Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      1678 dalla duchessa vedova di Savoja, Maria Giovanna Battista. Per ringraziamento accademico recitò quivi il giorno 3 maggio 1680 il panegirico della reggenza di quella principessa, che gli aveva conferita la carica d'istoriografo.
      SAINT SERVAN {geogr.). — Porto di mare in Fran eia, dipartimeuto d'Ille-et-Vilaine, con circa 10,000 abitanti,
      SAINT-SIMON (Luigi DI R0UVR0Y, duca di) (biogr.). — Pari di Francia, nato nel 1675, d'una antica famiglia che pretendeva discendere dagli antichi conti del Yermandese, fu tenuto al fonte battesi male da Luigi XIV e da Maria Teresa d'Austria. Entrò assai giovine al servizio, militò dapprima sotto il maresciallo di Lussemborgo, trovossi all'assedio di Namur, alla battaglia di Fleurus ed a quella di Nerwinda, succedette a suo padre nel governo di Blala e ne'suoi titoli di duca e pari, ma non giunse nella milizia che al grado di mastro di campo di cavalleria. La diplomazia e l'osservazione dei costumi della Corte lo occuparono pel rimanente della sua vita. Chiamato al Consiglio di reggenza dal duca d'Orléans, col quale era entrato in amicizia, divenne l'anima del partito che si era formato in seno della Corte contro il Parlamento, il quale veniva accusato allora di voler abbassare i Pari, e contro i principi legittimati che volevano inalzarsi al di sopra di questi. I nemici eh* egli si fece in quell'occasione scherzarono assai giustamente sopra le sue debolezze, fra cui primeggiava una grande vanità della sua nascita, il qual difetto mal si addiceva all'ingegno ed al sapere che tutti riconoscevano in lui. Nel 1721 fu spedito in Ispagna dal duca d'Orléans per negoziarvi il doppio matrimonio del giovine re Luigi XV con un'infante, e d'una figlia del reggente col principe delle Asturie. Adempiuta la sua missione, ritornò in Francia col titolo di grande di Spagna, che rimase nella sua famiglia. Perdette molto del suo credito alla morte del duca d'Orléans, e ritirossi finalmente in una delle sue terre, dove compose le sue Memorie, e mori a Parigi nel 1755. Più copie delle Memorie di Saint-Simon rimasero luogo tempo manoscritte nelle mani di suo fratello il vescovo di Metz (egli stesso aveva ordinato che se ne sospendesse la pubblicazione), e solo nel 1788 ne comparve un compendio in 3 voi. in-8°. L'anno seguente furono pubblicati quattro volumi di supplemento, dna nuova edizione più metodica, meglio ordinata, ma imperfetta. fu data da F. Laurent (Parigi 1818,6 voi. in-8°).
      SAINT-SIMON (marchese di) Massimiliano Enrico (biogr.). — Stimabile scrittore ma poco noto, nato verso l'anno 1720, entrò di buon'ora al servizio militare, fu ajutante di campo del principe di Conti celle guerre d'Italia; si diede poscia al suo gusto per le lettere, viaggiò affine di perfezionare le sue cognizioni, poi si ritirò verso il 1758 in una terra presso Utrecht, e vi mori nel 1799.
      Si hanuo di lui: Des jacinthes, de leur anatomie, reproduction et culture (Amsterdam 1768, in-4° con stampe). L'autore era appassionato dei fiori, massime dei giacinti, dei quali aveva raccolto più di 2Ou0 varietà nel suo giardino ; Histoire de la guerre des Alpes, ou campagne de 1744, ecc. (ivi 1769, in-fol. ; 1770, in-4°) ; Histoire de la guerredes Bataves et des Bomains, a norma di Cesare, Tacito, ecc. (ivi 1770, in-fol. grande con figure) ; Essai de traduction littérale et énergique de VEssai sur Vhomme de Pope (e di una parte del secondo libro della Farsaglia) (Harlem 1771 ; Amsterdam 1793); Témora, poema epico di Ossian, tradotto a norma dell'edizione di Macpherson (Amsterdam 1774); Les nyctologues de Platon (Utrecht 1784, 2 parti in-4°); Absurdités spéculatives (senza data, in-4° grande); Mémoire ou Vóbservateur véridique sur les troubles actuels de la France (Londra 1788, in-8°) ; Essai sur le déspotisme et les révolutions de la Bussie (1794, in-8°).
      SAINT SIMON (Carlo Francesco VERMAND0IS DE R0UVR0Y SANDRIC0URT di) (biogr.). — Parente del precedente, vescovo d'Agde, nato a Parigi nel 1727, fu prima gran vicario del vescovo di Metz, fratello di Saint-Simon, viaggiò poscia in Italia affiue di perfezionare le cognizioni acquistate ne'suoi studii, ed al suo ritorno fu nominato vescovo d'Agde. In quella residenza formò la più compiuta collezione di libri ecclesiastici, raccolse le migliori edizioni degli autori greci e latini, ed una numerosa serie di oggetti d'antichità, principalmente risguardanti ai popoli settentrionali. La sua erudizione lo fece ammettere nel 1785 nell'Accademia delle iscrizioni e lettere. Perseguitato al tempo della rivoluzione, cercò asilo a Parigi, ma non potè scampare dalla proscrizione. Arrestato e detenuto più mesi, venne finalmente giudicato dal tribunale rivoluzionario, che lo condannò a morte il 23 luglio del 1794. La sua biblioteca, restituita alla sua famiglia, fu comperata dal medico Barthez, che ne fece un legato alla scuola di medicina di Mompellieri. Trovasi una notizia intorno a questo prelato nel Magazin encyclopédique (anno 1808, tom. v. pag 377-384).
      SAINT SIMON (conte di) Claudio Enrico (biogr.). — Fondatore della setta socialistica che ne ha preso il nome, era animato da spirito aristocratico siccome il suo avo lo storico; egli credeva e si vantava di essere discendente da Carlomagno. «Signor conte, la si alzi, ella ha cose ben grandi da fare >; ecco la orgogliosa apostrofe colla quale egli si faceva salutare di buon mattino dal suo cameriere. E forse in questa ereditata fierezza di nobiltà bisogna rintracciare l'origine prima d'una dottrina politica, la quale, conservando l'idea della nobiltà col rinnovarla, facendola personale e non più ereditaria, ponendone il titolo non più nel mistero della nascita ma nella superiorità dell'intelletto, tendeva ad affidare il governo della società all'aristocrazia del merito.
      Poche menti ebbero energia di volontà e facoltà di generalizzare al grado di Saint-Simon. Fu un figlio ribelle del secolo xviii, da lui combattuto e dal quale discendeva in linea retta. Dal secolo di Voltaire e di D'Alembert aveva imparato a staccarsi dalle idee religiose, verso cui non fu attratto che in sul fine di sua vita; l'indifferenza per la morale che nella condotta esagerava da cinico, e la passione della scienza, il concetto dell'Enciclopedia di cui i filosofi avevano descritto l'àmbito colle immense ruine sparse all'intorno. Su queste rovine egli imprese ad erigere una dottrina generale e compiuta.
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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 3)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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