Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
SACROCOSSALOIA - SACRO MONTE
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alle congregazioni cardinalizie che si adunano in sede vacante.
Nel primo giorno poi del conclave, i medesimi tre cardinali capi d'ordine incominciano il turno dell'esercizio di tale autorità, che alternasi di tre in tre giorni successivamente dagli altri cardinali, per cui i vescovi ed i diaconi, egualmente in numero minore de' cardinali preti, tornano con più fre quenza di questi ad essere capi di ordine per tutto il tempo che dura il conclave. Se accada che il Sacro Collegio debba scrivere a qualche cardinalo o prìncipe si sottoscrivono i tre cardinali capi di ordine o di turno, insieme al prelato segretario del Sacro Collegio ne porgono contezza con lettera, a nome di questo, ai cardinali assenti, invitandoli n recarsi al conclave. Durante la celebrazione dei Novendiali (V.) e dopo le congregazioni generali, che si tengono da tutti i cardinali avanti di entrare in conclave, gli ambasciatori ed i ministri dei sovrani presso la Santa Sede recansi di giorno in giorno a fare condoglianze, a nome del proprio sovrano, al Sacro Collegio, per il papa defunto, pronunciando analogo discorso, cui risponde brevemente il decano del Sacro Collegio, ringraziandoli da parte di questo. Sul diritto, così detto di esclusiva, che banào i tre sovrani di Austria, Francia a Spagna, nell'elezione del pontefice, si parlò a suo luogo (V. Conclave). Il nuovo papa profitta del primo concistoro per ringraziare il Sacro Collegio della scelta fatta, e vi aggiunge la professione di fede. Fra i dignitari! più cospicui del Sacro Collegio vi è il cardinale camerlengo, che annualmente si can già, ed amministra le rendite particolari del Sacro Collegio, avendo sotto la sua giurisdizione i ministri del medesimo, con cui tratta gli affari che lo riguardano, ed in ispecie la riduzione delle tasse concistoriali per la spedizione dei vescovadi. Vi sono inoltre quattro segretarii del Sacro Collegio, che si addimandano chierici di questo o del con cistoro, e comunemente chierici nazionali, italiano uno, tedesco l'altro, il terzo spagnuolo ed il quarto francese. 11 tedesco non viene sempre proposto dall'imperatore d'Austria, potendo essere anche bavarese e di qualche altro Stato germanico. L'italiano primeggia fra i quattro, è sempre In carica, ed ha molta autorità, specialmente durante il conclave; dev'essere riconfermato ogni anno dal Sacro Collegio, e gli viene aggiunto annualmente per turno ciascuno de' chierici esteri. Al primo di costoro che fdnge da aggiunto succedono i due colleghi l'uno dopo l'altro, ed egli non rientra in esercizio che alla fine di due anni, quando il Sacro Collegio lo abbia confermato nella sua carica. Questo diritto di conferma inchiude pur quello di rifiuto, ed il Sacro Collegio può escludere qualunque chierico nazionale, quando vi Bia indotto da gravi motivi. Urbano Vili (1623 1644), riunì la segreteria ed il segretario della Congregazione concistoriale col-l'uno e coll'altro del Sacro Collegio ; laonde la Congregazione stessa componesi del papa quale prefetto, di circa dieci cardinali, del segretario della Congregazione e del Sacro Collegio, e di altri impiegati inferiori. 11 segretario del Sacro Collegio, appena morto il papa fa le veci del segretario di Stato, e prosegue così per tutto il tempo della sedevacante, continuando talvolta a fungere anche col nuovo papa da prosegretario di Stato. Varie le rendite e non poche le spese del Sacro Collegio, il quale nelle provviste de' vescovati o benefizi tassati sui libri di Camera, per la spedizione delle relative bolle, percepisce la metà della tassa, che chiamasi comune, sul 3 per 100 per il così detto minuto, e
d un'altra particella, prescritta
per la quietanza dalla tariffa della cancelleria apostolica. Una volta il Sacro Collegio riscuoteva in tutto quasi il mondo cattolico, ogni quindici anni, anticipatamente le rate così dette quindenni, corrispondenti alla spedizione del beneficio unito a tenore della tassa, ossia alla terza parte della rendita totale del beneficio, dai luoghi pii o congregazioni religiose, dette mani morte, per le unioni de' benefizi tassati ne' libri di Camera e fatte a loro favore. Maggiori delle annue rendite sono oggigiorno le spese del Sacro Collegio, che largheggia inoltre di somme di danaro per oggetti di pubblica utilità. Basti citare ad esempio l'elargizione di scudi 24,000 per la riedificazione della celebre basilica di San Paolo, e quella di 30,000, offerta nel 1851 per l'ammortizzazione della carta monetata, in dieci annue rate, da scudi 3000 ciascuna.
Vedi: Ciacconio, Vita et res gesta pontificum rom. et S. B. E. cardinalium (Roma 1677) — Guar-nacci, Vita et res gesta pontif. rom. et S. R E. cardinal., a Clemente IX usque ad Clem. XII (ivi 1751) — I)e Cinque e Fabrini, la stessa opera ampliata (ivi 1787) — Panvinio, Epitomepont. rom. et cardinalium nomina, tituli, ecc. (Venezia 1567); opera continuata da Pietramellara fino a Clem. Vili (Bologna 1599) — Torrigio, De scriptor. cardina-libus (Roma 1641) — Albergati, Il Cardinale {ivi 1664) — Andreucci, De cardinalatu in genere (ivi 1766) — Santamaria, De cardinalibus presbyteris, diaconis, ecc. (Benevento 1753) — Piati e Tria, De cardinalis dignitate et officio (Roma 1836,6® ed.) — Menochio (Giov. Stef.), Stuore o trattenimenti eruditi (Padova 1701 ; nella centuria nona, c. lxiv, tratta de' cardinali, de' nomi loro, ecc.).
SAGR0C0SSALGIA (patol.). — Reuma della infisi sacroiliaca.
SAGRO MONTE (lat. Sacer Mons, gr. xò 'lepòv *?<*) (topogr.). — Monte a circa 5 chilom. da Roma, varcato il Teverone, ed alla dritta della via Nomen-tana, ricordato dagli antichi soltanto per il rifugiarsi che vi fecero due volte i plebei abbandonando Roma. La prima fuga avvenne nel 494 av. Cr. e finì per l'abilità di Menenio Agrippa, resosi celebre per il suo apologo delle membra del corpo e del ventre, e servì d'impulso all'elezione dei primi tribuni della plebe (Liv., u, 32; Dionys., vr, 45; Ap-pian., B. C., i, 1). In memoria di cotesto trattato e della legge sacra (Lez sacrata), che vi fu sancita in conferma, fu eretto un altare su quel sito, che portò sempre d'allora in poi il nome di Sacro Monte (Dionys., vi, 90; Appian., I c.). La seconda si avverò sotto i decemviri (dal 452 al 449 av. Cr.) quando i plebei, ritiratisi dapprima sull'Aventino, e vedendo che ciò non giovava tampoco, si ritrassero sul Sacro Monte, sebbene Cicerone affermi che la ritirata della plebe fu in questa occasione prima sul Sacro Monte e poi sull'Aventino (Liv.,
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