Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
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RUSSIAultimi tempi, ed è incontestabile che, dopo l'emancipazione dei servi, la classe dei contadini, che forma la quasi totalità della popolazione russa, è nella via di compiuta trasformazione. I primi giorni dell'emancipazione furono difficili, e potrebbesi citare qualche distretto della Piccola Russia dove il contadino, il quale nulla affatto comprendeva riguardo alle disposizioni dell'editto di affrancamento, stava per ribellarsi contro l'atto che di lui faceva un uomo; ed a volta loro, i grandi proprietarii venivano susurrando la parola spogliazione. Presentemente tutto questo malcontento irragionevole è scomparso. Il proprietario, che dalle proprie terre affittate raccoglie un prodotto doppio di quello che ritraeva dalle terre lasciate al lavoro servile, capisce che la libertà personale è un affare utile non solamente per chi la riceve, ma eziandio per colui che trae profìtto dall'aumento di lavoro che ne risulta. Nel contadino, già servo e che ora coltiva la sua parte di terra come proprietario e che spesse fiate ne coltiva un'altra parte come affittavolo, nasce, pel futto stesso della proprietà, il sentimento della dignità individuale; e, colla speranza di arricchirsi, prende abitudini di operosità, di cui per l'innanzi era assolutamente privo. Ciò che pròva la realtà del mutamento è il fatto capitale (che si produce segnatamente nella Russia meridionale), che il contadino comincia a comprar terra, perchè la terra cresce ogni anno di valore. Un altro fatto non meno importante è il progresso dell'istruzione nelle campagne. L'istruzione pare che oggidì sia la principal cura del Governo e, ciò che è più notevole ancora, delle assemblee provinciali. Mentre a Pietroborgo si sta preparando un nuovo regolamento pei gin-nasii (istituti di istruzione secondaria) e per le scuole professionali, nella provincia si pensa soprattutto all'istruzione primaria.
Molto è il da farsi a questo riguardo; anzi si potrebbe dire che tutto è ancora da farsi. La quasi totalità delle donne di campagna non sa leggere, e può dirsi che ora la Russia quasi tutta quanta sta sillabando l'alfabeto; e da pochi anni vennero fondate scuole primarie in maggior numero di quante se ne fossero mai fondate dal tempo di Pietro il Grande fino ad Alessandro II. L'Assemblea provinciale di Voltchansk (governodi Kharkov) ha testò organizzato definitivamente l'istruzione elementare nel proprio distretto. I Comuni sono da quest'Assemblea invitati a reclutare il personale degl'istitutori tra gli allievi dei ginnasii. Gl'istitutori riceveranno 200 rubli annualmente ; l'insegnamento verrà affidato a laici ; agli ecclesiastici verrà affidato unicamente l'insegnamento religioso nelle scuole, mediaute l'annuo assegnamento di 50 rubli. L'opera dell'istruzione elementare viene promossa fino agli estremi confini dell'Impero. Nella Tauride (la Crimea) si riuscì a vincere la ripugnanza dei musulmani contro l'insegnamento della lingua russa nelle scuole maomettane. Fu nell'anno 1869 che per la prima volta un cadì e un muftì diedero mano a tale novità; e d'allora in poi i Comuni tartari di Eupatoria, di Teodosia e di Karasson-Bàzar hanno chiesto essi medesimi l'istituzione di tre scuole russe. Nel cuore stesso dell'Asia, a Samarcanda, vi è una scuola russa, recentemente istituita a uso degli in-
digeni, diretta da un soldato del 9° battaglione di linea del Turckestan. Notiamo con singolare compiacimento questi primordi! della coltura intellettuale in quei remoti paesi, parendoci essere codesta appunto la vera missione della Russia. Un bel titolo di gloria sarà per lei l'avere iniziato nell'Asia la civiltà europea.
Il 16 giugno 1871 fu inaugurata a Riga una mostra agricola ed artistica alla presenza del granduca Niccolò. I/Hollander, borgomastro di Riga, pronunciò un discorso in cui disse che « col proseguire l'effettuazione del progresso nell'ordinamento provinciale, municipale, ecclesiastico e giudiziario si riuscirebbe a soddisfare ai bisogni dei tempi moderni, a vantaggio delle provincie e di tatù l'impero ».
11 periodo culminante del regno di Alessandro II fu la guerra di Bulgaria (1877-78). Troppo lungo sarebbe il narrare per disteso le cagioni che la determinarono e le drammatiche vicende attraverso le quali si svolse. Basti il dire che le antiche rivalità tra il mondo slavo e la Turchia non avrebbero potuto più a lungo durare senza uno scoppio; e benché l'indole mite dell'imperatore personalmente vi ripugnasse e per quanto era in poter suo la ritardasse, dovette pur tuttavia dichiararla. Sulle prime la sorte delle armi fu contraria all'esercito russo, successivamente battuto in Armenia e in Bulgaria e costretto dalla doppia scoufitta di Plevna a ritirarsi precipitosamente al di qua dei Balcani. Modestamente l'imperatore declinò il comando supremo, lasciandolo a suo fratello il granduca Nicola; e quaudo, facendo prodigi di valore, i suoi eserciti ripassarono i Balcani e si spinsero vittoriosi fin quasi sotto le mura di Costantinopoli, Alessandro, che aveva partecipato a tutte le sofferenze del primo periodo della guerra, si astenne dal prendere parte alle glorie del secondo, lasciandole intere a'suoi luogotenenti. Moderato nel trionfo, com' era stato calmo in quello della sventura, Alessandro fermò le vincitrici aquile russe ai piedi delle rovine di Stambul ; e nel trattato di Santo Stefano, dapprima, e poscia in quello di Berlino, si contentò d'imporre alla Turchia, disfatta e conquisa, le condizioni più miti ed umane. Alle ambizioni dell'aristocrazia e del partito militare russo degli Aksakof, degli Ignatief, degli Skobelef spiac que profondamente questa moderazione dello czar. Il trattato che toglieva alla Turchia ogni primato sul Danubio , che creava uno Stato potente nella Rumania , che non lasciava alla mezzaluna il baluardo dei Balcani, se non rendendovi impossibile la presenza di una sentinella turca; il trattato che ampliando i due Stati tradizionalmente protetti dalla Russia, la Serbia ed il Montenegro, faceva riconoscere la loro indipendenza ; il trattato cbe tra il Danubio ed i Balcani, erigeva per un alleato dello czar un principato di Bulgaria; il trattato che in Europa faceva confiuare la Russia alle foci del Danubio, e in Asia le dava Batum, il miglior porte del Mar Nero, e Kars, la migliore fortezza dell'Asia Minore, questo trattato di Berlino, cbe cancellava le principali stipulazioni di quello di Parigi, fu ricevuto a Pietroborgo e a Mosca come una umiliazione dell'onore russo.
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