Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      RUVIANO - RUVOinfatti i fiutali come tuttora esistenti, e ricorda l'impresa di Tarquinio Superbo contro di essi, nell'atto che recavasi all'assalto di Ardea, proprio alla vigilia della sna espulsione (Liv., i, 56, 57). Secondo questo racconto, Ardea non fu già espugnata, ma da documento più autorevole (dal trattato tra Roma e Cartagine, conservatoci da Polibio, in, 22) rilevasi ch'era dessa caduta in potere dei Romani pria della cacciata dei re ; e gli è ben possi bile che la cessazione dell'indipendenza dei Rutuli abbia appunto la data di codesto periodo. L'unico ricordo ancora dei Rutuli, che possa dirsi storico, si è che il loro nome riscontrasi nel catalogo datoci da Catone (ap. Priscianum,ivt4, p. 629) delle città che presero parte alla fondazione del famoso tempio di Diana in Aricia, catalogo probabilmente fondato sopra qualche antica memoria; e gli è notevole che compariscano ivi come distinti dagli Ardeati. Eranvi anche vecchie tradizioni oscure, che indicavano Ardea fondata da una colonia di Argo (V. Ardea); e Niebuhr le considera come tendenti a dimostrare che i Rutuli fossero di schiatta pelasgica (Nieb., voi. i, p. 44; voi. li, p. 21). Schwegler dall'altro canto li considera come uniti cogli Etruschi, e probabilmente un avanzo di quel periodo, in cui cotesta tribù avea esteso il suo dominio per tutto il Lazio e per la Campania. Questa teoria riceve qualche appoggio dal nome di Turno, che può avere probabilmente relazione con tirreno; ed anche nel le game cbe la leggenda ci riferisce sussistente tra Turno e l'etrusco re Mezenzio (Schwegler, Ròm. Gesch., voi. i, p. 330, 331). Ma tutto questo argomento è così misto e confuso colle favole ed invenzioni poetiche, che riesce impossibile il fare a fi danza con qualunque di simili ipotesi.
      RUVIANO {geogr.). — Comune nel circondario di Piedimonte d'Alife, provincia di Caserta, con 1910 abitanti.
      RUVO (geogr.). — Due luoghi d'Italia: Ruvo del Monte è comune nel circondario di Melfi, provincia di Potenza, con 2487 abitanti. — Ruvo di Puglia o R. Apula ò città nel circondario di Barletta, provincia di Bari, con 17,956 abitanti. Vi si entra per quattro porte, la principale delle quali chiamasi Porta Nora, che ha la seguente iscrizione :
      Quondam magna fui totum urbs celebrata per orbem, Si modo non eadem splendida fama patet.
      Fu Rubi, secondo l'antica geografia, città del-l'ApuIia, sul ramo della via Appia tra Canosa (Ca¦ nosium) e Bitonto (Butuntum), a circa 15 chil. dal lido del mare. La nomina Orazio come uno de'luoghi in cui sostarono a dormire Mecenate ed i suoi compagni nel viaggio da Roma a Brindisi (Hor., Sai. i, 5, 94). Viene indicata uq\YItinerario di Antonino alla distanza di 35 chilom. da Canosa, e nel Gerosolimitano a quella di 40, misura più esatta, scorgendosi sulla mappa che n'è distante, in linea retta, 42 (Itm. Ant., p. 116; ltin. Hier., p. 610). Da una iscrizione dei tempi di Gordiano III, imperante dal 238 al 244 dopo Cr., rilevasi che era dessa allora un municipio romano (Mommsen, lnscr. B. N., 624), quantunque nè StraboneTolomeo facciano menzione di Rubi. Nondimeno i suoi abitanti sono mentovati sotto il nome di Rubustini daPlinio fra le città municipali d'Apulia, e il Rubu-stinus Ager è dinumerato nel Liber Colon'iarum fra le Civitates Apuli a (Plin., in, 11,8. 16; Lib. Col., p. 262). Le medaglie attestano che Rubi doveva aver ricevuto una grande quantità di coltun
      Fig. 5812. - Medaglia di Ruvo.
      ed influenza greca, ed anzi la greca iscrizione PVBA2TEINAN delle medaglie stesse serve a eoa fermare la denominazione etnografica di Rubustini conservataci da Plinio.
      Essendosi effettuati degli scavi in varii luoghi e tempi, si rinvennero monumenti ed oggetti comprovanti viepiù sempre l'antichità di Ruvo, fra i quali vasi greci, idoletti, lucerne, monete consolari, iscrizioni dei tempi di Gordiano, e inoltre alcune monete con epigrafi arabiche, fatte coniare da Ruggiero. Tutti questi oggetti furono scoperti entro tombe, le pareti delle quali furono trovate in parte coperte di dipinti (Romanelli, voi. il, pag. 172; Bullett. delVlstituto archeol., 1829).
      È tradizione che i Goti la distruggessero nel 963, e che risorgesse più piccola dalle sue rovine. Ruvo è patria del poeta latino Ennio e del valente medico Domenico Cotugno, che insegnò anatomia a Napoli.
      Gioverà infine ricordare che l'antica città ha quasi la forma di un romboide, la cui massima base stendesi al S., mentre ne convergono al N. le linee laterali ; era tutta ricinta un dì da mura e bastioni, e munita delle quattro porte Noè, Spinatola, DH Castello e Nuova. Varie sono le strade che attraversano la città, combinate in guisa che se ne riconosce lo scopo strategico, e la maxima tra esse divide la città pressoché a mezzo, da porta Noè al largo del castello a ponente. Le case nondimeno, per lo più di due soli piani e poste tutte sul pendio del colle a mezzodì, sono abbastanza soleggiate ed offrono quindi sani e piacevoli alloggi. Rotto il perimetro delle vecchie mura, la forma della città stessa mostrasi sempre più cangiata, tanto per l'aggiunta di un nuovo sobborgo a levante, detto largo di porta Noè, quanto per le molte fabbriche ergentisi a mezzodì, e divise dall'antica città, per la nuova strada, che bipartisce in certo modo tra loro le vecchie abitazioni e le nuove. Di Ruvo, ben munita di fortificazioni un giorno (castrum Rubi fortissimum. Muratori, Ber. ital. script., voi. zìi, p. 610), non rimane oggi che il palazzo del oastello, divenuto poscia baronale, ma certo antichissimo, ed ora abitazione privata, adorna di giardino pensile, formato dalle mura latissime, e dal terrapieno che lo cingevano un tempo. Poco distante dal castello, nel tratto meridionale, altissima sorge una rotonda torre, merlata all'estrema sommità, ed avente per base un bastione che la cinge da tutti i lati e fino all'altezza del secondo dei quattro suoi piani interni, di figura dodecagona ; appiè del bastione vi era anche un ampio e profondo fossato,
     


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 3)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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