Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
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RUSSIANella nuova sua capitale , Pietroborgo , edificata l'anno 1703, allorché duravano ancora le ostilità sul territorio da lei appetito, la Russia s'era posta in attitudine minacciosa di fronte all'Europa, afforzata dal suo esercito e dalla sua flotta, che, creata appena, già correva vittoriosa quella costa che aveva infine sottomessa. Da un altro lato, le imprese di Pietro contro la Porta sul Mar Nero, l'influenza che ebbe sulle faccende interne della Polonia, già scossa potentemente dal continuo dissentire fra il sovrano e la nazione, infine il suo ingerirsi nelle commozioni della Persia per motivi d'interessi commerciali (ann. 1722), segnarono il principio di altrettante imprese novelle tentate e dallo czar legate all'ambizione de' suoi successori. La sola fortezza di Azof, chiave dei mari meridionali, ripresa l'anno 1696, e di nuovo perduta nel 1711 in conseguenza del trattato del Pruth, non soggiacque allora al suo dominio. Neil' interno, Pietro, abolito il patriarcato e dichiaratosi capo della Chiesa russa, aveva concentrato nelle sue mani tutta la potenza temporale e spirituale dell' Impero ; ottenne da ultimo che gli fosse consentito il titolo d'imperatore nelle sue relazioni coi Gabinetti stranieri. Era questo principe palesato nemico dei vecchi pregiudizi moscoviti con tanta risolutezza, che nemmeno perdonò al proprio figliuolo, anteponendo il vederlo morire al dubbio che potesse al suo avvenimento al trono mandar a male l'opera sì felicemente incominciata dell'incivilimento russo. Aveva l'imperatore ordinati lo Stato, l'esercito e la marineria, indicati i principali mezzi giovevoli alla Russia, dato il primo impulso all'industria ed al commercio, regolata infine la finanza ed accresciute di 10 milioni di rubli le annue rendite dello Stato; quindi, dopo di avere stabilito con manifesto de'5/16feb-brajo 1722, che la scelta di un successore al trono dipenderebbe in avvenire dalla volontà dello czar, morì senza aver fatto uso egli stesso di questo immenso diritto: si suppone nondimeno che nominasse a succedergli la consorte, la quale infatti salì al trono. Caterina I resse l'Impero dall'anno 1725 al 1727, assistita in tale difficile carico dal principe Menzicoff, favorito di Pietro, e seguitando in tutto i principii del monarca riformatore; ma poco curò la politica esterna per occuparsi esclusivamente della interna. Il suo regno e quello del suo succes sore Pietro II, nipote del grand'uomo (dal 1727 al 1730), furono di corta durata. Sotto questo giovine principe il potere fu lasciato a discrezione dei principi Dolgoruki, succeduti nella grazia sovrana a Menzicoff ; ma troppo occupati a conservare il credito acquistato contro i numerosi loro avversar» , non poterono attendere di proposito alla politica esterna, della quale il Governo imperiale si mostrò soltanto sollecito allorché ascese al trono Anna Joannovna, figliuola del fratello maggiore di Pietro il grande. Questa principessa, giunta appena dal buo ducato di Curlandia, seppe mandare a vuoto i disegni dei grandi, che cooperando al suo inalzamento avrebbero eziandio voluto imporre restrizioni al potere imperiale ; affidò pertanto la direzione del Gabinetto e il comando degli eserciti a due personaggi di rara capacità, Ostermann e Munich, entrambi stranieri, ma educati alla scuola dello
czar ; dal canto suo, l'onnipotente favorito Btren ( V.) nulla non omise per secondare disegni i quali molto andavano a versi alla propria sua ambizione. Anna, è vero, restituì spontaneamente alla Persia le piazze tenute dai Russi nel Caucaso dopo Pietro il Grande, ma ciò fece per non incontrare ostacoli nell'immi-schiarai a suo profitto nelle faccende della Curlandia e della Polonia, e nel ricominciare le ostilità contro i Turchi. Di fatto, in Polonia la Russia contribuì colla forza e colle mene segrete alla elezione di Augusto III di Sassonia in preferenza del suo competitore Stanislao Leczinski (ann. 1734); in Curlandia, dopo l'estinzione della dinastia di Eettler, costrinse gli Stati a riconoscere Biren qual loro sovrano (ann. 1737); nella guerra poi contro i Turchi, condotta l'anno 1736 da Munich e Lascy, i Russi presero in sul principio d'assalto le due piazze di Azof e di Occiacof, rimasero padroni nel 1739, per la vittoria di Stavuciauy, di Coczim e della Moldavia; ma quasi subito perdettero il frutto di tali vantaggi, in seguito delle poco fortunate operazioni dell'Austria, le quali produssero in quel medesimo anno la pace di Belgrado (V.).
Elisabetta, la più giovaue delle figliuole di Pietro il Grande, aveva conseguito il trono per effetto della cospirazione che l'anno 1741 ne sbalzò il giovine Giovanni Autonovic, nipote di Anna, alla quale era egli succeduto l'anno innanzi sotto la reggeuza di sua madre, maritata ad un duca di Bruuawick. In conseguenza di una tale rivoluzione, il ramo primogenito della dinastia di Romanof venne definitivamente escluso dal trono, che rimase poi di proprietà dei discendenti di Pietro il Grande. Non senza sorpresa bì vide la figlia di questo monarca segnare il suo avvenimento al trono con una reazione contro l'influenza fino allora accordata agli stranieri nel governo dell'Impero; e quindi il feldmaresciallo Munich, il gran cancelliere Ostermann »e parecchi altri, invisi tutti alla nobiltà pel molto credito in cui erano venuti, furono esiliati in Siberia. Sotto questo regno accadde la guerra della successione d'Austria; nella quale occasione la Francia per privare la figliuola dell'imperatore Carlo VI, Maria Teresa, dell'ajuto della sua sola alleata, la Russia, eccitò la Svezia a ripigliare le ostilità contro il colosso del Settentrione; ma i saccessi conseguiti dai Russi ebbero per fine la conclusione della pace di Abo (ann. 1743), per cai si dilatarono ancora i confini dell'Impero russo dal lato della Finlandia. Sotto la direzione del ministro Bestujef-Rumine, il quale solo governava la diplomazia, mentre i due fratelli Sciuvalof attendevano all'amministrazione interna, il Gabinetto di Pietro-borgo parteggiò apertamente per l'Austria, e l'invio di un corpo russo in Germania contro la Francia (ann. 1748) non contribuì poco a far fermare la pace di Aquisgrana. L'anno 1754 le due imperatrici si strinsero in lega ancor più intima contro la Prussia, e nella guerra dei Sette anni, alla quale la Russia fu indotta a prendere una parte attiva, l'Europa centrale e occidentale conobbe per la prima volta quanto fosse il vigore del nuovo ordinamento militare di quest'Impero appena uscito dalla barbarie: le battaglie di Jaegerndorf (ann. 1757), di Zorndorf (ann. 1758) e di Kunesdorf (ann. 1759)
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