Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
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RUSSIA (LINGUA E LETTERATURA DELLA")
si mani ente osservare per il loro amore allo etadio ed alla letteratura, s'ha a nominare il metropolitano Macario, morto l'anno 1594, autore del gran Menologio ossia leggendario russo, il quale comprendeva pure la vita di tutti i santi della Chiesa orientale, e continuatore del Libro dei gradi, se condo Tatischtcief ; Zizania, autore della grammatica slava già innanzi menzionata (Vilna 1596); il principe Costantino d'Ostrog, che primo fece stampare in quella città (l'auno 1581) il testo intero della Bibbia nello slavo antico; e Matveief, morto l'anno 1682, degno ministro dello czar Alessio Mi-khailovic, egualmente benemerito della letteratura e della civiltà, autore di parecchie opere storiche ed araldiche. Venne infine Pietro il Grande; e questo czar volle essere il creatore della lingua russa, come lo fu della potenza dell'Impero all'estero. Di fatto, adottato siccome lingua generale degli affari, l'idioma volgare divenne allora lingua scritta; Io stesso Pietro, ardente nel supplire colle ispirazioni del proprio genio a tutto che mancava tuttavia alla civiltà del suo popolo, verso l'anno 1704 diede opera alla riforma dell'alfabeto cirillico; ai caratteri rozzi e grossi, altri migliori ne sostituì e più somiglianti ai latini, dei quali diede il modello fatto colle sue proprie maui, e che fece dipoi foudere iu Amsterdam: fu quello l'alfabeto volgare (grajedanskié li-téry) tuttora in uso. Nel 1711 fu eretta a Pietro-borgo la stamperia degli Ucasi, in cui fecesi uso dei nuovi caratteri, già adoperati l'anno innanzi per la stampa del primo calendario russo; e verso
10 stesso tempo furono impressi in Olanda ed in Russia per ordine dello czar i primi libri (incominciando dal Libro di Marzo che apre la serie) ed i primi giornali in lingua russa (la Gazzetta di Pietroborgo, 1714). Tali risultamenti però, dovuti soltanto alla volontà pertinace di un uomo solo, non altro in sostanza provavano fuorché un impulso puramente materiale, e non potevano avere per conseguenza di far sorgere produzioni per le quali lo strumento iudispensabile, la liugua, uon ancora avea il grado di perfezione che si richiedeva, nè lo spirito nazionale quel grndo di maturità che era assolutamente necessario : erano dunque prodotti tuttavia molto imperfetti quei primi saggi della letteratura nazionale, ed anche di poi \ suoi progressi furono sempre il risultamento di una direzione data dall'alto oppure da accidenti fortuiti. In mancanza di opere originali, sotto Pietro
11 Grande ai stamparono traduzioni di autori tedeschi, olandesi e francesi ; e siccome quel monarca anzi tutto mirava agl'interessi della sua potenza ed ai bisogni immediati del popolo cui imperava, così egli pose mente più alla materia che non alla forma o allo stile degli scritti: risultò da ciò, che la nuova liugua scritta, sopraccaricata senza discernimento alcuno da una quantità di locuzioni e voci straniere, non altro fu in breve che un ammasso di elementi al tutto fra loro disparati.
Fra gli autori contemporanei del gran czar, l'arcivescovo Teofanio Rocopovitci merita onorevole menzione, abbenchè sia egli citato piuttosto quale protettore di lettere, che non quale scrittore. Il solo che abbia saputo dare un colorito più determinato al suo stile è Kantemir ; le sue satire hannoinvero originalità; sotto la sua penna ingegnosa la lingua russa incomincia a mostrarsi spoglia di quell'ingombro si poco aggraziato delle terminazioni slave. Del rimanente, le vite dei santi ed alcuni libri di teologia e di Btoria sono presso a poco le sole produzioni di quel tempo. Con tutto ciò ana storia assai riputata scritta da un laico, e che anche al dì d'oggi gode di una certa rinomanza, comparve a quel tempo : è dessa la Storia di Russia (Pietroborgo 1769-84, 4 voi.) del consigliere privato Tatischtcief, il quale visse dall'anno 1686 al 1750. Dopo Pietro il Grande, e soprattutto dopo la fondazione dell'Accademia delle scienze di Pietroborgo nel 1725. la Russia ebbe una schiera di dotti che in essa diffusero il sapere dell'Occidente, assai diverso da quello che s'era conservato nei monasteri: progredì in tal guisa la letteratura russa, la quale però non ebbe vera importanza fuorché sotto i regni di Elisabetta e di Caterina II. Queste due imperatrici, l'ultima in particolare, si resero osservabili per il loro amore delle scienze e delle arti, e per una operosità non meno lodevole nel diffondere l'istruzione nei loro Stati. A tal fine, Elisabetta, che promuoveva gli studii pel maggior decoro che ne veniva al suo trono, l'anno 1755 fondò l'Università di Mosca, e tre anni dopo (1758) l'Accademia delle belle arti ; Caterina poi, comprendendo a meraviglia l'importanza e l'iufluenza sociale dell'istruzione, ordinò la fondazione di un gran numero di scuole, massime secondarie, e gettò anche le prime fondamenta di un ordinamento intorno all'istruzione popolare. L'anno 1783, fu pure fondata l'Accademia russa. L'esempio dato dall'imperatrice, la quale dal canto suo s'applicava con grandissimo amore allo studio delle cose intellettoftli, valse a farle salire in onore, e diede così un impulso che poi produsse ottimi effetti. Michele Lomo nosov (V.) diede opera a formare la lingua, e fu egli il vero creatore della letteratura russa (an. 1711-1765). Quest'uomo sorprendente, figliuolo d'un povero pescatore, s'era educato alle lettere lungi dalla Corte, ed alle ispirazioni del proprio suo genio andò egli debitore di quanto sapeva; e siccome versatissimo in quasi tutti i rami della scienza, primo segnò i precisi confini fra lo slavo ed il rosso, e nella sua grammatica pose le regole fondamentali della costruzione. Al tempo stesso egli sottometteva la lingua russa alle forme della prosodia tedesca; i versi jambici, coraici, ecc. rimpiazzarono allora i versi di ritmo tonico, la cui sola armonia consisteva nell'appoggiare sopra questa o quella parola del verso, a un dipresso come si fraseggiala musica. Le canzoni popolari hanno conservato finora un tal ritmo, che alcuni poeti moderni riproducono con molta grazia in certi canti nazionali. Gli scritti sì in prosa che in verso di Lomonosov in generale non sono notevoli per la ricchezza delle idee; vi si scorge più rettorica che invenzione; spesso difettano d'interesse; ma gl'immensi vantaggi che hanno recato alla lingua assicurano all'autore la riconoscente ammiraz one de'suoi compatrioti. L'impulso era dato; e Lomonosov ebbe molti seguaci, parecchi dei quali dotati di molto ingegno. Souma-rokof, a cagione d'esempio (anno 1718-77), uno dei primi che prendesse ad imitarlo, coltivò diversi ge-
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