Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      mRUM - RUMANIA
      cbe dovevansi assegnare ai poveri cittadini romani come loro proprietà. Eglino dovevano formare uua colonia di 5000 cittadini sui ricchi territori! pubblici nei distretti di Campano e Stellaziano, ricevendo ciascun colono dieci jueeri nel primo e dodici nell'ultimo distretto. Erano queste le disposizioni principali della Lex Servitici, ma ne conteneva oltrecciò molte altre rispetto il terreno pubblico. In grazia di esempio, i decemviri avevano balla di decidere in tutti i casi, sia che la terra appartenesse ai dominii pubblici o ad una persona privata, come anco d'impor tasse su tutti i terreni pubblici che rimauevano sempre nelle mani dei possessori.
      È impossibile credere che Rullo avrebbe osato presentare questa legge senza la sanzione e l'approvazione di Cicerone, che era allora capo delia parte popolare ; ma è ugualmente impossibile credere che Cesare desiderasse o credesse possibile effettuare siffatto stravagante ed anzi illegale provvedimento. Non è però difficile indovinare i motivi probabili che lo indussero ad appoggiarlo. Ogni opposizione, comecché giusta, ad una legge agraria era sempre impopolare fra le basse classi a Roma. La parte aristocratica resistendo e frustrando la proposta di Rullo, sarebbe stata avversata più del solito dal popolo, e il suo mal talento per non aver ottenuto le largizioni aspettate avrebbe resa viepiù accetta una legge agraria proposta da Cesare stesso. Oltre questa considerazione, Cesare anelava probabilmente smascherar Cicerone che erasi inalzato al consolato mediante il favore del popolo, ma che dava ora segni manifesti di avere abbandonato i suoi primi amici e di essersi unito all'aristocrazia. Quest'ultima aspettava che il suo nuovo campione desse prova come console della sincera sua conversione, opponendosi con tutta la potenza della sua oratoria a quella legge popolare, e di tal modo avrebbe rimesso necessariamente molta di quella iufluenza ch'ei possedeva sempre nel popolo.
      Rullo entrò nel suo uffizio con gli altri tribuni il 10 dicembre del 64 av. Cr., e presentò immediatamente la sua legge agraria affinché il popolo potesse votare sopra di essa nel gennajo seguente. Cicerone, che entrò nel suo consolato il primo gennajo del 63 av. Cr., non frappose indugio a dar prova del suo zelo pel suo nuovo partito, e il primo dell'anno combatté la legge nel Senato nella prima delle orazioni cbe ci sono pervenute. Ma non avendo la sua eloquenza smesso Rullo dal suo disegno, Cicerone s'indirizzò pochi giorni dopo al popolo nella seconda delle orazioni esistenti. Rullo non osò rispondere pubblicamente, ma fece correr voce che Cicerone si opponeva alla legge solo per gratuirsi coloro cbe avevano ricevuto concessioni di terreni da Siila. Per purgarsi da questa taccia Cicerone convocò di bel nuovo il popolo e recitò la terza orazione che abbiamo, in cui ritorce l'accusa di Rullo, e mostra che la sua legge, lungi dallo spogliare i coloni sillani delle loro terre, li confermava espressamente nei loro possessi. Frattanto l'aristocrazia aveva indotto il tribuno L. Cecilio Rufo a porre il suo veto sulla rogazione te fosse posta ai yoti ; ma.ciò non ebbe luogo, imperocché Rullo, probabilmente per consiglio di Cesare, stimò più
      prudente ritirare la legge (Drumann, Geschichte Roma, voi. ili, pp. 147-159).
      Da quel tempo in poi il nome di Rullo più doq occorre che nell'anno 41 av. Cr., in cui leggiamo di un L. Servlllo Rullo come uno dei generali di Ottaviano uell« guerra perugina (Dion. Casa. xi vur, 2H; App., B. C\, v, 58). Egli era probabilmente figliuolo del precedente.
      RUM (tecn.). — Si chiama con questo nome il liquore alcoolico ottenuto colla fermentazione della melassao del succo di caramele. 11 prodotto alcoolico otteuuto non ha alcun colore; per colorirlo in giallo di ambra e per dargli il gusto particolare del rum, si mettono in iufusione quantità differenti di prugne, di raschiature di cuojo conciato, di chiodi di ga-n fan », del catrame, ecc. ; si aggiunge anche una quantità di zucchero caramele. Le proporzioni degli ingredienti variano secondo le diverse qualità di rum. Mullot cbe si occupò dei metodi di render vantaggiosi i residui della distillazione dello zucchero di barbabietole, assicura di aver ottenuto un buon risultato dàlia ricetta seguente. Si stemperano insieme 123 chilogr. di melassa di barbabietole, 50 chilogr. di farina d'orzo e 20 chilogr. di prugne in 200 litri d'acqua tepida. Si eccita la fermentazione con un poco di lievito di birra, alla temperatura di 20°. Si sostiene questa temperatura fiuchè si compone la fermentazione, e subito dopo si distilla il liquore. D'altra parte si fanno infondere separatamente 4 chilogr. di raschiatura di cuojo conciato, 1 chilogr. di tartufi neri pestati, 1*0 grammi di chiodi di garofani, 20 grammi di scorza di cedro, in 10 litri di alcoole a 33°. Si aggiunge quest'infusione nel primo liquido alcoolico ottenuto e si sottomette una seconda volta alla distillazione: si riduce tutto l'alcoole a 21°. S'introduce nel barile che deve contenere questo falso rum il fumo d'un pugno di paglia impregnata di catrame; si chiude il barile, affinchè il fumo si condensi entro di esso; si empie allora col rum preparato come abbiamo detto. Si aggiunge anche una quantità di caramele.
      Nelle colonie dell'America, ove si fabbrica lo zucchero di canna, si prepara anche il rum. Sembra che il più stimato sia quello tratto dal succo delle canne fermentato.
      RUMANIA (geogr. e stor.). — Reame creato il 14/26 marzo 1*81, mercè la riunione indipendente dei Principati Danubiani di Moldavia e Valacbia. Quel popolo, di origine latina, confuso e quasi perduto nell'oriente di Europa, in mezzo a Serbi, Bulgari, Szekleri, Turchi, Greci e Russi, aveva smarrita la propria individualità. Ma i gravi avvenimenti che si svolsero nella seconda metà del corrente secolo nel bacino del basso Danubio lo hanno evocato a grande importanza. Chè anzi, nel rispetto etnografico, la Rumania è assai più grande che non la rappresenti la carta politica. Non solamente essi comprende la Valachia e la Moldavia del versante danubiano dei Carpati, non che la Bessarabia russa, ma si prolunga ancora sopra una metà della Bu-covina, e, al di là dei monti, comprende la maggior parte della Trausilvania, non che una larga zona del Banato e dell'Ungheria orientale. I Romani o Rumeui hanno eziaudio varcato il Danubio e colo-
     


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 3)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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