Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      SAFFO -
      carro paro o di an azzurro d'indaco. 11 corindone iocoloro ha il nome di saffìro bianco. Ma i lapidari! e i gioiellieri applicano anche ri nome di saf-firo ad altre pietre azzurre, differentissime nella loro composizione ; così, per esempio, il saffìro d'acqua è una varietà di dicroite o cordierite; il saffìro del Brasile è una tormalina, il saffìro falso è una calce fluata o fluorina.
      SAFFO (lat. Sappho; gr. Sorcpw) (stor. leti.). — Celebre poetessa greca, nativa dell'isola di Lesbo, ma non si sa bene di qual parte, giacché alcuni la fanno nascere in Ereso e altri in Mitilene. Ignoriamo anche il tempo della sua nascita, e pochi sono gli avvenimenti della sua vita dei quali si abbiano certe notizie. I frammenti che di lei ci rimangono come pure quelli di Alceo mostrano che questi due più gran poeti della scuola eolica erano contemporanei, quantunque Saffo dovesse essere più giovane d'Alceo, giacché essa era ancora viva nell'anno 568 avanti Cristo, come si può inferire dall'ode ch'ella indirizzò al suo fratello Carasso, rimproverandolo di aver comperato Rodopide cortigiana, e averle dato per amore la libertà (Erod., li, 435; Aten., zìi, 596). Carasso comperato aveva Rodopide a Naucratide in Egitto e probabilissimamente non prima del regno di Amasi, che salì sul trono nel 569 av. C. Prima di quel tempo e in età in cui ella era tuttora nel fiore della sua bellezza, si vuole cbe lasciasse il suo paese, e passasse nella Sicilia, ma la cagione di questa fuga è ignota (Mam. Par. Ep., 36; Ovid., Erod., xv, 51). Già si credette comunemente che Saffo mettesse fine ai suoi giorni gettandosi in mare dal sasso di Leu-cade, disperata di non essere contraccambiata d'amore dal giovane Faone. Vero è che nelle sue odi ella fa spesso menzione d'un garzone da essa amato, il quale non corrispondeva all'amore di lei; ma in niuna delle sue poesie incontrasi il nome di Faone; e se incontrassi, fu probabilmente quello di Adone, il prediletto di Venere, che in alcune tradizioni è chiamato anche Faone o Fetonte. Non è perciò improbabile che il modo con cui ella avrà descritto Venere parlante ad Adone ossia a Faone, possa aver dato origine alla storia del di lei amore per un giovane di tal nome. La storia del suo Salto di Leucade ò anch'essa, come ben dimostrarono O Mtiller ed altri, una mera finzione, che ebbe origine da un'espressione poetica e figurata; giacché si trova essere stata adoperata una tal frase da alcuni poeti per esprimere un appassionato amore a cui si può dar refrigerio saltando dalla rupe di Leucade in mare. Niuno degli antichi, che parlano di questa storia, dice s'ella finisse la vita con quel salto o vi sopravvivesse. Le fonti più schiette da cui si possano cavar notizie intorno a Saffo sono i frammenti delle sue poesie e alcuni d'Alceo, e leggendoli non si deve dimenticare che Saffo apparteneva alla sch atta eolica, la quale in quel tempo in cui lo stato sociale dell'Attica aveva preso un aspetto al tutto diverso dall'età eroica, riteneva tuttora molto dell'antica semplicità. In Atene le donne vivevano affatto segregate dal consorzio degli uomini, e una donna d'ingegno che, come Saffo, avesse frequentato liberamente la compagnia degli uomini, presso gli Ateniesi, sarebbeSAFFRA 1005
      caduta in concetto di donna scostumata. Sarebbe superfluo rivendicare la fama del carattere personale di Saffo, dopo l'eccellente opuscolo che a tale effetto pubblicò il Welcker col titolo di Sappho von einem herrschenden Vorurtheil befreit (Gottinga 1816).
      Le sue poesie andarono per la maggior parte perdute, e a noi non giunse che una sola ode intiera con molti frammenti ; ma questo solo basta per giustificare presso di noi l'ammirazione degli antichi. La forza e la prudenza del sentimento, la grazia e la soavità e la delicatezza e leggiadria della dizione sono pregi in cui S»ffo non è forse mai Btata superata da alcun poeta lirico così antico come moderno. La perdita delle sue opere è per avventura da dolere quanto quella di qualsiasi altro scrittore di cui siensi perduti gli scritti, giac chè oltre il diletto che se ne potrebbe cavare come da lavori d'arte, esse avrebbero infallibimente recata molta luce intorno alla condizione e allo stato sociale della donna in alcune parti della Grecia, argomento che per noi è ravvolto in gran bujo. Gli antichi dividevano le di lei poesie in nove libri, che consistevano in odi erotiche, in epitalamii, in inni agli Dei, e in altre poesie. La costruzione ritmica delle sue odi era in sostanza quella delle odi di Alceo, quantunque con molte variazioni, e armonizzava col carattere più soave della sua poesia. Vi è un metro detto saffico, che prende il suo nome dalla poetessa greca, e di cui ella è creduta in-ventrice. Il verso di questo metro corre nel modo seguente :
      La strofa del metro saffico si compone di tre di questi versi e di un adonico; e fu spesso imitata da poeti così antichi come moderni.
      I frammenti di Saffo vengono comunemente stampati colle poesie d'Anacreonte. Le migliori edizioni separate sono: Sappho Lesbia, Carmina et fram. ree. comment illustr. schemata musica aàj. etc. H. F. M. Volger (Lipsia 1810, in-8°); Sapph. Fragm. Specimen Opera in omnibus artis Grcecorum lyricce reliquiis, etc. proposuit C. F. Neue (Berlino 1827, in-4"). Le Odi di Saffo, da F. S. de Rogati (Colle 1782, in-8°) e da G. Caselli (Firenze 1819, in foi.); Inno a Venere, da Ippolito Pindemonte (Venezia 1781, iu-8°) ; le due Odi a Venere ed una Lubiana, da F. Venini (Milano 1818); l'ode li, daU. Foscolo (Venezia 1822) e da Paolo Costa (Roma, Giornale arcad., voi. lxvi, p. 339 e seg.).
      Vedi : Volger, Diatribe hi storico-critica de Sap-phus poetrice vita et scriptis (Gotha 1809) — Salm-Dyck, Précis de la vie de Sapho (Parigi 1810) — Teguer, Sapphus vita et carmina (Londra 1817) — Allierde Hauteroche, Notice sur la courtisane Saffo (ivi 1824) - Verri, Avventure di Saffo, poetessa di Mitilene (Milano 1824) — Richter, Sappho und Erinna nach ihrem Leben beschrieben, etc. (Quedl. 1833).
      SAFFO (zool.). — Spece di colibri, del genere delle spHitfanure, indigena della Bolivia.
      SAFFRA (miner. e metallurg.). - Residuo della torrefazione del minerale di cobalto, mescolato con sabbia silicea, il quale, per la ulteriore fusione, • rvroduoe vetri azzurri.


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 3)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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