Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
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8116 antiche pensioni : non ebbe che un aunuo soccorso di 2000 lire, insufficienti al suo vivere sregolato, sì che cadde nella miseria e mori in una casa delle Suore di carità. Fra le molte sue opere, oltre alle citate, accenneremo: L'école des pères et des mères, romanzo (Amsterdam 1767, 1769,
2 voi. in-12°); Dictionnaire de httérature (Parigi 1770, 1777, 3 voi. in 8°); Les siècles paiens ou dictionnaire myihologique, héroique, politique, ecc. (ivi 1784, 9 voi. in-12°); Le véritable esprit de J.-J. Rousseau (Metz e Parigi 1804, 3 voi. in-8°); La souveraineté, ou Connaissance des vrais principes du gouvernement des peuples (Altona 1806, 2 voi. in-8°) ; Les caprices de la fortune (Parigi 1809,
3 voi. in-12°): ecc. ecc.
Vedi : La Harpe, Corresp. — Palissot, Mémoires — Nayral, Biogr. Castraise — Quérard, France littéraire.
SABATINI Vitaliano (biogr.). — Nacque in Cirò, comune della seconda Calabria Ulteriore, il 18 marzo 1786, da Nicodemo e da Violante Bernardis; morì in Napoli il 4 luglio 1873. Nella giovanezza piacque a lui di dedicarsi all'esercizio delle cariche pubbliche, nell'età più matura si rivolse ali'avvoche-ria, e nella vecchiaja, si ritrasse a vita privata; anzi, essendo addivenuto sordo e ben comprendendo che inutilmente sarebbe intervenuto alle riunioni dell'Accademia Pontaniana, alla quale da moltissimi anni si trovava ascritto, nel giugno del 1865 chiese ai suoi colleghi un congedo illimitato. Fu uomo operosissimo, e si hanno di lui le seguenti opere: Su la decadenza delle ricchezze e mezzi da rilevarle (Napoli 1833, in 8°); Discorso sui dissodamenti delle paludi montane e sui disordini d' Ile acque fluenti (ivi 1836, in-8°); Btflessioni concernenti un sistema d'istruzione ed educazione pub blica collegato coi principit della legislazione e della politica, ed atto ad elevare la capacità morale (ivi 1840, in-8°); Su V arresto personale per materia civile (Cosenza 1844 , in-8°); Del sistema d'isolamento de' detenuti ; SuWutilità di rendere popolare la filosofia (Napoli 1845, in-8°) ; Sul diritto della pace e sull'introduzione della guerra (ivi 1864, in 8°).
SABBA (principe EASTfiO, più conosciuto sotto il nome di san) (agiogr.). — Nacque nella seconda metà del secolo xu, e morì a Trnava il 14 gennajo 1237. Era figliuolo di Stefano Nemania, il fondatore del regno di Serbia. Un monaco del monte Athos fecegli una sì seducente pittura della calma e divota esistenza de' suoi fratelli, che lo invogliò- di abbracciare la vita monastica. Rasteo colse Tocca-sioue di una caccia a cui doveva prender parte tutta la Corte, per fuggirsene al monte Athos. Suo padre scopri il luogo del suo ritiro, e gli deputò molte persone per indurlo a ritornare presso di bò; Rasteo offrì un gran convito agl'inviati, ed inebriatili, approfittò di quel momento per pronunziare i suoi voti (1159). Giovane ancora, fu nominato archimandrita. Per servire agi' interessi della sua patria, ottenne poi dal patriarca di Costantinopoli la creazione di un arcivescovo serbo per consacrar vescovi, favore importante in quel tempo, giacché assicurava intiera indipendenza al clero del suo paese, ed egli fu il primo inalzato a quel grado (1219). Andrea II re d'Ungheria, sgomentato dellapotenza acquistata dalla Serbia, erasi sforzato di accendere la discordia tra i figliuoli di Stefano Ne-mania, dando ad uno di essi , col titolo di re, la provincia di Dalmazia, di cui erasi impadronito in piena pace; ma san Sabba accorse tosto alla Corte di Serbia, riuuì i rivali e li riconciliò sulla tomba del padre loro. Egli consacrò, nel 1224, suo nipote Radoslao, che prese il nome di Stefano Nemania III, e nel 1230 Yladislao, fratello del re precedente e soprannominato il Salomone serbo. Qualche tempo prima di morire intraprese un viaggio in Terra-santa; visitò l'Egitto, il Sinai, ed al ritorno passò per Trnava, ove trovavasi la Corte di Giovanni Assento re di Bulgaria, e morì in quella città. Le sue ossa, deposte nel monastero di Milechevo, furono abbruciate nel 1595 per ordine di Sikan pascià. Se ne celebra la festa il 14 gennajo.
Vedi Rnftoh, Bistoire de Serbie.
SABBAGH Michele (biogr.). — Orientalista, nato a Sau Giovanni d'Acri verso l'anno 1784, di parenti cattolici, si associò coi Francesi al tempo della spedizione d'Egitto, li accompagnò nella loro patria, fu impiegato nella stamperia reale, poi nella biblioteca del re, e morì nel 1816. Pubblicò fra altri opuscoli i seguenti in linea araba: Versi in lode del sommo pontefice Pio VII (1805, in foi., con una versione latina per Silvestro de Sacyi; La colomba messaggiera, più rapida del baleno (1805, in 8°, con una versione francese e note per Silvestre de Sacy); Versi in occasione del matrimonio di Napoleone (1810, in-fol.); Cantico sopra la nascita del redi Boma (1811, in-4°) ; Cantico di felicitazione a S M. Luigi XV111, con una versione francese per Gran-geret de la Grange (1814, in-4°). Lasciò più altre opere monoscritte , come una Storia delle tribù arabe del deserto, ed una Storia della Siria e dell'Egitto , ecc. Trovasi una notizia sopra Michele Sabbagh ne\Y Antologia araba di Hunibert
SABBATA (latino Sabbatha e Sabotha, gr. SafóotOa) (geogr. ant.). — Capitale degli Adramiti (oggi Adra• maut), tribù sabea sulla costa S. dell'Arabia Felice, sotto 14° di lat. N., posta ben lunge nell'interno, sulla costa di un fiume navigabile (forse il Prione), circostanza insolita in una regione in cui le correnti di acqua fanno breve corso e sono di rado navigabili ; i suoi abitanti vengono da Festo Avieno (Descr. orb. terrv, 1136) denominati Sabbati (Sab-bathce). Se coteata città conteneva veramente 60 tempii, come la tradizione riferisce, non dev'essere stata seconda ad alcuna delle arabiche ; ed è certo che il suo monopolio del commercio delle Indie la rendeva luogo dovizioso e ragguardevole (Peripl. Mar. Erythr., p. 15). Non era permesso di sbarcare aromi, gemme e sete dall'India in alcun altro porto del littorale ; e se cotesti generi venivauo esposti altrove in vendita, erano subito confiscati, ed i venditori puniti di morte. Venivano trasportati cotesti generi su per il fiume a Sabbata in barche di cuojo teso su carcasse di legno. Una sola porta (forse per poter meglio scoprire la frode) di Sabbata era destinata a cotesto ramo di commercio ; e dopo che le balle di merci venivano esaminate, non passavano in mano dei rispettivi proprietarii se costoro non avessero pagata pi-ima la decima per una divinità, che chiamavasi Sabis ossia Signore,
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