Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      982 SACERDOZIO oe nulla d'importante si faceva nello Stato senza l'assenso di lui. Siccome mediatore tra Jehova ed il suo popolo, entrava una volta l'anno nel santo dei santi, e per mezzo di sacrifizi riconciliava gl'Israeliti con Dio, ed intercedeva per la remissione dei loro peccati. Ma di buon'ora dovette affidare la cura delle armi ai Giudici (V.), e la nazione finì anche per domandargli un re (V. Ebrei). La perpetua ripetizione dei medesimi atti fece degenerare il culto ebraico in mero meccanismo, e sotto le forme soffocò Io spirito.
      Le prime comunità cristiane avevano semplicemente dottori sacerdoti, posti sotto l'autorilà d'ispettori o vescovi; i quali dottori erano gl'interpreti dei misteri di Dio, gli amici, i padri dei loro discepoli. Alcuni di questi dottori si chiamavano •rcpeoCurepoi, anziani, onde venne il nome di preti; ma gli ufficii che avevano nella chiesa non permettono di applicar loro questo nome nel senso che ha di presente. Ora non si dà che alle persone le quali rivestono le cose divine d'immagini e di simboli sensibili, e secondo tale idea il prete è mediatore tra Dio e l'uomo, interprete dei misteri sacri. In questo senso la Chiesa cattolica chiama prete il chierico che amministra i sacramenti (V. Clero, Gerarchla, Ordinazione, Ordine, ecc.). Nella Chiesa orientale i sacerdoti sono detti papassi o popi (padri); nelle Chiese riformate e luterane non vi sono sacerdoti, ma semplici pastori e miuistri ; tuttavia è noto che nella Chiesa anglicana fu conservata la gerarchia ecclesiastica, e fino ad un certo grado nei tre regni settentrionali, la cui Chiesa è pure rimasta episcopale.
      SACERDOZIO o PRESBITERATO (lat. sacerdotium, presbyteratus ; gr. teptixjuvT), TtpeOrdinazione abbiamo chiarito essere questo un sacramento, ossia uua cerimonia instituita dal Salvatore, cbe colloca l'uomo in uno stato diverso dal laicale, gl'imprimé un carattere, gli conferisce poteri sovrumani , gl'impone doveri particolari e gli dà la grazia necessaria per adempirli ; e l'abbiamo dimostrato con testi formali delle Sacre Carte. L'esposizione o chiarimento di che discorriamo trova naturai complemento nelle voci Gerarchia, Ordine e Sacrifizio. 11 Concilio Tridentino, avendo solidamente discussi gli argomenti che comprovano la verità di quello che precede, disse anatema a chiunque osasse insegnare le dottrine sostenute ed insegnate dai protestanti, i quali, nel tempo stesso che procacciavano di avvilire il sacerdozio della Chiesa cattolica, creavano sopra di se medesimi un pontificato e un'autorità di lunga superiore a quella dei sacerdoti. Lutero qualifica-vasi Evangelista di Vittemberga per autorità di Dio stesso, e sentenziava del culto religioso a proprio talento ; Calvino facevala ancor più da despota a Ginevra, ed ogni predicante si comportava allo stesso modo ovunque trovasse seguaci.
      Nella Chiesa cattolica l'ordinazione dei sacerdoti suol compiersi con assai cerimonie. Il vescovo, recitate le litanie e le altre orazioni, stende ambePRESBITERATO
      le mani sulla testa di ciascun ordinando e cori fanno tutti i sacerdoti che sono presenti, senza pronunziare formola di sorta. Ma subito dopo, intanto che tutti tengono le mani stese sugli ordinandi, il vescovo profferisce sopra di essi un'orazione, colla quale chiede a Dio per loro lo Spirito Santo e la grazia del sacerdozio, e lo supplica a consecrarli ei medesimo al ministero degli altari. Poscia col sacro crisma unge loro le mani , accompagnando l'unzione con preghiera. Quindi porge e fa toccar a ciascuno di loro i vasi contenenti il pane ed il vino destinati al sacrifizio', dicendo: Accipe pote-statem offerre sacrificium Deo, missasque celebrare tam prò vivis quam prò mortuis. In nomine Domini. I novelli sacerdoti recitano in un col vescovo celebrante le preghiere del canone e consacrano con lui.
      Finita la messa, l'ordinante pone di bel nuo?o le mani a un per uno sul capo a' candidati dicendo: Accipe Spiritum Sanctum : quorum remiseris peccata remittuntur eis, et quorum retinueris retenta sunt.
      Disputasi fra i teologi quale di queste varie cerimonie costituisca l'essenza dell'ordinazione. La sentenza più comune è che l'esibizione degli utensili pel sacrifizio sia accessoria, non essenziale alla validità dell'ordinazione : e arrecacene varie prore: 1° San Paolo, parlando della grazia del sacerdozio, dice a Timoteo essergli già stata conferita mediante la preghiera coll'imposizione delle mani del presbiterio o dell'adunanza dei sacerdoti ; nò fa menzione di altra cerimonia. 2° In tutti i documenti di storia e disciplina ecclesiastica anteriori al secolo x o xi parlasi della sola imposizione delle mani. 3° Gli strumenti non si dàtmo dai Greci, sieno cattolici o scismatici, nè dai giacobiti, nè dai nestoriani; pure la Chiesa cattolica ha per valido il presbiterato degli ordinati da essi. 11 padre Merlin però, nel suo Trattato storico e dogmatico sulle forme dei sacramenti ( 1745), osserva in primo luogo e prova con passi formali de' Padri, che infino al secolo xi, si tralasciò di porre minutamente in iscritto i riti e le forme dei sacramenti, che fu custodito religiosamente quel che appellava^ secreto de' misteri; che tale fu la disciplina della Chiesa insin dai primi secoli. Perciò la liturgia non fu stesa in iscritto che sulla fiue del secolo iv; e gli apostoli si astennero dal prescrivere nelle loro lettere i riti e le forme dei sacramenti. Nessuna meraviglia quindi che san Paolo indichi l'ordinazione col semplice nome d'imposizione delle mani unita alla preghiera; non v'era necessità di dirne di più a Timoteo, già oltrecciò ammaestrato a viva voce.
      Secondariamente, egli è certo avere i Padri e i Concilii avuto in costume di dare il nome d'imposizione delle mani al rito di molti sacramenti ed anco alla loro forma, dicendo essi: Manus impo-sitiones sunt verba mystica. Una tale denomina-l zione viene data non solamente alla confermazione, , ma alla penitenza eziandio ed all'assoluzione: di-, scorrendo della riconciliazione degli eretici alla Chiesa, dicono indistintamente: Manus eis impo-nantur in poenitentiam, ovvero in Spiritum Sanctum. Così denominasi il battesimo dal Concilio iili-i beritano (can. 9), e dal primo arelateuse (can, 6),
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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 3)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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