Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      differenti gruppi e generano colla Joro anione nuove ' combinazioni, cioè diverta prodotti, che ia ragione j del loro peso specifico si riuniscono gli uni al dis- ; sopra degli altri nella parte del forno destinata a riceverli. Cosi durante la fusione dei minerali argentiferi con aggiunta di piombo si ha nella parte : inferiore il piombo d'opera, cioè il piombo contenente l'argento ; ai dissopra di esso si tróva lo spetss, vale a dire un miscuglio di nichelio, di cobalto, di bismuto e di arsenico con un poco di ferro, di piombo, di rame e d'argento; sopra questo miscuglio sono i solfuri di piombo, di rame e d'argento, costituenti un metallo grezzo di piombo; finalmente alla parte superiore stanno le scorie, per lo più formate di silicati, di protossidi di ferro e di piombo. Vi sono inoltre i vapori di sublimazione, che si condensano e cristallizzano in parte nella regione superiore del forno. Avviene però di rado che queste sostanze siano intieramente separate le une dalle altre.
      Lo spetss , per esempio, il metallo grezzo e le scorie ritengono uu poco d'argento; nello speiss si rinvengono tracce di solfo , e nelle scorie uua piccola quantità di metallo grezzo o di solfuri metallici. Quantunque secondo i principii generali della scienza risulti che i corpi ossidati si combinano tra di loro e che i corpi non ossidati si combinano ugualmente tra di loro; tuttavia vuoisi riflettere che queste combinazioni si mescolano facilmente per la fusione, che una si scioglie uell'altra, e che talvolta si combinano eziandio chimicameute in proporzioni defluite. Così si può trovare uu miscuglio di protossido di ferro e di carburo di ferro nella fusione del ferro; l'ossido di rame nel rame rosso; un solfuro metallico in una scoria; così l'ossido d'arsenico si può avere combinato col solfuro dello steseo metallo, e l'ugual cosa si ripete dell'antimonio e di altri metalli. Da ciò si scorge che le aualisi dei prodotti di fabbrica sono da collocarsi tra i lavori analitici piò difficili, a motivo del numero delle diverse sostanze che si trovano in tali prodotti.
      La scienza dei saggi è la scorta che conduce il metallurgo nelle sue operazioni. La metallurgia applica in grande i processi che la docimasia eseguisce in piccolo, o sia che si tratti di estrarre, ovvero di comporre. Nello studio dei singoli metalli e dei loro composti abbiamo fatto cenno dei processi corrispondenti di estrazione e di composizione.
      Non è da dimenticare come nel saggio dei minerali bisogna procedere con diverso metodo, secondo la loro diversa ricchezza e secondo il diverso stato della sostanza utile che vi è contenuta. Così, per esempio, i minerali auriferi più ricchi, crudi o torrefatti, sono fusi con 8 a 16 volte il loro peso di piombo, ed il piombo d'opera che ne risulta è passato alla coppella. Pei minerali auriferi poveri si ripete più volte la stessa operazione per ottenere la concentrazione del metallo, con aggiuuta di argento. I bottoni di saggio ricchi d'oro sono disciolti nell'acqua regia, e quelli che sono poveri nell'acido nitrico, affiue di determinare la loro ricchezza in oro. Per fare i saggi per via umida bisogna usare l'acido nitrico concentrato. L'eccessod'acido è eliminato dalla dissòlùzione per mezzo della distillazione o dell'evaporazione, poscia si ri-discioglìe il residuo nell'acqua, e se ne precipita l'oro col prótosolfato di ferro:
      Nel saggio dei minerali argentiferi si estrae l'argento col mezzo del piombo, poi si separa l'argento dal piombo per mezzo della coppellazione. Ma quando i minerali contengono tali materie, come autimonio, arsenico, stagno, ecc., che per la loro unione col piombo e coli'argento potrebbero impedire la riuscita della coppellazione, allora si di-«cacciano queste materie valendosi della torrefazione e dèlia fusione coi flussi riduttivi o coi reattivi deossidanti, e la scorificazione. I minerali molto solforosi e arsenicali vogliono essere dapprima sottoposti ad una torrefazione dolce; i più puri sodo mescolati immediatamente con piombo granulato e fusi in nn vaso scorificatorio, aumentando la dose del piombo in ragione della minore fusibilità dd minerale. Coi minerali cbe contengono il cloruro d'argento giova l'aggiunta della potassa purificata. QtiHudo il saggio non si fonde facilmente, vi si aggiunge nn poco di borace calcinato. La materia fusa è versata ed abbandonata al raffreddameDto in un vaso di ferro di forma conica, sul fondo del quale si ha un bottone di piombo argentifero che si separa facilmente dalle scorie soprastanti, e che si passa alla coppella. Avvoltasi in questi saggi di operare lentamente la fusione ad evitare la vaporazione dell'argento ed auche per ossidare una parte del piombo, cosicché l'ossido prodotto possa determinare la formazione d'una buona scoria fluida ed omogenea ; di condurre la scorificazione di maniera cbe riesca compiuta, ed intiera; di operare la coppellazione senza spingere la temperatura oltre il grado conveniente, aumentando alquauto il fuoco verso la fine dell'operazione; e finalmente di eseguire tre o quattro saggi quando il mucchio del minerale non presenti la stessa ricchezza in o^ui parte. I minerali argentiferi poveri si assaggiano come segue: si mescola il minerale colla metà del suo peso di pirite pura (bisolfuro di ferro), s'introduce in un crogiuolo coli'aggiunta di un poco di borace e si copre di vetro in poi vero. Operando la intiera fusione del miscuglio si ha nn bottone di metallo grezzo, che si riduce in polvere finissima, e poi si fonde nel modo ordinario con otto volte il suo peso di piombo.
      1 saggi ordinarii d'argento possono essere noverati tra i saggi più esatti che far si possano per la via secca; tuttavia si ricorre qualche volta ai snggi per la via umida, come, per esempio, per verificare se alcuna proporzione d'argento non sia perduta per evaporazione nel saggio ordinario, ecc. La dissoluzione dei minerali argentìferi si fa col mezzo dell'acido nitrico. Nel residuo che si ottiene dopo di aver esaurito il minerale coll'acido nitrico, può essere rimasto in alcuni casi un poco d'argento allo stato di solfato o d'arseniato. Bisogna far bollire questo residuo con un carbonato alcalino, feltrare, lavare e trattare con un poco d'acido nitrica La dissoluzione nitrica, dalla quale si precipita l'argento con nna dissoluzione di sai marino (cloruro di sodio), non debbe contenere un grande eccesso di acido; perciò si discaccia questo eccesso con una
     
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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 3)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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