Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
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SABINO MASSURIO - SABINO Q. TITURTOricusarono sottomettersi a questo assetto, e deliberarono sostenere con le armi il loro sovrano. Sabino erasi troppo avanzato da poter dare addietro; e non avendo forze bastevoli per opporsi alle truppe di Vitellio, si rifugiò nel Campidoglio. La notte seguente fece anche portare nel Campidoglio i suoi proprii figliuoli e Domiziano figliuolo del fratel suo, e mandò un messaggio ai generali di Vespasiano chiedendo ajuto immediato. Il di seguente i soldati di Vitellio mossero all'assalto del Campidoglio, al quale appiccarono il fuoco, che lo distrusse (dicembre del 69 dell'èra cristiana). Sabino, affranto dagli anni, smarrì la sua presenza di spirito nel pericolo, fu fatto prigione e tratto davanti Vitellio, che tentò invano salvarlo dalla furia dei soldati. Mentre Vitellio Stava davanti i gradini del palazzo, eglino pugnalarono Sabino, sbranarono il suo corpo, mozzarongli la testa e trascinarono le membra dilacerate là dove gittavansi i cadaveri dei malfattori (in Oemonias). I suoi figli però e suo nipote Domiziano riuscirono a scampare. Quando i generali di Vespasiano si furono impadroniti della città, gli avanzi di Sabino furono seppelliti con gli onori funerei dei censori. Sabino era .un uomo di bella f£ma e di carattere intemerato. Aveva servito nell'esercito per trentacinque anni, ed era divenuto illustre cosi in guerra come in pace. Durante i sette anni che governò la Mesi a e i dodici anni che tenne la prefettura della città, la sola accusa che gli fu mossa quella si fu d'essere troppo loquace. Lasciò due figliuoli, Flavio Sabino e Flavio Clemente (Plut., Oth5; Tacit., Hist., i, 46, eec.; Svet., Vesp., 1; Vitella 15).
Sabino T. Flavio fu console suffeto con M. Celio Sabino nel maggio e giugno del 69 del l'èra nostra. Fu uno dei generali mandati da Ottone contro Vitellio, ma dopo la vittoria dell'ultimo si sottomise al conquistatore (Tacit., Hist., i, 77, ecc.). Abbiamo seguito Tillemont (Histoire des empereurs, nota 1 sopra Ottone) nel fare questo T. Flavio Sabino una persona diversa dal prefetto summentovato della città. Tacito non parla mai di essi come della stessa persona, ed è oltrecciò improbabile che il prefetto della città fosse mandato via da Roma. Troviamo inoltre che dopo la morte di Ottone il console Flavio Sabino fece sottomettere le proprie truppe nel nord dell'Italia ai generali di Vitellio (Tacit., Hist., », 51), mentre il prefetto della città fece nell'istesso tempo giurare obbedienza a Vitellio dalle coorti in Roma (Tac., Hist.y ii, 55). Finalmente apprendiamo dalle iscrizioni che il prenome del console era Titus. 11 prenome del prefetto della città non è mentovato da Tacito, ma non poteva essere Tito, essendo questo il prenome di Vespasiano. Rimane però sempre una difficoltà, vale a dire, perchè il fratello più giovane di Vespasiano portasse il soprannome di suo padre, contrariamente all'uso generale. Ma a ciò rispondiamo, che può essere avvenuto in questo caso, come in altri, che eravi un fratello più vecchio degli altri due di nome Tito, il quale mori dopo la nascita del futuro prefetto della città, ma prima della nascita di Vespasiano, e che il prenome del padre fu dato allora al figliuolo nato dopo.
Sabino Flavio* figliuolo del suddetto prefetto della città, fu. come dicemmo, assediato col padre inCampidoglio, donde scampò quando fu arso. Sposò Giulia, figliuola del suo cugino Tito. Fu console nell'82 dell'Ira no3tra con suo cugino Domiziano, ma fu ucci so di poi da quest'imperatore sul frivolo pretesto che l'araldo nel proclamare il suo consolato lo chiamò imperatore in vece di console. La vera cagione della sua morte fa per avventura l'amore che Domiziano nudriva per sua moglie (Dion. Cass., lxv, 17; Filostr., Apoll. Tyan., vii, 3;Svet, Dom., 10).
SABINO Massurio (biogr.). — Discepolo d'Àtejo Capitone, fu celebre giurista a' tempi di Tiberio, e visse altresì sotto Nerone, giacché il passo in Gajo (ir, 218) deve riferirsi certamente a questo Sabino e non a Celio. È questo il Sabino da cai tolse nome la scuola dei Sabiniani. Massurio aveva quasi cinquantanni quando fu ammesso nell'ordine equestre, e dicesi fosse povero si da chiedere assistenza pecuniaria dai suoi uditori. Ottenne sotto Tiberio il jus respondendi, che è una prova della sua riputazione come giurista, come è prova ulteriore che i Sabiniani derivarono il loro nome non da Capitone, ma dal suo più illustre allievo Sabino. Non v'ha estratti diretti di lui nel Digesto, ma è spesso citato da altri giuristi che commentarono i suoi Libri tres juris civilis. Pomponio scrisse almeno trentasei Libri ad Sabitium, Ulpiano cinquantuno e Paolo almeno quarantasette. Questo fatto dimostra per sè solo che l'opera di Massurio doveva essere considerata di somma autorità. Con-ghietturasi, ma è pura cooghiettura. che l'assetto era identico a quello dei Libri XVIU juris civilis di Q. Muzio Scevola.
Un passo da Massurio è citato da Gellio fx, 15), il quale in altro passo (ili, 16) cita un passo di Plinio (H. N., vii, 5), in cui Plinio cita Massurio per un caso in cui una donna dichiarò essere rimasta incinta tredici mesi. Gellio (iv, 1, 2) cita il secondo libro di Massurio sul Jus civile. In altro passo Gellio cita il terzo libro della medesima opera. Nel libro decimoquarto (c. 2) allude alla medesima opera sotto il nome di Commentarii. Congliiettu-rasi che Persio intenda alludere alla stessa opera (Sat. v, 90) quando dice:
Excepto si quid Masuri rubrica vetavit ;
su del che vedi la nota d'Heinrich. Massurio è anche mentovato da Arriano (Epist. iv, 3, Matrffoopiou Wjaow?). Se Ateneo (i, p. 1, c.) vuol parlare di questo Massurio, la sua cronologia è in gran confusione.
Altri scritti numerosi di Massurio sono citati nel Digesto, fra' quali : Commentarii de indigenis ; Libri memoralium ; Fasti, in due libri almeno (Macr., Sat., i, 4); due libri almeno di Responso (Dig. 14, tit. 2, s. 4); apparentemente un commentario ad Edictum (Dig. 38, tit. 1, s. 18) e Libri ad Vi tei lium. I frammenti dei Libri memoralium e dei Fasti sono raccolti nel Sallustio di Frotscher.
Vedi: Grozio, Vitce jurisconsult. — Zimmern, Geschichte der Borniseh. Privatrechts (i, § 84) — Puchta, Instit. (§ 99 e § 116 sul Jus respondendi).
SABINO Q. Titurio (Sabinus Q. Titurius) (biogr.). — Uuo dei legati di Cesare nella Gallia, e mentovato la prima volta nella campagna di Cesare contro i Remi nel 57 av. Cr. Nell'anno seguente fu
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