Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
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mento de'suoi doveri giuridici, fu da quell'imperatore Bbaudito in uu'isola. Appresso gli fu data balìa di tornare a Roma, e si acquistò grande influenza presso l'imperatore Claudio, cbe lo promosse al consolato nel 46 dell'èra nostra. Ma egli prostituì il suo ingegno a fini bassi ed indegni. Possedeva grandi taleuti oratorii, cbe usò però in muovere accuse contro i suoi contemporanei, e i suoi servigi potevansi ottenere soltanto mediante grosse somme di danaro. Nel regno di Nerone (58 deli'èra nostra) fu accusato di varii delitti, condannato e relegato nelle isole Baleari (Tac., Ann., iv, 31). Rufo sposò la figliuola della terza moglie d'Ovidio, ed una delle lettere del poeta dal Ponto è indirizzata a Suillio (ex Pont.y iv, 8). Suillio era anche fratellastro di Domizio Corbulone, il celebre generale nel regno di Nerone; il nome della loro madre era Vestilia (Plin., H. N.y vii, 4, 8. 5).
RUFO Verghilo (biogr.). — Fu console per la prima volta nel 63 dell'èra nostra con C. Memmio Regolo, e ricevette dipoi il governo della Germania, ove comandava nell'ultimo anno del regno di Nerone (68), quando Giulio Vindice propretore della Gallia si ribellò a Nerone, ed offrì la sovranità a Galba ch'era allora in Ispagna. 1 soldati di Rufo desideravano che il loro proprio comandante assumesse il potere supremo, ma egli ricusò fermamente, e non permise che alcun altro l'ottenesse, tranne la persona a cui lo conferisse il Senato. Conseguentemente marciò contro Vindice, che fu sconfitto da lui in una battaglia sanguinosa, e si uccise. Quando la nuova di questo disastro giunse a Galba, ne rimase così sgomento, cbe anch'egli fu al punto di uccidersi. I soldati di Rufo erano ora più che mai desiderosi d'inalzarlo alla dignità imperiale, e non volendo egli cedere alle loro preghiere, cominciarono a far minaccio, ch'egli sprezzò ugualmente. Poco appresso Nerone perì, e Galba fu riconosciuto imperatore dal Senato. 11 nuovo imperatore, spaventato delle intenzioni di Rufo, lo pregò caldamente di accompagnarlo a Roma, e Rufo, che uon ambiva il potere, aderì prontamente al suo desiderio. Galba però, geloso sempre della sua popolarità con le truppe germaniche, non gli conferì favori, e questa trascuranza del loro antico generale dava non poca ombra ai soldati che avevano servito sotto di lui. Alla morte di Galba, Ottone, desideroso di procacciarsi il favore dei soldati, inalzò Rufo per la seconda volta al consolato. Ottone perì di propria mano poco appresso, e i soldati deliberarono che Rufo dovesse questa volta accettare ad ogni costo l'Impero. Ei rimase però fermo nella sua risoluzione, e quando i soldati lo bloccarono nella sua casa, fuggi da una porta segreta. Ma questa opposizione continua ai loro de-siderii per poco non divenne la causa della sua rovina. Credendosi insultati da lui, cominciarono ad odiarlo quanto l'avevano amato, e conseguentemente quando fu accusato di complicità nella cospirazione contro Vitellio, recaronsi dall'imperatore chiedendo la morte del loro favorito. Ma Rufo sfuggì al pericolo, e visse per molti anni onorato ed amato da tutte le classi della città. Finalmente nel 97 dell'èra nostra, quando contava già ottantatre anni, l'imperatore Nerva il fece console perla terza volta. Durante il consolato si ruppe una gamba, e quest'accidente occasionò la sua morte. Fu onorato di pubblico funerale, e gli fu recitato il panegirico da Cornelio Tacito, che era allora console. Le sue lodi furono anche celebrate da Plinio il giovane, di cui era stato tutore o guardiano, e che ci ha preservato l'epitafio composto da Rufo per la sua propria tomba:
Hic siius est Rufus pulso qui Vindice quondam lmperium adseruit non sibi sed patria.
Vedi: Dion. Cass. (lini, 24, 25, ecc.) — Piut, Galb. (4, 6, ecc.) — Tacit, Eist. (i, 8, 9,ecc.)-Plin., Ep. (ii, 1, ecc.).
RUGA o CRESPA ( fisiol.). — Nome dato alle pieghe che fa la pelle all'avanzare dell'età o per altre ca-gioui. 11 semplice progresso degli anui, il subitaneo dimagramento specialmente in età già avanzata, quando cioè la pelle ha perduto della sua elasticità, le fatiche eccessive cbe costringono a movimenti frequenti e violenti i muscoli sottocutanei, le pene dell'animo che cagionano movimenti forzati e ripetuti dei muscoli del viso, sono le cagioni delle rughe, spavento delle donue in età matura che bramano di coutiuuare a parer belle. Lavater e i fisionomisti si argomentarono a trar dalla disposizione e direzione delle rughe del volto alcuni indizi delle interne qualità d'uù individuo, appoggiandosi all'idea che la contrazione abituale di certi muscoli facciali è connessa collo stato dell'animo.
RUGBY (geogr.). — Città d'Inghilterra, contea di Warwich, sulla riva sinistra dell'Avon, centro di ben cinque linee ferroviarie, celebre per la Grommar school fondata da Lorenzo Scheriff, bottegajo di Londra nel 1567.
RUGEN (geogr.). — La più grande delle isole del Baltico appartenente all'Allemagna, separata soltanto da uno stretto minore di 2 chilom. di larghezza dal continente, di cui probabilmente faceva già parte, annovera 45,000 abitanti sopra una superficie di 12 mirametri quadrati, e con alcuni isolotti che ne dipendono forma il circolo di Rugen o di Bergen, circondario di Stralsquda (in Pome-rania). Il mare addentrandosi in ogui dove profondamente nelle terre, vi forma un gran numero di penisole. Trovasi al nord la penisola di Wittow, col capo Arkoua; al nord est Jasmund ; al sud-est Moenkgut; e al nord ovest l'isola angusta di Hid-densoe, abitata soltanto da pescatori ; un po' più lungi trovasi Ummanz. Tutta l'isola abbonda di paesaggi pittoreschi, e il punto più alto (113 metri) è Rugard, ov'era situato il castello degli antichi principi di Rugen. La penisola di Jasmund è la più bella parte di Rugen, ed è là cbe trovasi la foresta di Hubbenth, ove esistono molti sepolcri antichi ; credesi dalla narrazione di Tacito che là altresì sorgesse anticamente il tempio consecrato ad Hertba o Nertbus.
Tranne alcune parti sabbiose, il terreno di Rugen è fertile e produce molti cereali. Gli abitanti sodo abili pescatori e buoni marinai. Quelli di Moenkgut vanno distinti fra gli altri pel loro idioma, le loro vesti e i loro costumi, e sono rimasti fedeli alle usanze degli antichi tempi. La nobiltà è numerosa, e l'isola, seminata di castelli, ha per capoluogo la
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