Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      SABBATINI LttlGI ANtONIÓ - SABBATÒ
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      scelto a sopravvedere i lavori di San Pietro, e morì sostenendo quell'incarico.
      SABBATINI Luigi Antonio {biogr.). — Compositore, nato nel 1739 ad Albano presso Roma, morto a Padova il 29 gennajo 1809. Entrò per tempo nell'ordine dei Francescani, e fece nei loro conventi di Roma, Bologna e Padova la sua educazione musicale; i suoi ultimi maestri di contrappunto furono il p. Martini e principalmente Vallotti, di cui adottò il difettoso sistema d'armonia. Divenuto maestro di cappella della chiesa dei Dodici Apostoli a Roma, occupò quel posto sino a che nel 1780 prese quello di Vallotti a Sant'Antonio a Padova. Nel 1807 fu eletto membro dell'Istituto del regno d'Italia. Sab-batini compose molta musica sacra, gran parte della quale rimane inedita, ed è meglio conosciuto per le opere didattiche seguenti: Elementi teorici della musica (Roma 1789, in-4°), raccolta di solfeggi, i cui precetti e le lezioni pratiche sono i canoni : Gaveaux e Choron ne diedero ognuno una nuova edizione a Parigi ; Vera idea delle musicali numeriche segnature (Venezia 1795, in-4°): è un trattato degli accordi Becondo il metodo di Vallotti; Trattato sopra le fughe musicali (ivi 1802, due parti in-4°): le fughe sono estratte dai manoscritti di Vallotti. Egli è anche autore di una Vita di Val-lotti (Padova 1780, in-8°), e fecesi editore dei Salmi di Marcella pubblicati nel 1801 da Sebastiano Valle.
      Vedi : Fétis, Biogr. univers. des musiciens, ed Esquisse de Yhist. de Tharmonie.
      SABBAT0 (lat. Sabbatum, ebr. Sciabath, dal verbo sciabat, cessare dal fare, riposare (stor. sacr. e cost.). - È il nome del giorno di riposo presso gli Ebrei. Il sabbato era stato istituito in memoria del settimo giorno, in cui Dio si riposò dopo aver creato il mondo; quindi la cessazione del lavoro doveva essere tale cbe fosse perfin vietato apprestare in quel giorno le vivande. Il Signore aveva confermato con uno splendido miracolo questo comandamento (V. Manna).
      La prima notizia biblica del sabbato si rinviene nella Genesi (ir, 3) alla fine del racconto dei sei giorni di creazione, sebbene la parola stessa non vi sia registrata ; e quinci si arguisce di frequente che l'istituzione di cotesto giorno festivo e di riposo sia coeva al mondo, e per conseguenza obbligatoria per tutti gli abitanti della terrestre superficie. Senza addentrarci in sottili disquisizioni sull'argomento, soggiungiamo che soltanto YEsodo (xvi, 23-29) fu imposto da Mosè a tutti gli Israeliti ch'erano con lui nel deserto ed ai loro discendenti il precetto dell'osservanza del sabbato, con tanto rigore che nulla di profano si operasse in esso, e neppur si cocessero le vivande, ma fossero cotte ed approntate il giorno innanzi. Venne riconfermato questo precetto nel terzo dei comandamenti, coiresplicita dichiarazione che nessuno degli Israeliti facesse opra manuale e faticosa nel sabbato del Signore Iddio suo, e che il precetto dovesse rispettarsi dai figli e dalle figlie, dai servi e dalle ancelle, e perfino dai giumenti e dagli stranieri, quali, sebbene incirconcisi, dovevano adorare in Israello il vero Dio (Exod., xx,8-11).Cotesto giorno di assoluto riposo, tutto consacrato al Signore,
      venne istituito per rammentare i sei giorni della creazione, ossia del lavoro divino dell'universo, ai quali successe il settimo di perfetta quiete ; e per ricordare inoltre la sortita dell'Egitto, la mercè della mano forte e del braccio teso del Signore Iddio (Deuter., v, 14-15); e formava, insieme colla Pasqua, i due tratti più distintivi della religiosa vita degli Ebrei. Dopo la prescrizione del terzo comandamento non mancarono nel Pentateuco nuove ingiunzioni per mantenere nel sabbato l'astinenza dal lavoro in tutta la sua pienezza. Fu quindi proibito di accendere il fuoco, ed un uomo fu lapidato per aver raccolto frasche di sabbato; e più tardi il profeta Isaia (nel secolo vi ir av. C.) minacciava severi castighi ai profanatori, promettendo larghe ricompense agli osservatori del sabbato (Is., lviii, 13, 24). Ciò non ostante, ai tempi di Geremia (nel secolo vii av. C.) la violazione del sabbato era comunemente in uso, a segno che vi si compievano le opere più servili, come il trasporto di fardelli, oggetti pesanti,ecc. (Jer., xvir, 21-27).Memori delle invettive di Geremia contro siffatto abuso, i Farisei rimproverarono il Redentore di aver comandato al paralitico guarito in sabbato di portarsi via il suo letto, dichiarando per zelo bugiardo, con istu-diata ipocrisia, peccaminoso un atto di assoluta necessità, come fosse un atto di turpe lucro (Joan., v, 10). La profanazione del sabbato fu notata da Ezechiele (xx, 12-24) qual massimo dei peccati nazionali per gli Ebrei ; e Neemia, reduce dalla babilonica cattività, riunì 85 fra i più cospicui dei suoi concittadini ed una moltitudine di gente, con cui rinnovò il patto di osservare i divini comandamenti , ed in ispecie di santificare il sabbato (II Exdrce, xnr, 15-22). Successivamente non vi fu esempio di violazione di cotesto sacro giorno da parte degli Ebrei, tranne da coloro che apertamente avevano apostatato (I Machab., i, 11-15, 39-45; n, 36, 41). Se dal Vecchio passiamo al Nuovo Testamento, ci accorgiamo del più scrupoloso rispetto per il sabbato, ed in qualsiasi modo avesse potuto errare un ebreo nell'osservarlo, aveva cessato appieno di trascurarlo; ed in qualunque luogo si fosse recato, scorgeva nella sua osservanza il pegno più visibile della sua nazionalità. Oltre all'astinenza dai materiali lavori e da ogni opera servile, il che costituiva la parte negativa della celebrazione del sabbato, eravi in questa anche la positiva, rilevandosi dal Pentateuco che in cotesto giorno duplicavasi e il mattutino e il vespertino sacrifizio, e che vi si cuocevano i pani freschi della proposizione, sostituendoli a quelli dell'antecedente set-timana. Non vi era dunque divieto di lavorare, accendere, il fuoco, ecc., per preparare ciò che faceva mestieri alle sacre cerimonie. Antichissimo si è pur l'uso di celebrare il sabbato col meditare sopra religiosi argomenti, considerando ciò come parte essenziale del culto, e sembra che, se non dai primordii, certo fino dalle età più rimote sia stata in vigore la pratica di rivolgersi a qualche profeta per ascoltarne le parole (IV Beg., iv, 23); e si sa che alcuni salmi furono espressamente composti per la santificazione del sabbato, per esempio, il xci, ecc., e servivano probabilmente tanto ad uso dei privati, quanto a quello del tabernacolo*
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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 3)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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