauribile. Avendo le truppe austriache ristabilito Ferdinando IV come re assoluto, questo monarca nominò Ruffo capo dell'Univesità; ma vi durò poco tempo, e fu surrogato da Rosini vescovo di Pozzuolo.
RUF1GALLIC0 ACIDO (chim.). - Si produce per la reazioue dell'acido solforico sull'acido gallico. A tale effetto si mescola una parte di acido gallico cou 5 parti all'incirca di acido solforico concentrato e si scalda lentamente fino alla temperatura di 140°c. Si lascia raffreddare e si fa cadere a goccia a goccia Dell'acqua fredda. Formasi un precipitato di colore rosso, parte del quale è fioccosa e parte cristallina. Si separa col mezzo di levigazione la parte cristallina, e dopo averla lavata sopra un feltro si sottopone alla distillazione.
L'acido rufigallico è in piccoli grani cristallini, di colore bruno cupo, solubili appena nell'acqua e solubilissimi nella potassa caustica.
Allorquando si scalda al di là dei 140° c., elevando la temperatura sempre più, comincia a incarbonire, e si copre di piccoli cristalli prismatici di color rosso di cinabro.
Può servire come materia colorante, e non si ha che a scioglierlo nell'acqua bollente e immergervi le stoffe mordanzate coll'allume o coi sali di ferro per averne bei colori rossi.
RUFINA (chim.). — È un prodotto dell'azione del calore sulla Florizlna (V.). Quando si riscalda la fiorizina a bagno d'olio, svolge acqua, si fonde a 106° c., si rapprende a 130°, si fonde ancora a 160°, e si gonfia a 200° gradi circa, diventando efferve-sceute per lo sprigionamento di vapore d'acqua senza che sia accompagnato da formazione di gas. Spingendo allora la temperatura a 235°, e mantenendola per qualche tempo a questo grado, la fiorizina si riduce in una massa resiuoide, tinta di un bel rosso, friabilissima, solubile nell'alcool con un color rauciato carico, e quasi insolubile nell'etere. Questa massa è la rufina. L'acqua la discioglie colla bollitura, e la scolora istautaneameute; la soluzione diventa lattiginosa col raffreddamento.
La Rufiua si discioglie con una tiuta rossa nell'acido solforico concentrato; la soluzione è scolorata dall'acqua, e contiene una combinazione copulata. L'acido cloridrico non la discioglie; l'acido nitrico la decompone a caldo. La potassa e l'ammoniaca la disciolgono con color rosso ; gli acidi la precipitano da questa soluzione. La sua formola è rappresentata da C^fl^O16, e proviene dalla fiorizina per la sottrazione di 4 molecole di acqua. In effetto:
(>SH*4090 — 4 HO = C42H*°P16.
florido»
acquarufina
RUFINA (geogr.). — Frazione del comune di Pelago in quel di Firenze, con 1300 abitanti.
RUF1NIAN0 Giulio (biogr.). — Rettorico latino di data incerta, autore di un trattato De figuris sen-tentiarum et elocutionis, pubblicato primamente con parecchi altri di simil fatta da Beato Renano (Basilea 1521). Trovasi anche nei Rhetores antiqui latini di Piteo (Parigi 1599), nella raccolta di Gap-peronerio (Strasborgo 1756), e generalmente nelle edizioni dell'opera di Rutilio Lupo che porta lo stesso titolo.
RUFINO Tirannio o Turannio o Torano (biogr.). — Dee essere nato intorno la metà del iv secolo, ma nè la data precisa, nè il luogo della sua nascita ponnosi determinar con certezza, quantunque alcuni de' suoi biografi abbiano fissato l'auno 345 dell'dra nostra per la prima, e Concordia presso il capo dell'Adriatico pel secondo. Dopo aver raggiunto la virilità entrò nel monastero d'Aquileja, ove fu battezzato nel 371 o 372 dal presbitero Cro-mazio. In quel torno altresì formò quella stretta intimità con san Girolamo, che durò lunga pezza con grande mutua caldezza, ma fu sciolta da ultimo con violenza. Preso da vaghezza di visitare la Pa-lestiua, Rufino parti per la Siria nel corteo di Melania, nobile, ricca e divota matrona romana, e rimase per circa ventisei anni in Oriente, passando porzione del suo tempo in Alessandria, ove fu ammaestrato da Didimo e altri dotti padri, e il rimanente a Gerusalemme, ove dimorò coi monaci del Monte degli Ulivi, facendo però frequenti escursioni in varie parti con Melania, alla quale pare tenesse le veci di consigliere spirituale e limosi-niere. Durante la prima parte del suddetto periodo egli mantenne una corrispondenza affettuosa con san Girolamo, ch'erasi ritirato nel deserto fra Antiochia e l'Eufrate, e quantunque s'incontrassero
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