Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
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SABELLICO (MARCANTONIO COCCIO, DETTO) - SABINIScrittura appelliamo Figliuolo di Dio. Quelli cui il Beausobre accusa aver detto che i Sabelliaui figu-ravausi no Dio padre di se stesso e figlio di se stesso, YWotr^pt riduconsi al solo Ario, eresiarca pertinace non men di Subellio (V. Noe ti ani, Patri-passiani, Praessant).
Vedi : Basilio, Epist. (210, alias 64, t. ni) — Eusebio, De prceparatione evangelica (lib. 7) — Agostino, De hceres. (cap. 4) — Sandio, De script, eccles. — Cr. Womio, Hist. sàbelliana — Pluquet, Dict. des hérésies.
SABELLICO (Marc'Antonio COCCIO, detto) (biogr.). — Illustre storico, nacque nel 1436 a Vicovaro nella Campagna di Roma, sul confine dell'antico paese dei Sabini; il che gli fece sostituire al suo nome di Coccio quello di Coccejus Sabellicus; mori a Venezia il 18 aprile 1506. Era allievo di Pomponio Leto, e fu chiamato nel 1475 in Udine come professore di eloquenza, e nella stessa qualità a Venezia nel 1484. Ridottosi, a cagione della peste, in Verona, scrisse ivi in latino i 33 libri della sua Storia Veneta, da esso pubblicata nel 1487. La Repubblica gli assegnò per decreto una pensione annua di 200 zecchini (lire 2290) e lo creò in pari tempo conservatore della biblioteca di San Marco. Sabellico aggiunse quindi alla storia quattro libri, che non sono mai venuti in luce. Pubblicò inoltre una descrizione di Venezia in tre libri, un dialogo sui veneti magistrati, e due poemi in onore della Repubblica. Scrisse quindi la Rapsodia delle storie, ch'è una storia generale dalla creazione del mondo sino al 1503. Le altre sue produzioni sono discorsi, opuscoli morali, filosofici e storici, e molte poesie latine: il tutto riempie quattro grossi volumi infoglio. Sabellico ha pure pubblicato delle note e de* commenti sopra varii antichi autori, come Plinio il naturalista, Valerio Massimo, Tito Livio, Orazio, Giustino, Floro ed altri. La poca diligenza da lui usata nello scrivere la storia di Venezia, ed il breve tempo che fu accordato a Sabellico (15 mesi) per la compilazione della sua opera, sono le precipue cause della poca fiducia che merita, pei numerosi errori che vi sono stati notati. Sabellico morì a Venezia, dopo una lunga e dolorosa malattia, nel 15"8. Ecco il catalogo delle maggiori sue opere: Historia rerum venetarum ab urbe condita adobitum ducis Marci Barbadici (Venezia 1487, in foi.), della quale furono fatte due traduzioni italiane, una di Matteo Visconti di San Canciano, l'altra del Do'ce; Rhapsodice historiarum enneades (ivi 149S e 1504, in-fol.). Ciascuna di tali enneadi contiene nove libri, e sono dieci enneadi e due libri, in tutto 92 libri; Epistola familiares, necnon orationes et pocmata (Venezia 1502, in foi.); De venetis magistratibus ivi 1488, in-4°). La raccolta completa delle sue opere fu stampata a Venezia (1560, 4 voi. in-fol.). Nella raccolta Degli storici veneziani, pubblicata da Apostolo Zeno, si trova una Vita di Sabellico premessa alla sua storia.
SABELLI0 (biogr.). V. Sabelllani.
SABERA (zool.). — Nome arabo di un mammifero rosicante, della famiglia degli spermosciuri, affine allo sclnlu.
SABICEA (bot.). — Genere di piante, della famiglia delle ciuconacee, tribù delle ameliee, che con-
tiene nove specie, delle regioni intertropicali del nuovo continente.
SABINA (geogr. e st. ant.). V. Rieti e Sabini.
SABINA (bot.). V. Ginepro.
SABINA (biogr.).— Moglie dell'imperatore Adriano, era gran nipote di Trajano e figliuola di Matidia, ch'era figliuola di Marciana sorella di Trajano. Sabina fu data in moglie ad Adriano intorno il 100 dell'éra nostra, per influenza di Plotina moglie di Trajano , ma non con piena approvazione dell'ultima. Il maritaggio non riusci fortunato. Adriano si lagnò del temperamento della moglie e disse avrebbe fatto divorzio da lei se fosse stato in condizione privata; mentre ella menava vanto che aveva posta cura di non propagar la razza di simil tiranno. Ma quantunque Adriano la trattasse quasi come una schiava, ei non permetteva che altri le mancasse di rispetto, e conseguentemente quando Setticio Olano prefetto delle coorti pretoriane, Sve-tonio Tranquillo e molti altri alti ufficiali della Corte comportaronsi duramente verso di lei durante la spedizione in Britannia, Adriano li licenziò. Stanca di quei mali trattamenti, Sabina pose fine da ultimo alla propria vita. Corse voce ch'ella fosse stata avvelenata dal marito. Sparziano parla come s'ella fosse morta due anni circa prima di Adriano, e da una medaglia d'Amiso apparisce che la era viva nel 136. Tillemont suppoue ch'ella non morì fin dopo l'adozione di Antonino, dappoiché l'ultimo la chiama madre in un' iscrizione. Questa non è però prova bastevole. Antonino fu adottato nel febbrajo del 138, ed Adriano morì nel luglio del medesimo anno (Sparz., Adr., i, 2, ecc.: Aurei. Vitt., JEpit., 14). Sabina fu onorata col titolo d'Augusta, come apparisce dalle medaglie, e fu annoverata dopo la sua morte fra gli Dei, come veggiamo da questestesse medaglie che portano l'iscrizione DivSabina. Ella è spesso chiamata Julia Sabina da* moderni scrittori, ma il nome di Giulia trovasi soltanto sulle medaglie falsificate di Golzio.
Vedi Eckhel (voi. vi, pp. 519-523).
SABINA Poppea (Sabina Poppcea (biogr.). V. Pop pea Augusta.
SABINE (generale) Edoardo (biogr.). - Celebre fisico inglese, nato nel 1790, morto nel 1880. Accompagnò i capitani Ross e Parry nelle loro spedizioni artiche, durante le quali fece osservazioni magnetiche di grande valore. I suoi lavori trovansi nelle Trans-actions della Società Reale di Londra, di cui egli fu uno dei più vantati ornamenti.
SABINI (etnogr. e stor.). — Antico popolo dell'Italia centrale a N. E. di Roma. Sarebbe arduo fissare con sicurezza i confini del loro territorio; ma sembra essersi esteso dai confini del Piceno fino all'Anio. Era limitrofo a nord con gli Umbri, con questi e con gli Etruschi ad ovest, con i Latini
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