Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      certamente il nome, giusta la lezione de'codici più accurati di Livio, in cui leggesi Oriundi a Sagunto insula dicuntur, ed una sola volta a Zacyntho, prova non dubbia che il greco Zacynthus era diventato in latino Saguntus.
      5° Con seh nelle lingue germaniche; così, per esempio, in tutte le parole tedesche comincianti da st i Berlinesi fanno sentire la pronuncia di sch; ed ai vocaboli inglesi scritti colla semplice s, come sleep (dormire), slay (uccidere), smear (ungere), snoto (neve), corrispondono i tedeschi schla-fen, schlagen, schmieren, schnee dello stesso significato.
      6° Con e, g ed h, come a suo luogo si disse (V.).
      7° La composta ks con g, come si vedrà (V. X).
      8° S con n, come di già fu notato (V. N).
      9° Con r, come parimente si disse (V. R).
      10° Comparisce Bovente s davanti una consonante iniziale, in tutte quelle parole in cui è dubbio se la forma più antiquata sia quella ch'è fornita di consonante, o l'altra che n'è senza. Così, per es., i vocaboli greci ffrfy» (copro), «rcpevSóvt) (fionda), a^il (vespa) corrispondono ai latini lego, funda, vespa dello stesso significato. Parimente Xeub) (scavo, esamino) dal latino scru-tari per la sola circostanza che il secondo è un verbo frequentativo. Possiede inoltre il greco in sé le duplici forme ffjxixpóc e fxtxpóc (piccolo), (rrpétpu) e Tpeneo (volgo), e l'inglese pur esso contiene molti esempi della medesima variazione, per es., melt e smelt (fuso); tumble e stumble (urtare);ptke e spi che (punta). E nel tedesco e nell'inglese si prefigge ben di frequente un's laddove il greco, e spesso anche il latino, ne sono senza ; così, per esempio, il greco xXe(-w (chiudo, dalla radice xXet; o xXe(S, chiave), il lat. claudo o eludo e clavis, il ted. schliess-en (chiudere), e l'inglese shut (chiuda ') sono tutti dello stesso stipite. Simile analogia si può eziandio riscontrare nelle varie forme dei vocaboli significanti neve, per esempio, gr. vty, lat. nix, illir. snig, ted. schnee, ingl. snoto.
      11° Il suono su al principio delle parole svanisce sovente per la perdita della sibilante o di u, od anche di entrambe, per esempio, al latino stiavis, suadeo corrisponde il greco ecc. , il tedesco sUss (dolce) e l'inglese stoeet (pron. suit, dolce). Chi dubitasse dell'affinità qui affermata di suavis e suadeo, paragoni, per quanto concerne la forma, clavis e claudo o viginti con quella, che dev'essere stata la sua forma più antica, di duiginti, mentre la correlazione di significato verrà tosto stabilita dal comune confronto delle due parole inglesi advice (avviso, consiglio) e medicine (farmaco, medicamento), disgustosi ma salutari.
      Oltre a ciò, le parole latine sop-or e somnus per sop-nus, corrispondono al greco fo-voal verbo gotico in-suepp-an, al tedesco schlaf ed all'inglese sleep, tutti del medesimo significato; i latini socer e socrus, ai greci éxupó? e £xopa (suocero e suocera, ossia il padre e la madre dello sposo), ed al tedesco schtoieger, che si prefigge a sohn per significare genero, ed a valer per indicare suocero; illatino sud-or, al greco TS o?, ti-pó;od parimente Budore, al tedesco schweiss ed all'inglese sweat; il latino sui, sibi, se, al greco 06, of, È, sebbene il greco abbia puranco parole affini incominciasti con Oder, Suevo (tfomu) e Viadro ( Viadrus), che cagionarono non poca confusione nella geografia dell'aurea Germania; la foce del fiume iufatti chiamasi tuttodì Stoinemunde.
      12° Scambiansi inoltre sp con ps; sk confo,ed sdcon ds. Per quest'ultimo ci basti ricordare Toso di aS per t nel dialetto dorico; per il cambio di ks con sk giova notare che al greco (vischio) corrisponde il latino viscus, e che l'aggettivo l«-X<*to; (ultimo, estremo), iudicato da qualche dizionario come vocabolo primigenio, non è che il superlativo della preposizione ft (da, fuori, estro), e sta invece di Inetto? (estremo, ultimo, novissimo); ed il latino misceo (mesco, mescolo) ha il participio mistus e mixtus (per misctus). La tendenza verso cotesto scambio rende ragione eziandio della forma sescenti, dacché seicenti non si rinviene mai nei migliori codici dei migliori autori. Ma di simile metatesi incontransi i più degli esempi nell'anglosassone e nell'inglese. Così, per esempio, nel primo vi sono le due forme vdps o vdsp (vespa), àpse od Cispe (tremulo), da cui il sostantivo iuglese aspen (tremula, alborella, specie di pioppo;; h&pse o hdspe (toppa) ; frosc o frox (rana) ; fiscas o fixas (pesce); tuscotux (zanne); asce od axe (cenere); asejan od axjan (cercare). Gli è quindi un mero caso che l'inglese moderno abbia rifiutato axe e teaps quai volgarismi per adottare invece askes (pron. ascis, cenere) e toasp (vespa). Gli è probabile pertanto che sieno identici in inglese i seguenti quattro nomi Axe, Exe, Esk ed Vsk, indicanti quattro diversi fiumi, sendovi in essi la* metatesi finora trattata.
      13° Finalmente 8 di spesso si perde e scompare, ed è certo che il non badare a questo fatto è causa nelle grammatiche greche di molta confusione. Cori, per esempio, i nomi neutri in oc devono avere avnto una volta nel genitivo un o corrispondente a quello del nominativo, e quindi si deve aver dotto ftnt, yéveaoc, e poscia yivo?, yéveo< (genere, gente, sesso); anzi da cotesta prisca e primitiva forma devesi ripetere la conservazione di ; nei vocativi dei nomi proprii formati dai neutri di tal classe, per esempio, Aicfyeve;, A^aoaOevt? ZwxprrEc. Soprattutto però l'abbandono di cotesta lettera nelle forme originarie di certi tempi presenti cagiona nelle forme derivate apparenti anomalie. Così, per esempio, da xXe((c)w (chiudo) avrebbesi con tutta regolarità xexXe(?[xevo; (chiuso); da yeu(Mtt (gusto) avrebbe» parimente yeva-rtxó; (gustatorio), come si ha in latino gus-tare da gustus; e da &(<;)(*> (lego) avrebbesi Sedfxó; (vincolo, legame, catena), in cui la sibilante corri sponde, come sovente accade, alla gutturale, in ligare, dica-re, e l'inglese tight (legato, serrato) da tie (legare). Il latino cambia in simili cali la sibilante in r; ma neppur esso si fa schivo di espungere un's, specialmente alla fine delle parole, come nelle duplici forme magis e mage; ridertit^ooQle


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 3)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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