Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
RtJTIGLlANO - RUTILIO RUFO
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egualmente protette e favorite da Dio; che la pre-seute vita è una serie di calamitose vicende ; e che una pia fiducia in una suprema Provvidenza non rimarrà mai senza guiderdone; e che non v'ha infine stato o condizione fra gli uomini, per quanto misero e travagliato, che sia deserto di ogui speranza {Ruth, i, 17; ìv, 4; I Reg., in, 17; xiv, 44; xx, 2, 23; Il Reg., in, 9, 35; vii, 27; xix, 13; 111 Reg., il, 23; xx, 2; xx, 10; IV Reg., vi, 31; Umbreit, Ueber Gest und Zweck des Buches Ruths, nel giornale Theolog. Stud. und Krxt. (anno 1834, ! p. 308). È pertanto assai probabile che sia scritto da quello stesso che ha fatto il primo libro dei Re, il quale non potendo porre comodamente questi genealogia di Davide senza interrompere troppo il racconto, ha stimato meglio di staccamelo. Lo scrittore osserva in principio del libro che la storia ch'è per narrare avvenne ai tempi che regnavano i Giudici. Adunque essi non governavano più al suo tempo. Inoltre egli parla di Davide alla fine del libro. D'altronde vi si notano due modi di dire che non si trovano nei libri dei Re. Il primo è: Hcec faciat mihi Deus, et hcec addai, si, ecc.; il secondo: lo U ho scoperto Vorecchto per ti ho detto. La canonicità di quest'opera non è contrastata.
&0T16L1AN0 (geogr.). — Comune nella provincia e nel circondario di Bari, con 7663 abitanti.
RUTILANTE» RUT1LANZA (chim.). — Dicesi del colore rosseggiante di certi liquidi o vapori, come avviene dell'acido nitrico o del sangue arterioso.
RUTIL1A GENTE {stor. rom.). — Plebea. Nessuna persona di questo nome è mentovata fino al secondo secolo prima dell èra cristiana; giacché invece di Sp. Rutilio Crasso, che occorre in molte edizioni di Livio (ìv, 47) come uno dei tribuni della plebe nel 417 av. Ór., dobbiamo leggere indubbia-meute Sp. Vetuno Crasso (vedi Alschefski, ad Ltv.y l. c.). 11 primo membro di questa gente che ottenne il consolato fu P. Rutllio Lupo, che peri du raute il suo consolato (90 av. Cr.) nella guerra sociale. Sotto la repubblica i Rutilii appajono coi cognomi di Calvo, Lupo e Rufo; ma nel periodo imperiale troviamo parecchi altri soprannomi, che rechiamo più sotto. Le sole medaglie esistenti di questa gente portano il cognome di Fiacco, che non riscontrasi negli scrittori.
Rutllio P., tribuno della plebe nel 136 av. Cr., ordinò ad Ostilio Mancino di lasciare il Senato per aver perduto la sua cittadinauza nell'essere stato consegnato ai Numanzi (Cic., De Orat., i, 40).
Rutllio, uffiziale nell'esercito di Siila in Asia, fu inviato dall'ultimo a Fimbria quando sollecitò un abboccamento con essolui nell'84 av. Cr. (App., Mtihr., 60).
RUTILINA (chim.). — Nome dato da Braconnot ad una materia resinoide che si produce per l'azione dell'acido solforico concentrato sulla salicina, e che da Piria fu chiamata Saliretina (V.).
RUTILIO Numazlano Claudio (biogr.). — Poeta ro-mauo, nativo della Gallia, visse al principio del quinto secolo dell'èra cristiana. Dimorò lunga pezza a Roma, ove consegui l'alto uffizio di prefetto della città, probabilmente intorno il 413 o 414 dell'èra volgare. Tornò però al suo paese natio devastato dai barbari del Settentrinna. e pare passasse colà
il rimanente della sua vita in pace. 11 suo ritorn nella Gallia fu da lui descritto in un poema elegiaco intitolato Itinerarium o De reditu, che Wernsdorf crede suonasse originariamente: Rutilii de reditu suo itinerarium. Di questo poema il primo libro, consistente in 644 versi, ed una piccola porzione del secondo ci pervennero. Pare, da prove inerenti, che fosse composto nel 117 dell'èra cristiana, nel regno d'Onorio. Esso é superiore per colorito poetico e purità di linguaggio alla più parte delle composizioni di quel tempo, e il passo in cui celebra le lodi di Roma non è indegno della penna di Claudiano. Rutilio era un pagano e si scatena contro gli £brei ed i monaci.
L'edizione principe di questo poema fu stampata da Gio. Battista Pio a Bologna (1520) con una dedica a Leone X. L'opera fu poi frequentemente stampata, ed apparve nella sua forma migliore nell'edizione di A. W. Zumpt (Berlino 1840). Le altre edizioni più meritevoli di menzione sono quelle di Kappius (Brlang. 1786), di Gruber (Norimb. 1804), di Burmann (Poet. latini minores, voi. il) e di Wernsdorf (voi. i, p. 1). Quest'ultimo scrittore nei suoi Prolegomena discute a lungo ogni punto riguardante la vita e il poema di Rutilio.
RUTILIO Palladio o col suo nome intiero Palladio Ruttilo Tauro Emiliano, scrittore di agricoltura (V. Palladio).
RUTILIO Rufo {biogr.). — Statista ed oratore ro-mauo, fu tribuno militare sotto Scipione nella guerra numantina, pretore nel 111 av. Cr., console nel 105 e legato nel 95 sotto Q. Muzio Scevola proconsole d'Asia. In quest'ultimo ufficio diede prova di tanta onestà e fermezza nel reprimere le estorsioni dei pubblicani, che divenne oggetto di timore e di odio a tutto il corpo. Per la qual cosa al suo ritorno a Roma fu accusato da un certo Apicio di malversazione {De repetundis), trovato reo e costretto ad esulare nel 92 av. Cr. Cicerone {prò Font., 13; Brut., 30), Livio (Epit., lib. lxx), Vel-lejo (ii, 13) e Valurio Massimo (ii, 10, § 5) concordano nell'affermare che Rutilio era un uomo di somma integrità e che fu vittima di una rea cospirazione dell'ordine equestre, il quale non solo appaltava le entrate pubbliche, ma godeva anche in quel tempo del privilegio esclusivo di giudicare nelle cause criminali. Egli si ritirò prima a Miti-lene e quindi a Smirne, ove fermò sua stanza, e passò il rimanente de' suoi giorni nella tranquillità, avendo ricusato far ritorno a Roma, quantunque richiamato da Siila (Seneca, De benef'., vi, 37; Ovid., ex Ponto, \, 3, 63).
Le orazioni di Rutilio sono severe e dure {tristi ac severo genere), contenenti molta materia preziosa sulla legge civile, ma asciutte e magre (je-junce) nella forma, ed imbevute dell'acuto ma freddo carattere della filosofia stoica, in cui l'autore era versato profondamente. Egli è appajato nel Brutus (c. 29) a Scauro, ed amendue sono descritti come uomini di molto sapere, vasta pratica e grande > abilità, ma destituti di talenti oratorii di alto or-! dine. Vennero fra di loro alle prese due volte, I dacché Rutilio, sconfitto nella sua aspirazione al 1 consolato, accusò Scauro, suo competitore fortu-I nato, di corruzione, e Scauro assolto, accusò alla^.ooQle
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