Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      RUFINO
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      B. Traduzioni dal greco. — I. Basilii Magni Regula, ingerita nel Codex Regularum, ecc., di Hotateuio (Roma 1661), ristampata a Vieuua (1759». . II. Basilii Magni Borni lice Vili. Trovatisi nell'edizione di sau Basilio pubblicata a Parigi da Garuier (1722, voi. u, p. 713).
      III. Pamphili Apologia prò Origene. che trovasi in tutte le migliori edizioui di Origene e san Girolamo.
      IV. Origenis de prindpiis libri IV. — V. Ori-geni s Homi li ce X VII in tìenesim. XIII in Exo-dum, XVI tn Leviticum, XXVIII in Numeros, XXVI in Josue, IX in Judices, I in primum
      . librum Rtgum, IV in Cantica canticorum, X libri in Epistolam Pauli ad Romanos. Tutte queste traduzioni trovausi iu tutte le opere di Origene.
      VI. Gregorii Nazianzeni opuscula X, pubblicati primamente da Giovanni Adelfo-a Sirasborgo nel 1508 e compresi nella traduzione latiua di tutte le opere di san Gregorio per MoBellauo e Pirckhei-mero, stampata a Lipsia nel 1522.
      VII. Sixti Sententi ce s. Enchiridium s. Annulus, serie di apoftegmi morali di cui era ignoto il vero autore anche ai tempi dello stesso Rufiuo, ed attribuiti ora a Sestio, lo stoico nomiuato da Seneca, ora ad un pitagorico, ora a Sesto li, che sofirl il martirio nel 258. Uua raccolta di simil natura va specialmente soggetta ad interpolazioni, e non è quindi meraviglia che i manoscritti offrano varianti irriconcili ab ili. Non è improbabile che le riflessioni di qualche filosofo pagano abbi ano formato il fondamento, cbe 8ieuo state modificate ed adattate al cristianesimo da Rufiuo e da altri, e che i trascrittori le abbiano alterate ed accresciute secoudo le loro proprie opiuioni. L'edizione migliore è quella di Urbano Godofredo Sibero (Lipsia 1725).
      Vili. Evagrii sententi ce ad monachos, Evagrii sententice de Apathia, Evagrii libtr ad Virgines. Questi tre trattati, che trovansi nell'appendice al Codex Regularum ecc. di Holstenio (Roma 1661), credesi generalmente sieno gli Opuscula d'Evagrio cbe san Girolamo nella sua lettera a Ctesifone cita come tradotti da Rufiuo, ed ai quali fa auche allusione Genuadio (cc. xi e xvii), quantunque dubbiamente ed indistintamente.
      IX. Clementis Romani Recognitiones, di cui l'originale fu attribuito a Clemente Rojnano.
      X. Anatolii Alexandrini Canon Paschalis, pubblicato primamente da un manoscritto da Egidio Bucherio nel suo De doctrina lemporum (Anversa 163*).
      Le seguenti traduzioni da Origene attribuite frequentemente a Rufiuo sono di dubbia autenticità: Homilice VII in Matthceum ; Eomilia in Johannem; De Maria Magdalena; De Epiphania Domini.
      Le opere segueuti furono attribuite erroneamente a Rufiuo : Ver sto Origenis Homiliarum in Lucam, che appartiene a sau Girolamo ; Versio Josephi Operuniy che appartiene a sant'Anibrogio ; Com mentarii in LXX V priores Davidis Psalmos ; in Oseam, Johelem, Amos", Vita sanctce Eugenice; Libellus de Fide brevior ; Libellus de Fide fusior.
      Le seguenti altre opere di Rufiuo andarono perdute: Epistola ad Hieronymum in risposta alla prima parte dell'aporia di san Girolamo; Epi-
      stolte ad Aniciam Falconiam Probam l aleute traduzioni dal latino in greco.
      Lo stile di Rufino è grandemente perspicuo, e quautuuquQ infetto dalle corruzioni del suo secolo, è ben loutauo dal barbarismo. Le sue opere originali non rivelano un geuio, e i suoi meriti come traduttore sono assai menomati dalla sua inaccu-curatezza. E' pare miri a porgere uu'idea generale del significato di un autore piuttostochè riprodurre fedelmente le sue parole, e non istà in allargare
      0 condensare, correggere od omettere quei passi cbe gli sembrano oscuri, diffusi, iuaccurati o non neceBBarii. Nei meriti della controversia con san Girolamo, alla quale va debitore della sua principale celebrità, non è necessario qui entrare ; essa nou tornò in onore di alcuno di essi, e vuoisi confessare cbe il primo fu l'aggressore.
      Gli avvenimenti connessi alla vita di Rufino furono investigati cou molta dottrina da Giusto Fon-tanini arcivescovo d'Aucira nella sua Eistoria lite-raria Aquilejensis (Roma 1742) e da J. F. B. Maria de Rubeis (De Rossi) nelle sue Dissertationes duo (Venezia 1745), a cui possiamo aggiungere le notizie premesse da Cacciari all'edizione sumipento-vata deìVEistoria ecclesiastica e la receute dissertazione di Marzuttini, intitolata De Turami Rufini presbyteri aquilejensis Fide et Religione (Padova 1835).
      Vedi anche: Schrock, Kirchengeschichte (voi. x, p. 121) - Schouemauu, Bibl. Patr. lat. (voi. i, § 27) — Bàlir. Gesch. d. Ròmis. Littér a t. (voi. supp., Sé* p.).
      RUFINO (biogr.). — Primo ministro di Teodosip il Graude, uuo de'più abili, ma anche de' più intriganti e pericolosi uomini de'suoi tempi. Suida lo chiama BaOu^vo^uot; àvOpwrox xa\ xpu^ivou?. Era nativo d'Elusio, capitale di Novempopulonia, porzione del-l'Aquitanra nella Gallia, ora Eauze in Guascogna. Quantunque di bas^a estrazione, riuscì ad aprirsi una via nella Corte imperiale e non tardò a divenire il favorito di Teodosio. Egli approfittò della sua ascendenza sull'imperatore per abusare della confidenza di lui, e Teodosio pareva avesse la benda sugli occhi che impedisse di vedere i vizi odiosi e
      1 delitti pubblici di quest'uomo pericoloso.
      Quando scoppiarono nel 390 dell'era volgare itorbidi in Tessalonica, Rufino occupava il posto importante di magister offxciorum, ed avendo, come dicemmo, grande iuflueuza nel gabinetto imperiale, eccitò il vendicativo Teodosio a quei barbari provvedimenti che trassero in rovina quella città fiorente. Nel 392 Rufiuo era console, e s'inalzò alla dignità di prefetto del pretorio inviando iu esilio Taziano e poueudo a morte il figliuolo di lui Procolo, prefetto di Costantinopoli. Per queste esorbitanze e per la sua rapacità, cbe dissanguò le proviucie orientali, Rufino si trasse addosso l*Wio universale, e l'Impero rimase sorpreso quando, dopo la morte di Teodosio nel medesimo anno 392, continuò la sua influenza primitiva sul debole Arcadio. Eranvi però nell'Impero uomini capaci di gareggiare con esso lui e non isgomenti della sua potenza. Primeggiavano fra questi Stilicone ed Eutropio, i quali divennero conseguentemente oggetto del timore e .della avversione di Rufino. Per divertire l'attenzione di questi uomini potenti dalla propria persona ed
      t^ooQle


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 3)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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