Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
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RUSSIA (LINGUA E LETTERATURA. DELLA)
Einrichtungen Russlands (Annover 1847-52, voi. 4) — Tengoborski, Etudes sur Ics forces productives de la Russie (Parigi 1852-54 , voi. 3) — Léauzon le Due, La Russie contemporaine fi vi 1853) — Marmier, Lettres sur la Russie, la Finlande et la Pologne (ivi 1852, 2a ediz.) — Buddeus, Mussland, und die Gegentoart (Lipsia 1851, voi. 2) — Miluer, Russia, its rise and progress, tragedies and revo-lutions (Londra 1856) — Scott, Travels in the interior of Russia (ivi 1856) — Geikie, Proceedings of the Geogrnphical Society (1879, n. vi) — Barbot de Morny, Gorniy Journal (1875) — Murchison, De Verneuil e Keiserling, Geology of Russia — Ruprecht, Bulletin de VAcadémie des sdences de S.-Petersbourg (1865) — Massimov, Derv naya i Novnya Rossiya (1876) — Rombaud, Histoire de la Russie — Woyeikov, Meteorology in Russland (Russische Revue, iv, n. 8) — Worsae, La coloni sation de la Russie — Reclus, Nouvelle Geographie Universelle (voi. v e vi) ; senza citare le celebri opere, un pò1 invecchiate, di Pallas, Gmelin, Gttl-denst&dt, Georgi, Reineggs, Hermann, Heym, Hupel, Friebe. ecc. Fra le varie carte infine gioverà ricordare, dopo l'Atlante famoso di Wildbrecht, in 46 fogli (Pietroborgo 1792) e la Mappa particolareg giata dell'Impero russo, col testo russo, in 106 fogli (ivi 1790), i seguenti lavori: Pedischew, Atlas gèo-graphique de Vempire de Russie (in 10 fol.) — Si-noviev, Handels und Fabriìcenkarte des europ. Russlands (Berlino 1844, fol. 4) — KSppen, Atlante etnografico della Russia (Pietroborgo 1852, fol. 4 ; in russo). Merita particolare menzione per gl'Italiani: Rubini, Storia della Russia; e Studii sulla letteratura russa (Milano 1860-1863, voi. 4).
RUSSIA (lingua e letteratura della) {stor. leti). — I. Lingua. — La lingua russa, derivata dallo slavo (V. Slavi), di cui è oggidì il ramo più esteso, fu soltauto conosciuta come lingua scritta dopo Pietro il Grande. Sino alla fine del secolo xvm, l'antico slavo delle cronache e della santa liturgia era stata in Russia la lingua dei libri, degli affari e del culto; l'idioma comunemente usato dal popolo, rozzo, insufficiente e mancante di forme certe e determinate, perocché la scienza non ancora lo aveva sottoposto a regole, adoperavasi nelle comuni relazioni della vita sociale, ma era rifiutato dai membri del clero, che erano quasi i soli letterati d'allora: la quale lunga preminenza dell'antico slavo fa conoscere la ragione per cui il russo abbia conservato un più gran numero di elementi di quella lingua madre, che non la più parte degli idiomi della stessa famiglia. Da un altro lato, alla lingua russa s'innestarono di buon'ora vocaboli stranieri per l'incorporamento dei vareghi, popolo germanico, agli Slavi; posteriormente la conversione dei Russi al cristianesimo per opera della Chiesa di Bisanzio e l'introduzione della liturgia greca dovettero necessari amente introdurre nell'antico slavo moltissimi vocaboli greci usati soprattutto nella teologia. Oltre a ciò, durante la lunga occupazione dei Mongoli, la quale favorì i progressi dei Polacchi nelle provincie occidentali, la lingua russa non potè andare esente dal subire l'influenza di quelle dei due popoli menzionati; infine per gli sforzi fatti da Pietro il Grande per diffondere nelsuo Impero una civiltà venuta da fuori, venne essa del pari arricchita di un gran numero di voci tedesche, olandesi e francesi. Tali importazioni esotiche servirono principalmente alla oomposizione della terminqlogia ;tecnica e scientifica; ma esse contribuirono realmente ad accrescere la ricchezza, già per altro assai grande, della lingua russa, che seppe molto bene farle sue proprie. La semplicità e la naturalezza sono un merito precipuo di questa lingua; la diversità delle forme e delle costruzioni congiunta alla libertà delle inversioni l'avvicina alle lingue tedesca, greca e latina, e facilita singolarmente le traduzioni senza che ne rimangano perciò alterate la chiarezza e la precisione. Notiamo qui alcune delle singolarità per cui essa si distingue. Nella lingua russa non si hanno articoli ; ma facile è il conoscere il genere dalle terminazioni dei nomi e dalle loro inflessioni differen tissime e distintissime; ha poche congiunzioni, e l'uso dei pronomi personali coi verbi non è rigorosamente richiesto fuorché nei tempi passati di questi ultimi, il genere essendo negli altri chiaramente espresso in tutte le persone della terminazione. La facoltà di formare composti è si grande nella lingua russa, che hannovi radici dalle quali non di rado si potrebbe derivare un migliajo di vocaboli ; in grande quantità vi sono similmente i diminutivi e gli aumentativi, applicabili ai verbi non meno che ai nomi. La fraseologia del russo offre una grande varietà di costruzioni e foggiature. Questa lingua, mercè le desinenze dei suoi casi, gode di moltissima libertà nell'ordine delle parole; peiò si osserva negli autori più recenti una tendenza a rendere il loro stile meno inversivo. Del rimanente, tanto nella sua sintassi come nel suo vocabolario, la lingua russa ha per caratteri principali la semplicità e la naturalezza. L'eufonia della lingua prodotta da undici vocali per ventiquattro consonanti, la rende eminentemente atta alla poesia, la quale nell'antica traduzione slava della Bibbia possiede un tesoro inesauribile di espressioni energiche e talvolta sublimi cui ella ha largamente attinto, e che dà ancora un carattere affatto particolare alle omelie ed ai discorsi che qualche volta recitano alcuni membri del clero. Per iscrivere la lingua russa adoperansi trentaquattro caratteri
tratti dall'alfa
beto slavo, il quale ne ha nove di più. È Pietro il Grande che ha creato, per cosi dire, l'alfabeto russo, sopprimendo le lettere superflue del carattere slavo di san Cirillo, e semplificando certe forme di lettere inutili. La calligrafia russa fu perfezionata soprattutto da Elio Kopieritsch alla fine del secolo xvu. Questa semplificazione dell'alfabeto e il suo adattarsi ad osa forma corsiva di scrittura hanno grandemente contribuito allo sviluppo del russo come lingua letteraria. Il russo più puro e più corretto è parlato nelle parti centrali dell'Impero, nel governo di Mosca e nelle provincie circostanti; fra i dialetti, che molto variano naturalmente in una sì grande estensione di territorii, ma che però non hanno fra loro differenze notabilissime, i più singolari sono quelli di Suzdal, che è in uso nel governo di Vladimiro, e quello di Olonetz, misto di molte voci finniche; il dialetto della Russia Bianca o rwssniaco,
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