Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      SAADI
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      Nesri, Mulana-Edris e Chemal-pascia-Zadah ; ma il principal suo merito sta, a detta dei Turchi, nella florida ed elaborata bellezza della dizione, nel che l'autore non è sopravanzato da altro turchesco scrittore. Il Jones dice che « quanto a leggiadria di componimento e ricchezza di materia può stare a paraggio colle migliori storie europee » ; ma il significato vi si trova troppo spesso affogato ne* tropi rettorici ; e nel leggerla è impossibile dimenticare ch'è lavoro di cortigiano. È singolare che quest'opera non sia mai stata impressa alla imperiale stamperia di Costantinopoli ; ma se ne hanno molti testi a penna nelle biblioteche europee; e una italiana versione del ragazzo Vincenzo Bartutti (in-4°, pt i, Vienna 1646; pt n, Madrid 1652), sotto il titolo di Cronaca dell'origine e progressi degli Ottomani, composta da Saidino turco e tradotta in italiano; e alcuni pezzi furono pur tradotti dal Kollar e da Qrangenet de la Grange. Saad-ed-din è pure autore del Selim-nameh (Storia di Selim), o piuttosto raccolta di aneddoti di questo principe narratigli da suo padre. Questa compilazione, ch'è divisa in quattordici sezioni, è pregevole per la sua autenticità.
      SAADI o (come estesamente scrivesi il suo nome in arabo e in persiano) Sheikh Moslih Eddin Saadi Alshiraei {biogr.) — Celebre poeta persiano, nato nella città di Sciraz nell'anno dell'egira 571 (1175-6 di Cristo). Egli è probabilmente il poeta o scrittore che più sia noto agli Europei, trattone Maometto ; e questa sua celebrità europea, se devesi in parte a quella ch'egli gode in Oriente, può anche essere in gran parte attribuita alla semplicità ed eleganza del suo stile, cotanto simile ai migliori periodi della cristiana letteratura, e cosi dissimile dal maggior numero degli altri scrittori persiani. Egli menava vita di dervis, ossia monaco errante, e passò il più della vita viaggiando di uno iu altro paese. Durante questi suoi viaggi egli fu fatto prigione dai Crociati e messo a lavorare alle fortificazioni di Tripoli. Fu tratto di cattività da un ricco mercante, che gli diè poscia la sua figlia in isposa con dote di cento pezze d'oro. Al che s'allude nel Gulistan (novella xxx del cap. n, pag. 99 della versione inglese del Gladwin, Londra 1808). Cotesta sna moglie gli era una Santippe. < Una volta, dice egli, ella rimproverommi, dicendo: c Non se' tu colui che mio padre riscattò dai Franchi per dieci dinari? Io risposi: Sì, egli mi riscattò per dieci dinari, ma posemi nelle tue mani per cento ». Un aneddoto fantastico, assai popolare nella Persia, mostra quanto egli fosse stimato ancora vivente. Un sant'uomo di Sciraz sognò d'avere inteso gli aogeli del cielo cantare un verso ch'egli non potea capire, ma gli fu detto ch'era un distico di Saadi, e che sarebbe cantato in cielo per un anno intiero. La mattina egli va alla cella del poeta (che viveva da romito), e lo trova recitante il distico:
      Sui verdi alberi il chiaro occhio del saggio vedein ogni foglia un libro della sapienza di Dio.
      Morì Saadi nel 1291 , d'anni censedici, dopo passatine, dicesi, trenta in viaggiare e militare, durante i quali toccò l'Iudia da un lato e l'Asia Minore, e forse l'Europa Occidentale dall'altro; trentaiu religiosa solitudine, meditando il risultato delle sue osservazioni ; e gli ultimi dodici in dar forma permanente ai frutti dei sessantanni precedenti. Durante questa sua lunga vita pellegrinò quindici volte alla Mecca; la prima in compagnia del suo maestro Abdolcadir Ghilani. Visse sotto il patrocinio dei principi Atabeg, Saad Ben Zenghi ed il suo successore Abubekir Ben Saad.
      Le opere di Saadi, raccolte da Abmed Nasic Ben Sesan, consistono nel Oulistan, nel Bostan, in Gaeels (odi), in Casaid (elegie), in Mocataat (frammenti), in Bubajat (quartetti) e in saggi di più sorta in prosa. Di tutti questi suoi scritti, i più noti sono il Gulistan e il Bostan. Il primo è uoa raccolta di storie in prosa, ma mista di versi dell'autore o tolti da scritti altrui, maniera di scrivere che fa molto effetto sull'immaginativa degli Orientali. Il Gulistan è diviso in otto capitoli, che sono: morale dei re; morale dei dervis; eccellenza del contento; vantaggi della taciturnità: amore e gioventù; imbecillità e vecchiaja; effetti dell'educazione ; e regole per ben vivere. I primi sette capitoli consistono principalmente in istorie morali, alcune tolte, a quanto pare, da fatti veri, altre immaginarie, ma tutte attinentisi per qualche modo al soggetto del capitolo e colla loro morale ad esse intrecciata. L'ultimo capitolo è piuttosto una rac~ colta di apoftemmi, sebbene faccia parte ancor essa della narrativa, come si vede nella maggior parte delle collezioni orientali (e tali sono, per es., lo Notti arabe e le Favole di Pilpai) ; ma si succedono l'una all'altra senza alcun nesso, salvo la loro allusione ad un comune soggetto. Di questo libro sonosi fatte assai traduzioni. Fu voltato in francese dal Du Ryer, che fu console francese in Alessandria (Parigi 1634); in tedesco dall'Oleario, che nella prefazione accenna l'ajuto di un vecohio letterato persiano per nome Hacvird, e fa menzione di un'anteriore traduzione dal francese del suddetto Du Ryer. Questa versione fu stampata a Slesvig (1654). L'Oleario tradusse pure in tedesco il Bostan, componimento alquanto simile al Gulistan, ma tutto in versi. Il Gulistan fu tradotto in inglese dal Gladwin (Londra 1808); e dal Ross per la'Società Asiatica. Se n'ha pure una più recente versione francese del Gaudin (1789), accompagnata da un Saggio storico intomo alla legislazione della Persia.
      Le opere complete di Saadi, nell'originale persiano e in arabico, furono stampate a Calcutta in due volumi in piccolo in foi. dall'Harrington (1791). Il testo del Gulistan comparve primamente nell'edizione del Genzio (Amsterdam), accompagnato da versione latina e da note. Il Gladwin ne pubblicò il testo a Calcutta nel 1806, che fu ristampato in Londra nel 1809. II testo colla traduzione a fronte fu stampato dal Demoulin a Calcutta nel 1807; e se ne fecero dipoi più di una edizione in litografia, una delle quali, se non andiamo errati, ha il Bostan in margine, forma sotto la quale in-contrausi spesso le due opere ne' niss. Il Falconer ha pubblicato per gli studiosi di persiano un'ottima scelta di squarci del Bostan, in litografia, contenente circa un terzo dell'opera, ed ha pure inserito nellMsiafr'c Journal parecchie eccellenti versioni inglesi di storie staccate, accompagnate dal^.ooQle


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 3)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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