Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      RUNICHE LETTERE o RUNICI CARATTERIl'alfabeto venisse in origine introdotto fra gli abitanti delle coste del Baltico da mercatanti fenicii, e che, fattevi alcune modificazioni , fosse tenuto secreto dai sacerdoti e adoperato nei varii usi di magia, cosicché Tacito non errerebbe dicendo che la scrittura era ignota ai Germani.
      Sono le rune o lettere runiche tanti caratteri grafici, che sembrano essere stati adoperati generalmente in tutto il N. 0. dell'Europa. Tracciavansi col mezzo d'intagli profondi sulla pietra o sul legno, e venivano attribuiti ai medesimi virtù misteriose. Tuttodì s'incontrano nelle regioni scandinaviche rocce coperte d'iscrizioni runiche, fino nei luoghi più selvaggi. Furono raccolte di già duemila di siffatte iscrizioni, di cui la metà nella sola provincia svedese di Upland. La categoria più numerosa di simili iscrizioni si é quella degli epitafii sulle tombe di capi di tribù. Tracciavansi delle rune anche sulle prore delle navi, sul pome delle spade, sui corni da bere, e finalmente sulle bacchettine che portavansi come amuleti e dovevano assicurare ai guerrieri il buon successo delle armi, i favori delle belle ai loro amanti, il ristabilimento della salute ai malati. Servivano inoltre cotesti caratteri per la formazione dei calendari!* ; ed impressi sopra materie più flessibili produssero i primi libri degli Scandinavi, e costituirono l'alfabeto runico, come a suo luogo si disse (V. Alfabeto). Si giunse perfino ad apporre talvolta l'epiteto di runica alla lingua che venne scritta con cotesti caratteri, e quindi gli antichi componimenti dei poeti norvegi, come, per esempio, il poema dell'Edda (V.), si disseroscritti in liugua runica. Oltre alla Svezia, Norvegia e Danimarca, si rinvennero pietre runiche anche nell'Allemagna settentrionale e in alcune parti della Francia e della Spagna, insomma in quasi tutti i paesi dove stabilironsi nazioni di razza teutonica durante il quarto e il quinto secolo del-l'èra cristiana. Tutte le lettere runiche sono state divise in tre grandi classi, cioè: 1° in settentrionali o scandiuaviche: 2° in tedesche; 3° in anglosassoni. Grimm ò d'opinione che i caratteri runici tedeschi non sieno che una lieve modificazione delle rune scandinaviche, come i baratte ri anglosassoni il sono de' tedeschi. Ma nella Scandinavia pare che le rune siano state in uso più lungamente che in qualsiasi altro paese, e troviamo che vi si scrisse fiuo alla metà del secolo xv, quantunque molto prima di quel tempo vi si conoscesse l'alfabeto comune. Parecchi manoscritti scandinavici sono scritti in lettere runiche, ma niuno mostra d'essere anteriore al secolo xin, e i più recenti furono scritti avanti l'anno 1450. Grandissimo è il numero delle pietre coperte d'iscrizioni runiche che si trovano nella Svezia e nella Danimarca. I caratteri consistono quasi sempre in linee rette, in forma di piccoli bastoncelli isolati o congiunti. Nei tempi primitivi siffatti stecchi erano adoperati dai Germani a fiue di trarre pronostico intorno a futuri avvenimenti. Essi venivano agitati, e dalla figura che formavano traevasi una specie di divinazione, j Quindi i misteriosi caratteri delle rune (e runa ! significa appunto segreto o mistero) e quindi la parola tedesca buchstabe per lettera, la quale significa bastoncello di faggio. È più volte accadutoagli antiquarii d'ingannarsi preudendo per rane certe figure su pietre, le quali non erano opera dell'uomo, ma scherzi accidentali della natura (Klemm, Germanische Alter thums-Kunde, p. 194).
      Si disputò non poco sull'età dei monumenti runici, pretendendo alcuni che appartengano ai tempi più remoti, mentre altri sostengono che non sodo anteriori, nel maggior numero, all'viu secolo del-l'èra volgare, e che i più antichi non ponno risalire oltre al principio della medesima. Ed infatti gli è impossibile il dimostrare che durante tutta l'epoca paganica vi sia stato un solo libro scritto in caratteri runici. I sacerdoti dei falsi numi avevano fatto di cotesti caratteri una parte supple-meutare del loro culto ; dicesi che i sacerdoti cristiani ne vollero proscrivere l'uso; ma non vi riuscirono, sendosi protratto il medesimo per molti secoli, anche dopo l'introduzione del cristianesimo nel Nord, comparendo non poche iscrizioni runiche sopra monumenti evidentemente cristiani. Consi-deravasi l'interpretazione delle rune dagli antichi Scandinavi come uua scienza speciale, che assai difficilmente acquistavasi. Nè mal si apposero i più vecchi abitanti della Scandinavia, se si consideri che i moderni archeologi porsero di cotesti mona-menti le più strane e bizzarre spiegazioni. Cosi, per esempio, Olof Rudbeck pretese di trovarvi ricordati Iside ed Osiride; Peringskold credette di leggervi il nome di Magog, figlio di Giafet; e Go-raunson quelli di tutti i membri della famiglia di Noè. Ma finalmente da mezzo secolo circa gli archeologi di tutti i paesi tedeschi presero ad esaminare con molta diligenza le iscrizioni runiche, e giunsero a spiegarle quasi tutte in modo plausibile. Stanno racchiuse in cotesto iscrizioni formolo funerarie o votive, portanti il nouie della persona ed il ricordo degli avvenimenti in guisa da porgere nuovi e preziosi documenti alla storia di cotesta porzione d'Europa. 1 runici alfabeti, derivati certamente da un unico tipo, avendo assuuto bentosto due o tre tipi secondarii, si moltiplicarono successivamente più che mai in forza delle alterazioni volontarie che sembrano esservi state introdotte. Si dovette del resto ammetterò in tutti, qual tratto elementare e radicale, di preferenza la linea, come più facile ad incidersi con regolarità od intagliarsi. Fra le varietà poi della scrittura runica che incontransi sui monumenti, una delle più notevoli si è certo quella di Helsingoland, che sembra offrire una somiglianza, almeno esterna, coi caratteri cuneiformi di Persepoli. Variano le opinioni sull'origine delle rune, attestando le nordiche tradizioni che furono desse introdotte dallo stesso Odino nel loutauo Settentrione, ed avevano ricevuto da lui la magica loro virtù. 11 Leibniz ed il Gibbon avvisavano che si potesse annettere l'alfabeto degli Scandinavi a quello dei Romani, mentre Eopp sostiene che si formò col grossolano carattere latino nel medio evo; ed un dotto danese opina che derivi dal carattere mesogotico, di cui j si valse Difila nel secolo iv. Il Finn Maguussen è ! di parere che sia provenuto dall'Asia, doude fa trasportato, secondo il succitato Schlegel, dai Fenicii, naviganti lunghesso il Baltico. Sembra ciò nonostante che gli Scandinavi non abbiano pro-
     


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 3)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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