Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
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3A.BBA.TA.RII o SABBAT1ANI - SABBATtNt LORENZO
ed anche una tassa per il re. Si sforzarono alcuni geografi d'identificare Sabbata con Mariaba (ora Mareb), ma le prove della identità dei due luoghi non sono punto soddisfacenti ; e si può anzi disputare se Sabbata non sia una forma prolungata di Saba, denominazione comnne delle città dell'Arabia Felice, come altrove bì disse (V. Saba).
SABBATARH o SABBATIANI (stor. eccl.). — Più set-tarii vennero indicati sotto questo nome: 1° Certi Ebrei mal convertiti , che nel primo secolo della Chiesa aderivano ostinatamente alla celebrazione del sabbato e ad altre osservanze della legge giudaica. Furono appellati anche Masbolei. 2® Una setta del secolo iv, formata da un Sabbazio che volle introdurre lo stesso errore fra i Novaziani. e sosteneva doversi celebrare la Pasqua cogli Ebrei il dì quattordicesimo della luna di marzo. Vuoisi che questi visionarli avessero la mania di non adoperare la mano destra, d'onde venne loro la denominazione di àpiffrepoi, cioè sinistri o mancini. 3° Un ramo d'anabattisti che osservano il sabbato ad imitazione degli Ebrei, e pretendono ch'esso non sia stato da nessuna legge abolito nel Nuovo Testamento ; condannano la guerra, le leggi politiche, l'ufficio di giudice e di magistrato, e dicono il Padre
010 doversi pregare, non il Figliuolo nè lo Spirito Santo.
SABBATHIER Pietro (biogr.). — Dotto benedettino francese, nato a Poitiers nel 1682, morto a Reims
11 24 marzo 1742. Nel 1700 prese l'abito di sap Benedetto nell'abbazia di Saint-Faron di Meaux. Inviato a Saint-Qermain-des-Prés per studiarvi teologia, venne scelto da don Ruinart alla compilazione del tomo v degli Annali Benedettini. Fin d'allora aveva egli concepito il progetto di pubblicare l'antica versione della Sacra Scrittura, detta Italica o comune; occupavasi perciò con ardore nel prepararne una nuova edizione, ed avevala annunziata nel 1724, quando le dispute del giansenismo, a cui prese parte, lo fecero esigliare nell'abbazia di San Nicasio di Reims. Colà diedele l'ultima mano, ed ottenne dalla munificenza del duca d'Orléans i mezzi di farla stampare a Reims; ma durante la pubbli-cazioue Sabbathier morì, e l'opera venne tegninata da Bailard e Vincenzo De la Rue. Comparve sotto il titolo di Bibliorum sacrorum latince versiones antiqua, seu vetus Italica ecc. (Reims 1743, 3 voi. infoi.).
Sabbathier è anche autore, in collaborazione con don Loyau, di un Catalogo della biblioteca della badia di Reims.
Vedi: Tassin, Bibliothèque des écrivains de la Congrég. de Saint-Maur — Felier, Dict. hist. — Journal des Savants (1724, 1738, 1743).
SABBATI Liberato (biogr.). — Botanico italiano del secolo xviii, di cui si ignora il luogo della nascita e il tempo della morte, fu conservatore del giardino botanico di Roma. Si ha di lui un catalogo ordinato secondo il metodo di Tournefort, e intitolato Collectio plantarum quce luxuriantur in agro romano (Roma 1754, in-4°); Hortus romanus (1772-1778, 5 voi. in-fol. grande con stampe). 1 suoi continuatori, dopo aver dati i volumi vi e vii nel 1784, abbandonarono l'opera, che fino ai due terzi soltanto era secondo il metodo di Tournefort.
SABBATICO ANNO (stor. ebr.). - Si dioe ood dagli Ebrei ogni settimo anno, nel quale si lasciavano ia riposo le terre. Dio aveva ordinato agli Ebrei di lasciare incolto il suolo ogni anno settimo, e per far visibilmente risplendere la sua provridensa, aveva loro promesso doppio o triplo raccolto nel sesto, minacciandoli poi di farli passare in terra straniera se non avessero ubbidito al precetto (.Exod., xxiii ; LeviL, xxv). E questa legge fa osservata fedelmente fino al regno di Saulle; ma d'allora cominciarono a trascurarla, e tale trasgressione fa uno dei motivi della schiavitù di Babilonia (Il Par raìip., xxv). Onde varii autori hanno osservato che i settantanni di questa cattività rispondono al numero degli anni sabbatici violati dagli Ebrei sotto il governo dei re. Al ritorno in patria, gli Ebrei si mostrarono fedeli osservatori di questa legge, e nella promessa solenne che fecero d'osservare tatti i comandamenti del Signore, compresero particolarmente quello riguardante l'anno sabbatico (I Esdr., x). Lo storico Giuseppe attesta che Giulio Cesare, imponendo loro un tributo, eccettuò l'anno sabbatico, perchè in tale anno nulla si raccoglieva (Antiq. jud., xiv, 17).
SABBAT1NI Andrea, detto Andrea di Salerno (biogr.). — Pittore, nato a Salerno verso il 1480, morto nel 1545. Avendo veduto a Napoli il bel dipinto à*\YAssunzione del Perugino, parti immediatamente per Perugia affine di entrare nello studio di quel maestro; ma, annunziategli le meraviglie eseguite a Roma da Raffaello, andò a porsi nel novero dei discepoli di quest'ultimo. Bienchè la morte di suo padre lo abbia costretto di ritornare dopo un anno in patria (1513), fu uno dei più abili imitatori dell'Urbinate; e se non eguagliò Giulio Romano, sorpassò i suoi condiscepoli Rafiaellino del Colle, Vincenzo Tanzagni, Pellegrino di Modena, il Bagnacavallo, ecc.
Fra le molte pitture ch'egli lasciò a Napoli, sono pregiati soprattutto i freschi e i quadri di Santa Maria delle Grazie, superati nonpertanto dai dipinti coi quali arricchì Gaeta e Salerno. Molte altre città posseggono opere di Sabbati ni, e principalmente Madonne di rara bellezza, benché le ombre sieno un po' spinte, ed i muscoli talora troppo accentuati. 11 Louvre possiede di lui una Visitazione.
Vedi Vasari, Orlandi, Lanzi, Ticozzi.
SABBATINI Lorenzo (biogr.). — Celebre pittore, detto anche Lorenzino da Bologna, dalla città ove nacque, circa il 1530, lavorò negli adornamenti del Vaticano, colorì molte belle composizioni che si ammirano in diverse chiese di Roma, e mori giovane ancora nel 1577. Il museo parigino ha un suo quadro rappresentante Gesù ritto sulla cuna, sostenuto dalla Vergine e indicante il cielo a san Gio. Battista fanciullo che gli offre una croce di giunchi. 11 Lanzi chiama Sabbatici uno dei più gentili e delicati pittori del suo secolo. Chiamato a Roma durante il pontificato di Gregorio XIII, vi fece molti pregiati lavori, cosi a olio come a fresco. 1 dipinti da lui eseguiti in Vaticano nella cappella Paolina, nella sala regia, nella galleria e nelle loggie, furono fatti a competenza dei migliori maestri, , ne uscì con universale applauso. Egli era statot^ooQle
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