Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
970 SABINO (GIORGIO SCHULER, DETTO) - SABUNDE (DI) RAIMONDOritirato in nn sotterraneo noto a lai solo e ai due liberti. Questi mostravansi da per tatto e pubblicavano la disgraziata morte del loro signore. Sabino seppe da essi cbe Eponina aveva risoluto di lasciarsi morire di fame, ed aveva già passato tre giorni e tre notti senza prendere alimento alcuno; sicuro del suo cuore, affrettossi allora a farle conoscere il luogo del suo ritiro, ove tostamente essa recossi, e coraggiosamente si racchiuse con suo marito in quella tomba, ove mise alla luce due gemelli. Usciva, vedeva i suoi amici e preparava len tamente a suo marito de' protettori e dei sostegui, pel caso in cui venisse scoperto. Obbligata ad usure ogui sorta di precauzioni e di artifizi per nascondere a tutti gli occhi la sua gravidauza, vi riusci per lungo tempo; ma fìualmente, siccome ella compariva troppo sovente, cominciò a nascere qualche sospetto sulla misteriosa sua condotta; fu spiata, la si vide entrare nel sotterraneo, e dopo nove anni Sabino fu tratto con essa da quel tristo asilo, in cui le consolazioni della tenerezza l'avevano reso più felice dì quello che lo sarebbe stato sul trono. È d'uopo credere che questo Sabino fosse un uomo molto interessante per ispirare tauto amore a sua moglie e tanta fedeltà a' suoi servi. Eponina comparve avanti a Vespasiano colla sicurezza che ispirava la virtù, e gli presentò i suoi due figli. « Abbi pietà, o Cesare, gli diss'ella, di queste due inuocenti creature che non ti hanno mai offeso; esse hanno ricevuto la vita in foudo di cupi antri, come le bestie selvagge; noi gli abbiamo allevati in seno alle tenebre, nella dolce speranza che la loro sorte commoverebbe il tuo cuore, che sarebbero per te oggetti di clemenza, e che ti riconcilierebbero un giorno o col loro padre o colla sua memoria. Temeresti tu forse che potesse covarsi qualche scintilla d'ambizione nel cuore d'un uomo il quale aveva risoluto di nascondere la sua vita e la sua esistenza a tutti gli occhi ! oppure ti sovverresti ancora, dopo tanti anni, d'un fallo espiato da si lunghi patimenti? » — Si avrebbe peua a credere che lo stesso Nerone non avesse perdonato a Sabino e colmato di onori Eponina ; eppure Vespasiano, quel Vespasiano che ha conservato qualche riputazione di clemenza e di dolcezza, li mandò ambedue al supplizio. Quest'azione fu l'obbrobrio del suo regno.
SABINO (Giorgio SCHULER, detto) (biogr.). — Erudito tedesco, uato il 23 aprile 1508 a Brandeborgo, morto il 2 dicembre 1560 a Francoforte sull'Oder. Studiò a Vittemberga, ove fu ospite e discepolo prediletto di Melantone, coltivò con passione la poesia latina, scegliendo Ovidio a modello, ed a veut'anni avea compiuto, sulla Btoria degl'imperatori d'Allemagna, un poema cbe lo rese celebre. In un viaggio ch'ei fece in Italia, si fermò principalmente a Venezia e a Padova e strinse amicizia con Aleandro e Bembo. Nel 1538 l'Elettore di Brandeborgo lo nominò professore di belle lettere a Francoforte sull'Oder, e nel 1544 il duca Alberto di Prussia lo elesse rettore dell'accademia ch'egli aveva allora fondata a Konigsberga, donde ritornò nel 1544 alla sua cattedra di Francoforte. Il suo talento per la poesia latina, oltre alla corona decretatagli da Aleandro a Venezia, gli meritò lettere di antica nobiltà da Carlo V nel 1540 alladieta di Ratisbona. Abbiamo di lui : De ekdùme Caroli V historia (Magotiza 1544, in-12°; nel L n degli Script, german. di Schard); In Ovidii fabu-las (Vittemberga 1556, in-8°) ; Poemata et Epistola (Lipsia 1558, 1563, in 8°); l'edizione del 1597, ivi, in-8°, data da Menio, suo genero, è molto più compiuta ; la descrizione in versi del suo viaggio in Italia, inserita nell' Hodceporicum di Reusoer.
Vedi : J. Boticher, Orutio de vita G. Sabini (Vittemberga 1562, in-8°) — P. Albinus, Vita G. Sabini (1724, in-8°) — Ad. Fùrstenhaupt, Geo. Sa-binus (Berlino 1849, in-8°).
SABLER Giorgio Tommaso (biogr.). — Il notissimo direttore dell'Osservatorio di Wilna. Era nato ia Estonia il 30 aprile 1810; mori a Wilna, dopo lnng& malattia, il 16 dicembre 1865. Dato dalla prima età alla matematica e poscia all'astronomia, dimostrò in essa speciale attitudine. Conosciuta la sua valentia, fu nominato, sebben giovane, assistente nell'Osservatorio di Dorpat, indi astronomo aggiunto dell'Osservatorio di Pulkova dal 1839 al 1854, e finalmente direttore dell'Osservatorio di Wilua. Fu uno de' più distinti discepoli di Federico Giorgio Guglielmo Struve (V.) e compagno del medesimo in molti lavori. Insieme con Fuss e eoa Siwitsch esegui la memorabile livellazione fra il Mar Nero ed il Mar Caspio, da cui risultò che il secondo ha il suo livello notabilmente più basso del primo. Dettò il Nuovo metodo per determinai i rapporti di rifrazione dei corpi diafani mediante la luce bianca scolorata, senza adoperare il prisma ( Bohet. fisico matem. dell'Accademia di Pietroborgo, in, 1845). Hanuosi pure le sue eccellenti Osservazioni astronomiche nelle Notizie Astronomiche.
SABRINA TERRA (geogr.). — Scoperta nell'Oceano Antartico il 20 marzo 1839 da Bollenj nella lati tud. 69° 58' S. e long. 121° 8' E. (Greeuw.). V. Antartiche esplorazioni.
SABUNDE o SEB0NDE (di) Raimondo (biogr.). - Filosofo, nato a Barcellona sull'uscita del secolo ziv, insegnò dal 1430 al 1432 nell'Università di Tolosa la teologa, la filosofia e la medicina, e morì in detta città nel 1432. Si Buppone abbia lasciato parecchie opere ; ma una sola fu pubblicata ed è conosciuta dai dotti, la Theologia naturalis sive liber creaturarum, scritta originariamente in cattivo latino, poi tradotta in francese da Montaigne (Parigi 1569, ecc.) e in latino a varie epoche (Deventer 1487; Parigi 1509; Venezia 1581, ecc.). Le edizioni numerose di questo libro ci attestano la voga cbe ha otteuuto fino alla metà del secolo xvu. La traduzione di Montaigne era cosi in favore appo i contemporanei, che trovavasi nelle mani di tutti e soprattutto delle donne (Essai, lib. n, c. 12). Esaminiamo rapidamente la prefazione in prima e quindi l'opera.
L'autore proponendosi per iscopo una dimostrazione compiuta di tutti i dogmi della religione naturale non solo, ma anche della fede cattolica, non teme di porre la filosofia o la natura, di cui è interprete, sopra la Scrittura Sacra. « Dio, dic'egli, ci ha dato due libri, quello dell'ordine universale delle cose o della natura e quello della Bibbia. Quello ci fu dato il primo e dall'origine del moudo, dacché ogni creatura non è, per cosi dire, che unav^ ooQle
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