Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
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SABAR-JESU - SABATIER ANTONIOVedi: Itin. Ani. (p. 233, '<61,262, 434) - Orelli, Inscript. (n°200 e 1789) — Scbònwisner, Antiqui-tates Saharice (p. 45) — Muchar, Noricum (i, p. 167).
SABAR-JESU (stor. eccl. ). — Era ud nome assai comune fra i cristiani della setta neBtoriana, e fu recato da parecchi de'suoi patriarchi, dei quali diamo un cenno cronologico.
Sabar-Jesu I, trentaduesimo patriarca nestoriano, aveva scritto una Storia della Chiesa, di cui non rimane che un frammento nella Biblioteca Vaticana. Mori nel 604. La sua memoria è ancora venerata in Siria, dove gli si consacra la prima domenica di ottobre.
Sabar Jesu II, cinquantesimo patriarca, fu celebre per le ordiuauze contro il rilassamento degli studii. Mori nell'836.
Sabar-Jesu m, sessantottesco patriarca, fiori nel secolo xi : morì nell'anno 1072.
Sabar Jesu IV, settantacinquesimo patriarca, morì nel 1225.
Sabar-Jesu V, successore del precedente, morì nel 1256.
Sabar Jesu, scrittore sovente citato dagli autori siriani, viveva nel secolo vii, ma nulla rimane delle opere che aveva composte.
SABATAISEVI < biogr.). — Falso Messia degli Ebrei, nato a Smirue l'anno 1625, sedusse e concitò la nazione giudaica, empiè l'Europa del rumore della sua impostura, e poco mancò non cagionasse una seria rivoluzione in Oriente. Condotto dinanzi a Maometto IV, non potè sostenere il suo personaggio, coufessò tutte le sue frodi, e finalmente abbracciò la religione maomettana, sola puuizione che il sultano si degnasse d'imporgli per riparazione di tanti scandali. Morì nel 1676.
Il Théàtre de la Tur qui e, per Lefebvre; l'Histoire de VEmpire ottoman, per l'abate Mignot, e VHistoire des sectes, per Ghégoire, contengono cenni curiosi sopra questo impostore e i suoi partigiani.
SABATIER Andrea Giacinto (biogr.). — Letterato francese, nato il 18 dicembre 1726 aCavaillon (Val-chiusa), morto il 14 agosto 1806 ad Avignone. Recatosi a Parigi verso il 1752, esordì col pubblicare sotto il velo dell'anonimo, secondo l'uso del tempo, alcune lettere su questioni letterarie ; e piccoli componimenti in versi, come la canzone della Monche, subito ripetuta in tutti i crocchi. La Bua Epitre à l'abbé Poulle sur la méthode de diviser les discours (1754, in-8»), e i suoi Conseils sur Vart de parvenir dans la république des lettres (1758, in-8°) annunziavano uu buon letterato; la raccolta delle Odes tiouvelles et autres poésies (Parigi 1766, in-12°) parve promettere un nuovo poeta lirico; ma queste odi sì vuotate, giustamente obliate oggidì, non valgono le Epitres e soprattutto alcuni dei Discours di Sabatier, per esempio quelli che hanno per argomento l'ode, lo stile poetico, od il pregiudizio che nota d'infamia i parenti dei suppliziati. Verso il 1763 fu nominato professore d'eloquenza al Collegio di Tournon ; lasciò la sua cattedra allorché questo stabilimento fu confidato ai Padri dell'Oratorio, e ritornò a Parigi, ove ottenne una pensione dal re Luigi XVI. Alla creazione delle Scuole centrali (1795), professò belle lettere in quella del Varo, poscia umanità ed istoria in quella di Valchiusa.
Poco prima di morire, ricevette una pensione dal Governo imperiale. Sn batter diede egli stesso un'edizione delle sue (Euvres (Avignone 1779, 2 voi. in-12°), nella quale iuserì, oltre le opere citate, un Discours sur les belles lettres (1769, in-4°), la tragedia Umberto 11, rappresentata nel 1773 a Grenoble, l'Orat-son funèltre de Louis XP(1774, iu-8°), e VEloge { de madame de Sévigné (1777, in 8°). Si hanno ancora di lui alcuni scritti inseriti negli Annales du comté Venaissin, un Discours sur l'Etre suprème (1794, in 8°), il dramma Le couronnement de Pé-trarque (1804, in-8°), e Le Phénix, poema allegorico allusivo a Napoleone.
Vedi : Desessarts Siècle littéraires (vi e vii) — Annuaire de Vaucluse (an. xn) — Baijavel, Dici, hist. de Vaucluse.
SABATIER Antonio, detto Sabatier de Castres (biogr.). — Letterato francese, nato il 13 aprile 1742 a Castres, morto il 15 giugno 1817 a Parigi. Destinato allo stato ecclesiastico, entrò al seminario di CaBtres, ove fece rapidissimi progressi; ma il suo spirito caustico indispettì contro di lui i suoi professori, e gli fu vietato di occuparsi di letteratura; ma piuttosto che obbedire, fuggi dal seminìi nano, e recatosi a Tolosa, bì abbandonò alla sua inclinazione alle lettere facendovi rappresentare una commedia in prosa, Les eaux de Bagnères (1763), e componendo gran numero di poesie, di raccouti licenziosi, ed il poema intitolato Le tempie de la Volupté. Nel 1776 andò a Parigi invitatovi 1 da Elvezio, che lo gratificò di una pensione di I 1200 lire: ivi raccolse le Bne poesie e le pubblicò col titolo di Quarts dheure d'un joyeux solitaire , (1766, in-12°), e scrisse romanzi, uno dei quali, I Biearrerie du destin, ebbe quattro edizioni. Can-I giato partito, si rivolse contro i filosofi, e senza , neppure aspettare la morte del suo protettore Elvezio, ne assali gli amici col Tableau philosophique de l'esprit de Voltaire e col repertorio letterario Les trois siècles de la littérature frangaise, ou Tableau de l'esprit de nos écrivains depuis Francois I** jusqu'en 1772, che ebbe sei edizioni. Accolto con premura dal partito della Corte, il signor di Ver-gennes lo invitò a Versailles, diedegli nna gratificazione di 12,000 lire, e lo alloggiò nell'appartamento stesso ch'egli occupava al castello, e nel 1777 gli affidò l'educazione dei proprii figliuoli. Trovata la via della fortuna, Sabatier seppe approfittare di tutte le occasioni propizie: s'ei uon aveva una famiglia da sostenere, i suoi vizi erano molti, e voleva soddisfarli. Egli combattè per la religione ed i costumi con tanto maggior ardore, in quanto che le turpitudini della sua vita privata provavano evidentemente che non aveva nè costumi, nè religione. Egli stava scrivendo, a richiesta di Luigi XVI, un'Histoire des dieux et des héros du paganisme, quando sopraggiunta la rivoluzione, diede una nuova direzione a'suoi lavori. Egli percepiva allora quattro pensioni, dalla cassetta del re, dall'economato, dal Mercure, dal ministero degli affari esteri: interessato al mantenimento degli abusi di cui vivea grassamente, si pronunziò contro le nuove idee, e compilò con Rivarol i primi numeri del Journal politique national. Emigrò, ma alla seconda ristorazione rientrò in Francia, sperando ricuperare le
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